Grosseto: Gabriele Fusini

Con Gabriele Fusini, imprenditore nel settore della nautica, presidente della Cna maremmana e collaboratore molto stretto e prezioso, in Camera di Commercio, del presidente Gianni Lamioni, affrontiamo, a inizio anno, i temi che riguardano la piccola e media impresa, le preoccupazioni delle categorie, ma anche le speranze e gli obiettivi. E non solo. Come è andato il 2009 per gli artigiani? “La crisi è arrivata in un momento in cui le cose già non andavano bene.
E quindi ha peggiorato la situazione, anche se per le nostre caratteristiche si è risentito meno della crisi perché da sempre la Maremma vive di un’economia che si genera su se stessa“. Cioè? “Non ci sono quelle caratteristiche che invece sono presenti in altre province dove la comunicazione e le infrastrutture permettono alle aziende di muoversi e quindi di creare scambi più continui. Qui da noi non è mai successo: le aziende lavorano nel territorio, almeno in prevalenza, e questo fa sì che la nostra economia viaggi un po’ in ritardo rispetto ad altre realtà”. Con quali conseguenze? “Non facili. Da noi la crisi si è sentita un po’ più tardi, circa un anno dopo, e ora sembra che stia arrivando in maniera più decisa rispetto agli altri che cominciano forse a vedere qualche luce in fondo al tunnel. La bella notizia è che finalmente il tunnel è quantificato. Eravamo in un momento in cui non si capiva quanto mancasse a toccare il fondo: credo che oggi il fondo lo abbiamo toccato, sappiamo che siamo arrivati fin qui, che c’è da ricostruire e da ripartire con ottimismo e convinzione perché le aziende hanno le caratteristiche, proprio per le dimensioni e per la tradizione che si portano dietro da anni, per rimettersi in piedi ed essere tra le prime a dare un contributo alla società”. Anche Lamioni, presidente dell’altra associazione degli artigiani, è abbastanza ottimista. Dice che gli artigiani non sono stati a piangersi addosso e hanno retto, pur tra mille difficoltà: lo riscontra anche lei nonostante tutto?
“Sì, questo sta nelle caratteristiche delle nostre aziende perché un’impresa artigiana basa innanzitutto il proprio capitale sulle risorse umane e quindi, a differenza di altre aziende di caratura più industriale e di dimensioni diverse, anche nei momenti difficili come questi, che non hanno precedenti negli anni, prima di cominciare con i licenziamenti, la cassa integrazione o strumenti quali il ridimensionamento aziendale, hanno tenuto duro, hanno cercato di diversificare le proprie attività, dato un esempio d’orgoglio intelligente, mantenendo intatta la fiducia che è tipica degli artigiani e degli imprenditori che non alzano bandiera bianca, non si piangono addosso ma, nel momento in cui i vari mercati ripartono, sono pronti a montare di nuovo in sella. E sempre e solo con le loro forze”. Si è parlato spesso di difficoltà di accesso al credito per le Pmi, lei che fa anche parte del Cda della Banca della Maremma, ha notato questo?
C’è stata una chiusura della borsa oppure timore da parte delle banche ad andare incontro a queste esigenze? O l’accesso al credito, soprattutto in provincia, non è stato così difficile e tortuoso come invece è accaduto in altre realtà più grandi? “Direi che si deve diversificare, nel senso che le risposte non sono state uguali. Questa crisi ha coinvolto per primo il mondo delle banche, è partita dal mondo delle banche e quelle banche che avevano investito troppo e patrimonializzato poco hanno risentito di questo. Questo ovviamente si è poi riproposto in una maggiore difficoltà nell’elargire credito. Io devo dire sinceramente che, all’interno della banca di cui faccio parte, c’è stata un’operazione opposta, cioè un aumento del credito alle aziende. Ma questo perché, per caratteristiche e peculiarità, la Banca della Maremma ha un approccio diverso al mondo dell’impresa locale.
Sono banche molto ben patrimonializzate, a volte quasi il doppio, tenendo conto delle proporzioni, però in termini percentuali quasi il doppio rispetto a sportelli bancari blasonati a livello nazionale e internazionale. Quindi si sono potute permettere in un momento difficile di dare credito alle aziende, a quelle meritevoli ovviamente. E’ giusto fare sacrifici e aiutare l’azienda che, in un momento di difficoltà, dimostra impegno e serietà e dimostra per prima di credere nel proprio futuro e negli investimenti che fa. Ad alcune aziende, poche per fortuna in provincia, che non hanno questo tipo di mentalità, ma si aspettano e credono che tutto sia loro dovuto, sia da parte dalle associazioni di categoria che le tutelano sia dalle banche, diventa più difficile dare una mano. La mia esperienza è stata positiva, le banche di credito cooperativo, ma anche altre, pure se non locali ma che hanno riferimenti importanti sul territorio, hanno mantenuto un rapporto buono con le aziende continuando a supportarle quando è stato necessario”. E i rapporti a livello istituzionale? Con Comune e Provincia per esempio? “In questi ultimi tempi si è visto che le Amministrazioni hanno capito che ci vogliono segni concreti per dare una mano alle aziende e le ultime iniziative, soprattutto quelle prese di comune accordo con Camera di Commercio, associazioni di categoria e Provincia, hanno portato benefici concreti alle aziende grossetane. Rispetto ai grandi numeri che si sentono alla televisione, aiuti che dovrebbero arrivare, fondi che dovrebbero giungere da tutta Europa e che le aziende non hanno mai visto, dico che i primi aiuti concreti sono arrivati dalla Camera di Commercio, dalla Provincia, dal Comune quando ha investito in iniziative o società partecipate come l’aeroporto o la Grosseto Fiere“.
A proposito, avete creato una super-associazione tra commercianti e artigiani. Può essere davvero utile? “Impresa Insieme, presieduta da Claudio Chiti, rappresenta una rivoluzione culturale nel modo di intendere e di fare associazionismo. E’ l’embrione generato da un lavoro durato 4 anni, in cui abbiamo riavvicinato le associazioni, abbiamo cercato di smetterla di ragionare per posizioni o per campanili sforzandoci di perseguire l’esclusivo interesse degli associati, visto che tutti sanno che i problemi delle aziende, dei piccoli artigiani e commercianti sono in gran numero gli stessi. Era naturale, se non si vuole perseverare nell’essere autoreferenziali, che si cercasse uno sbocco comune, un luogo di rappresentanza unico dove questi interessi, con più peso, possono essere portati a confronto con l’Amministrazione e gli enti locali. Impresa Insieme non deve essere sottovalutata.
Da nessuno. Chiaro che nei primi tempi è un lavoro difficile, dobbiamo rodare il meccanismo che è nuovo in tutta Italia, non solo a Grosseto”. Ma su scala regionale vi hanno addirittura “copiato” simbolo, nome, logo e anche parte dello statuto? “E’ vero, ma non solo. Su scala nazionale non hanno ancora definito il logo e il nome, ma hanno riconosciuto il nostro lavoro di precursori di questa nuova linea e di questa nuovo pensiero di rappresentanza”. Maremma laboratorio, Grosseto laboratorio, come spesso in politica… “Grosseto che, nel mondo della rappresentanza, si pone il problema di come sostenere meglio le proprie aziende e quindi la propria economia, il proprio benessere, la propria occupazione”

Giancarlo Capecchi per corrieredimaremma

Grosseto: Gabriele Fusiniultima modifica: 2010-01-20T11:31:08+01:00da minobezzi1
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