………e ancora Firenze: ExtreLarge

EXTRELARGE

È stata dura, ma ce l’hanno fatta. Sergio Tossi ripercorre “la storia infinita” dello spazio di viale Giannotti a Firenze,

e accenna alle linee della futura programmazione.

Non senza un occhio al budget. Si comincia il 2 ottobre, alla vigilia della Giornata del Contemporaneo…

 

 

 

L’apertura di Extre è stata un vero e proprio parto. Ripercorriamo tutti gli accadimenti degli ultimi anni, da quando questo spazio si chiamava Quarter?
Il Quarter chiuse quasi quattro anni fa ed ebbi la prima sollecitazione a occuparmi della sua possibile riapertura nel gennaio del 2007… Dopo una lunga prima fase d’incontri con l’assessorato alla cultura e la creazione dell’associazione Extre Toscana Contemporanea, ci fu detto che il comune di Firenze avrebbe indetto un bando di gara pubblico per la gestione dello spazio di viale Giannotti. Il testo del bando ebbe una gestazione lunghissima: nel luglio 2008 finalmente uscì e al sopralluogo obbligatorio si presentarono sei possibili partecipanti. Di fatto aderirono solamente la nostra associazione e l’Accademia di Belle Arti. Il bando si doveva chiudere alla fine di settembre ma, in mancanza di alcuni documenti, fu concessa all’Accademia l’opportunità di un’integrazione. Così la commissione giudicante si dovette riunire una seconda volta. Il nostro progetto ottenne un’ottima valutazione ma malauguratamente risultò che l’Accademia era ancora mancante di un documento, quindi ottenemmo l’assegnazione senza un reale confronto di progetti.

E perché non si partì fin d’allora?
L’Accademia fece poi ricorso al Tar chiedendo la sospensiva dell’assegnazione, richiesta respinta nel marzo di quest’anno. Di fatto la ratifica dell’assegnazione è passata solo alla vigilia delle elezioni amministrative e la firma della convenzione è stata possibile all’inizio di agosto.


Beh, un bando all’italiana. Nel concreto, com’è strutturata l’associazione che gestirà gli spazi di viale Giannotti?

Extre Toscana Contemporanea è composta da un numero volutamente limitato di persone (una quindicina), con un consiglio d’amministrazione di sette elementi, presidente l’imprenditore Andrea Tanini e vicepresidente l’avvocato Andrea Mannari. Abbiamo poi un tesoriere (Lucia Montigiani), un responsabile amministrativo (Enrico Baluardi) e un responsabile della comunicazione e del fundraising (Neri Torrigiani). E ancora esperti per l’area architettura e design (Claudio Nardi, Massimo Dei e Pierangelo Orecchioni).

Vi troverete ad allestire mostre ed eventi in ambienti grandicelli…
Lo spazio di viale Giannotti non è in realtà enorme (in tutto circa milletrecento metri quadri), ma spicca la sala grande, quasi il settanta per cento di tutta la superficie. Vorremmo utilizzarla per le mostre principali, anche se daremo molta importanza agli ambienti laterali, che si prestano a una programmazione più eclettica, e alla hall di entrata, sia per alcune forme espositive sia per attività collaterali. Ci piacerebbe poi spingerci fuori, con progetti pensati per altri luoghi del quartiere e della città.

Quali sono le linee guida del progetto che avete presentato al Comune per aggiudicarvi la gestione?
Abbiamo ipotizzato un centro che lavori soprattutto con le ultime generazioni, cercando di alternare nomi internazionali con artisti italiani e toscani in particolare. Ciò vuol dire proporre soprattutto mostre personali o doppie personali, come nel caso dell’evento inaugurale con il tedesco Julian Rosefeldt e l’americano (ma italiano d’adozione) Ian Tweedy. Cercheremo poi di costruire un network sia con altre realtà del territorio che con istituzioni straniere. Vogliamo anche dare un forte supporto didattico alle nostre attività, perciò collaboreremo con istituzioni scolastiche e universitarie. Infine cercheremo di dare spazio a discipline quali design e architettura, ma anche musica, letteratura…

La direzione artistica di Extre è un tris composto da Sergio Tossi, Arabella Natalini e Lorenzo Giusti. Come vi siete trovati?
In fase di preparazione del bando di gara venni a sapere che Arabella Natalini e Lorenzo Giusti stavano lavorando a un progetto. Conoscendo e stimando Arabella da molti anni, decisi di contattarli e verificammo che i due documenti programmatici si assomigliavano moltissimo. Decidemmo così, cosa più unica che rara a Firenze, di unire le forze, in virtù anche delle differenti esperienze: io con vent’anni di organizzazione di mostre alle spalle e loro critici e curatori con interessi complementari.

Oltre alla visione sperimentale e internazionale siete chiamati a uno sguardo verso il territorio toscano…
Stiamo lavorando a quello che vorremmo chiamare Premio Toscana Contemporanea, che individui annualmente il giovane artista della regione maggiormente distintosi negli ultimi due/tre anni per mostre, progetti, elaborazioni teoriche e pratiche. Per questo nomineremo una commissione di critici del territorio e una giuria di livello internazionale; al vincitore destineremo una mostra e un catalogo, oltre a un premio in denaro. Parallelamente collaboreremo al progetto Networking – quest’anno curato da Elisa Del Prete – ospitandone la mostra finale. Stiamo anche pensando di dedicare un orario fisso in un giorno della settimana alla visione del materiale dei giovani artisti, locali e non.

 

Qual è il vostro business plan?
Come la maggior parte dei centri per l’arte contemporanea pubblici italiani ed europei abbiamo costruito il nostro business plan dividendo circa al cinquanta per cento il contributo pubblico e quello di partner e sponsor privati. La crisi in atto ci fa pensare che dovremmo rivedere questa percentuale cercando di avere un aiuto maggiore da enti pubblici. La lunghezza dell’iter di assegnazione non ci ha certo aiutato e qualche sponsor l’abbiamo perso per strada, ma fortunatamente altri sembrano disponibili a contribuire. È chiaro che il lavoro di fundraising non si esaurisce mai: faremo una serrata campagna per avere soci sostenitori con contributi variabili. Da quindici euro in su…

Avete pensato a servizi aggiuntivi come bookshop e caffè?
Riteniamo la caffetteria essenziale per la fidelizzazione del visitatore. Ci piacerebbe infatti che si potesse venire ad EX3 anche per un momento di piacevole relax, magari sfogliando qualche rivista d’arte o di architettura. Non siamo molto originali, ma è un fatto che i musei senza buoni servizi accessori sono destinati a svuotarsi velocemente. Siamo sicuri che la nostra caffetteria sarà di ottimo design: tra i nostri associati ci sono architetti di alto livello… Diverso il discorso del bookshop, in quanto attività a maggior rischio d’impresa: se troveremo un partner disposto a investire su una libreria di alto livello saremo felicissimi. Non c’è niente di più triste di un bookshop triste.

Si parte con Julian Rosefeldt e Ian Tweedy. E poi?
Siamo orgogliosi di proporre l’ultimo lavoro di Julian Rosefeldt, American Night, in collaborazione con il museo di Bonn con cui coprodurremo il catalogo, e una ricca presentazione di lavori di Ian Tweedy. A queste prime mostre seguiranno la parte finale di Networking e, in ordine sparso dato che le date esatte le annunceremo alla festa del 2 ottobre, Eva Marisaldi, Francesco Carone, l’islandese Ragnar Kjartensson, gli svizzeri Tonk, il grande architetto inglese Will Alsop, il sudafricano Robin Rhode, il collettivo Alterazioni Video, Marzia Migliora e anche progetti didattici, workshop, EX3 Wall (dedicato alla pittura) ed EX3 Video. Con un occhio sempre attento al budget…

 

a cura di massimiliano tonelli


2 ottobre 2009 ore 22-01
Empty Rooms Party
Ex3 – Centro per l’Arte Contemporanea
Viale Giannotti 81 – 50126 Firenze
Info: tel. +39 0550114971; info@ex3.it; www.ex3.it

 

[exibart]

 

 

 


………e ancora Firenze: ExtreLargeultima modifica: 2009-10-01T09:05:00+02:00da minobezzi1
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