Firenze: Gilardi/Ronda


Dal 5 maggio 2012 l’esposizione Supernatura di Piero Gilardi e Omar Ronda è in programma nelle sale di Palazzo Medici Riccardi a Firenze e contemporaneamente a Prato nella Galleria Armanda Gori Arte. 


“Si guarda al passato ma il futuro si annuncia lucido, colorato, liscio, che non sporca le mani. Il mondo si annuncia oscillante tra una ricerca di essenzialità e la visione di un’immensa Plastic City tecnologica, perché ci sono utopie che guardano alla scienza e non solo all’agricoltura, del resto cosa ha mai inventato l’uomo di più geniale della tecnica” (V. Dehò). 

In Supernatura la realtà è intesa come un giocattolo da manipolare al fine conoscitivo per una comprensione maggiore della stessa, verso un superamento della natura grazie all’uso della versatile materia plastica condiviso da entrambi gli artisti. In Piero Gilardi si torna alle origini primordiali della creta demiurgica qui, però, impeccabilmente sostituita dalla materia plastica che simula piccoli universi, intricati frammenti di realtà “naturale” trasfigurati dalla decontestualizzazione nello spazio espositivo tanto da apparirci titanici nella loro superlativa naturalezza. “La natura è assente, ma presente come struttura visiva, non c’è e non può essere evocata, può però essere vissuta nella sua speculare presenza come immagine, altro da sé” (V. Dehò). In Gilardi la cura formale di un giardiniere si coniuga alla ferrea analisi di un botanico per strutturare surreali architetture. Architetture complesse che si snodano come un dedalo intricato di fronte ai nostri occhi e che vagano scrutando la texture di superfici fantastiche. 

Plastica che abbandona, invece, ogni finalità mimetica per esprimere ogni possibilità estetica nelle opere di Omar Ronda. Qui la materia fonde, fila, si sovrappone incrociandosi in percorsi inaspettati. Una materia colore che deborda da un imprecisato punto germinale irradiandosi attorno all’immagine ma non per incorniciarla, bensì per preservarla come icona occidentale senza tempo. Il tutto diviene un vero e proprio inno al potenziale seduttivo della plastica, quanto mai ammaliante nel suo eccesso. “La plastica non solo decora ma dà forma e sostanza all’immaginario. Brilla, è brillante, cioè ci fa venire fuori dal grigiume quotidiano, diventando anche l’iperbole della moltiplicazione” (V. Dehò). Gemme incastonate nel colore compongono, così, intricate ragnatele di riflessi dalla logica sottesa. 

 

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Firenze: Gilardi/Rondaultima modifica: 2012-05-05T09:09:02+02:00da minobezzi1
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