……e ri-Firenze: Pietro De Maria e Andras Schiff

Sabato 7 Marzo, al Teatro della Pergola (ore 16), Pietro De Maria, oggi fra i pianisti più autorevoli del nostro paese e spesso al fianco di direttori come Roberto Abbado, Eliahu Inbal e Gianandrea Noseda, conclude il suo ciclo dedicato all’arte intramontabile e sempre amatissima di Fryderyk Chopin. Un concerto al quale si aggiunge un ulteriore significato: De Maria lo dedica infatti alla memoria di Sergio Sablich, indimenticato studioso e critico musicale, nell’anniversario della prematura scomparsa (2005-2009).

E toccherà stavolta proprio a De Maria continuare, nella stessa mattinata di Sabato (Teatro della Pergola, ore 11.30), proseguire il nuovo ciclo “Gli interpreti raccontano la musica” (al prezzo simbolico di 2 euro): aneddoti, curiosità, ma anche considerazioni storiche e stilistiche nel corso di una sorta di prova aperta tenuta per illustrare ai più giovani i brani poi eseguiti in concerto.

De Maria ci conduce in questo viaggio chopiniano (che parallelamente sta portando avanti su cd Decca, con particolare successo) seguendo una rigorosa successione cronologica: e grazie alla sua sensibilità e alle sue doti interpretative le pagine di Chopin conoscono anche una giusta collocazione stilistica, lontana dagli eccessi di una certa tradizione e invece tutta orientata a rispettare, sostenuta anche da riflessioni filologiche, le intenzioni più autentiche dell’autore. L’ultimo, ricchissimo appuntamento di questa nuova integrale chopiniana indaga gli anni che vanno dal 1843 al 1847, due anni prima della scomparsa: un programma che parte con i Notturni op. 55, include una pagina energica e sorprendentemente moderna come la Sonata op. 58, la terza e ultima sonata, tre cicli di Mazurche cariche di memorie e nostalgia per la patria lontana, la travolgente e visionaria Barcarola op. 60, la Polacca-Fantasia op. 61 con il suo eroismo doloroso, e i Tre Valzer op. 64, amatissimi dal pubblico, l’ultima opera per pianoforte solo ad essere pubblicata da Chopin.

 

Domenica 8 Marzo, al Teatro della Pergola (ore 21), si conclude Il pianoforte di Mozart, breve ma rivelatore ciclo presentato da András Schiff come una sorta di viaggio nel mondo poetico più autentico e intimo del grande Salisburghese. «Di Mozart ho suonato tutto», racconta Schiff in una recente intervista romana, «e ho scoperto che Mozart è sempre teatrale, anche quando non scrive per il teatro. Nel terzo programma di questo progetto c’è una Fantasia in do minore di cinque minuti, ma che contiene l’intero Don Giovanni».

Schiff ha appena terminato di incidere tutte le Sonate di Beethoven per l’etichetta ECM: «Con Beethoven ho dovuto combattere: il suo è un carattere ‘in sviluppo’, che cresce in una vita lunga, mentre Mozart è un miracolo di umanità. Disse una volta Joseph Krips, il direttore d’orchestra: “Beethoven va in cielo, mentre Mozart arriva dal cielo”». Un itinerario mozartiano, quello presentato per gli Amici della Musica, che Schiff svolge per capolavori e che conclude guardando con intelligenza e rara sensibilità all’ultima stagione creativa, gettando un vero e proprio ponte che unisce la Fantasia KV 475 e la Sonata KV 457, poste non a caso all’inizio e alla fine del programma: entrambe nella fatalistica tonalità di do minore (ed entrambe riunite nella pubblicazione, secondo una precisa volontà di Mozart), costituiscono un dittico di incredibile potenza visionaria, quasi presagendo Beethoven. Fra due simili pilastri, si succedono pagine non meno significative: la Sonata KV 533, carica di passione (e in realtà una sonata priva di conclusione, essendo strutturata in due tempi), la Sonata KV 576, l’ultima pagina destinata da Mozart al pianoforte, e il Rondò KV 511, dove la forma è definitivamente stravolta da una fantasia di soluzioni inimmaginabile.

 

 

……e ri-Firenze: Pietro De Maria e Andras Schiffultima modifica: 2009-03-04T17:29:00+01:00da minobezzi1
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