Livorno: Riapre la casa natale di Modigliani?

Riapre la casa natale di Modigliani. Parola di Guido Guastalla, proprietario insieme al fratello Giorgio dell’appartamento in via Roma 38. E’ uno straordinario regalo di Befana per Livorno, dopo anni di polemiche, litigi tra i due fratelli, incomprensibili oblii del Comune, delusioni di turisti e amanti dell’arte e della vita del grande artista. «Diventerà un centro studi di livello internazionale e sarà al centro di molti progetti. E intanto entro l’estate sarà nuovamente visitabile» , annuncia Guido Guastalla, editore, libraio, assessore alla cultura della comunità ebraica livornese. Guido collaborerà con il fratello Giorgio, gallerista di fama nazionale.

Un accordo in famiglia (finalmente!) che supera i vecchi problemi, anche politici, e qualche rancore. Guido è stato candidato sindaco per il centrodestra contro l’attuale primo cittadino, Alessandro Cosimi Pd) che è pure genero di Giorgio. Una «parentela scomoda» che ha suscitato timori, (infondati se non ridicoli), di conflitti di interesse e dunque imbarazzo su un bene storicamente culturalmente di prim’ordine come è appunto la casa natale di Modì. Una casuccia per la verità, esteticamente e architettonicamente parlando. La modernità ci ha messo lo zampino. Il portone, piccolo di color marrone, è quasi fagocitato da due orribili saracinesche di un negozio di videogame e del salone di un parrucchiere. Nell’appartamento, in parte riammodernato, non ci sono dipinti originali. Ci sono però documenti e fotografie negli anni livornesi di «Dedo» (il soprannome giovanile di Amedeo) prima della partenza per Parigi ma anche testimonianze sul Modì a Parigi sino alla morte avvenuta nel 1920. Poco, a prima vista. Ma questa povertà è solo un’illusione, una parvenza per animi modesti. I pochi privilegiati che l’hanno raggiunta e, grazie alla sensibilità dei fratelli Guastalla, visitata, sono rimasti affascinati, folgorati da quelle atmosfere, semplici e intense. Lì, tra quelle quattro mura, nelle cinque e anonime stanze, Dedo ha iniziato a conoscere il disegno, la pittura.

Ha guardato il mondo dal filtro di una strada, una volta la via Maremmana (oggi via Roma), che dal centro di Livorno portava alla periferia sud ovest e viceversa. La casa uno scrigno, dunque. Come del resto, ci racconta la cronaca, sono tesori inestimabili tutte le opere del grande Amedeo. Una delle ultime aste record si è consumata sotto i riflettori mondiali il 3 novembre da Sottheby’s a New York con la vendita per 68,9 milioni di dollari della «Bella romana» , un dipinto del 1917. Livorno ha avuto la fortuna di possedere il tesoro della casa natale ma lo ho poco valorizzato o peggio tenuto sprangato. Dopo le polemiche io e Giorgio abbiamo trovato un accordo fraterno — conferma Guido Gustalla— adesso entrambi abbiamo le chiavi della casa vogliamo rilanciarla. Aprirà diventerà un centro culturale e didattico di prim’ordine» . A Livorno ogni anno sbarcano più di un milione di crocieristi. Molti americani e pure asiatici, il target di riferimento che da sempre ama Modì. Arrivano nella sua città natale e chiedono di visitare i suoi luoghi. La casa di Dedo, del nonno Isacco, del padre Flaminio e soprattutto di Eugenia Garsin, la madre dolcissima. Fu lei a dare l’imprinting dell’arte al piccolo Amedeo a farlo crescere artista con una sensibilità fuori dal comune e una voglia di mutamento quasi ossessiva.

«Nelle cinque stanze di casa Modì può essere raccontato tutto questo e molto altro ancora — spiega Guido Guastalla —. A Livorno non ci sono opere di Modigliani, ma con il tempo alcune di esse, come i disegni, possono essere acquisite. A Rovereto sono stati investiti cinque milioni di euro per allestire una mostra di sculture di Modigliani unica al mondo. E’ stato un grandissimo successo. Allora io lancio l’idea di una fondazione. Simile a quella che hanno altre città per valorizzare i loro grandi personaggi» . Livorno è stata spesso matrigna con Modì. Lo ha deriso in vita, lo ha dimenticato da morto. E anche la beffa delle teste (come racconta Alice Barontini nel libro «Alla ricerca di Modì» ), che potrebbe essere un trampolino per il rilancio di questo gigante dell’arte, è stata per troppo tempo giudicata una vergogna e celata (come le sculture dei burloni) nei sotterranei del Palazzo comunale. Adesso è arrivato il momento di saldare il debito. «E non avere paura a dire che è lui, Modì, il livornese più grande — spiega Guastalla — il più conosciuto al mondo e le sue opere sono tesori inestimabili. Casa Modigliani vorrei diventasse anche un centro studi internazionale. Ci sono grandi studiosi, come Flavio Fergonzi che ha curato la mostra di Rovereto, ex normalista, che vorrei coinvolgere insieme a ricercatori, filologi, storici dell’arte. Investire su Modigliani è investire su Livorno» .

Marco Gasperetti
per ilcorrierefiorentino

Livorno: Riapre la casa natale di Modigliani?ultima modifica: 2011-01-05T15:20:00+01:00da minobezzi1
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