a cura di Fabio Cavallucci Filo rosso di quest’edizione e’ infatti il tema del monumento, o meglio quel radicale processo di de-monumentalizzazione che nell’ultimo secolo ha svincolato la scultura dalle finalità celebrative ed encomiastiche. Emblema del potere forte, strumento di controllo e omologazione delle masse, ma anche catalizzatore dei valori dei popoli e tassello insostituibile nella costruzione della memoria collettiva, il monumento diviene bersaglio principale di rivolte e rivoluzioni, per poi essere spazzato via dall’imporsi degli ideali di democrazia e libertà del nostro tempo. Tuttavia, in uno scenario mobile e mutevole come quello attuale, in un clima di fine d’epoca e di riscrittura della storia, accanto alla predominante iconoclastia contemporanea si registra il progressivo riemergere di codici e valori dal passato. Torneremo a riconoscerci in nuovi monumenti? Il territorio della città, da sempre legato all’estrazione e alla lavorazione del marmo, dove Michelangelo e Canova hanno soggiornato per trovare il materiale che ha dato corpo alle loro opere, ha sofferto piu’ di altri la decadenza della scultura tradizionale seguita alla caduta dei simboli e delle ideologie del Novecento. Il contesto locale si offre dunque come specchio di quei segni di incrinatura del sistema simbolico e produttivo di tutto il mondo occidentale, e dal confronto con questa situazione reale gli artisti ospiti della manifestazione traggono ispirazione. La scelta di coinvolgere tutta la città attraverso un moltiplicarsi di sedi espositive – vecchi laboratori di scultura e altri edifici dismessi del centro, dove i segni del tempo e dell’abbandono sono evidenti – contribuisce a dare corpo a quella dimensione di passaggio che costituisce il leitmotiv di tutta l’esposizione: dove il disorientamento e’ piu’ evidente, li’ e’ forse piu’ facile trovare terreno fertile per il cambiamento. In mostra, il tema sarà introdotto da un’ampia sezione storica con esempi di produzione monumentale a cavallo dei due secoli, affiancati da modelli della statuaria del Ventennio e del realismo socialista sovietico e cinese. Ma la parte centrale dell’esposizione e’ costituita dalle opere di piu’ di trenta artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo, tra i quali spiccano, per citarne solo alcuni, importanti nomi internazionali del calibro di Paul McCarthy, Antony Gormley, Yona Friedman, Santiago Serra e Monica Bonvicini, affiancati da giovanissime promesse come Kristina Norman, presente al Padiglione Estone della Biennale di Venezia 2009, Cyprien Gaillard, candidato tra i finalisti del Premio Marcel Duchamp 2010, o Rossella Biscotti, vincitrice del Premio Fico ad Artissima 16. Ben 26 degli artisti invitati presentano per l’occasione nuove produzioni, concepite dopo sopralluoghi e una piu’ approfondita conoscenza della realtà del territorio carrarese e nella maggior parte dei casi realizzate nei laboratori della città. Questi progetti, oltre a declinare in modo a volte inaspettato il tema portante della Biennale, hanno in comune un approccio assolutamente sperimentale e interdisciplinare alla pratica della scultura. Il percorso della mostra presenta quindi interventi piu’ tradizionali, come la lapide commemorativa ai caduti delle cave del giovanissimo Giorgio Andreotta Calo’, che estrae personalmente un blocco di marmo da una cava senza l’ausilio dei macchinari; accanto a opere dal carattere piu’ concettuale, come quella di Cai Guo-Qiang, che riporta a Carrara cio’ che da qui e’ partito con una videoinstallazione su migliaia di studenti dell’Accademia di Pechino che disegnano il David di Michelangelo. Operazioni performative, come quella concepita da Sam Durant – che fa recitare l’opera Il Primo Maggio di Pietro Gori ad attori diretti da Gianmarco Montesano – si alternano a percorsi della memoria, come la serie di foto di famiglia della coppia kazaka Yerbossyn Meldibekov e Nurbossyn Oris, che evidenzia come il tessuto urbano e i monumenti del loro Paese, punti di riferimento storico-culturale imprescindibili, siano cambiati negli ultimi decenni dopo lo sgretolamento dell’U.R.S.S.. Ci sono poi omaggi alla tradizione anarchica locale, come l’installazione sonora di Deimantas Narkevicius, che diffonde l’audio del canto anarchico Addio mio bel Carrara, per voce di anziani reduci della resistenza; e monumenti al quotidiano, come l’operazione di Gillian Wearing, che fotografa su un piedistallo di marmo gruppi di abitanti del luogo. Infine, non mancano operazioni apparentemente dissacranti, come quella concepita da Maurizio Cattelan, che ha annunciato di voler sostituire per il periodo della Biennale lo storico monumento a Mazzini, collocato nella piazza centrale di Carrara, con un monumento a Bettino Craxi. Parallelamente al percorso espositivo la XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara propone quest’anno un intenso programma di eventi collaterali, con conferenze, cicli di performance e workshop che, per tutto il periodo di apertura, arricchiscono la kermesse. La XIV Biennale Internazionale di Scultura e’ organizzata dal Comune di Carrara, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara e dalla Cassa di Risparmio di Carrara, col sostegno della Regione Toscana e della Provincia di Massa e Carrara ed in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, l’Apt di Massa-Carrara, il gruppo Internazionale Marmi Macchine e l’associazione Amici dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Artisti Carl Andre Deimantas Narkevicius Parte storica Libero Andreotti Biennale Educational: l’arte contemporanea entra nelle scuole Piu’ di 2000 allievi già prenotati, oltre 100 laboratori per scuole di infanzia, primarie e secondarie: tutto questo, a due mesi dall’apertura della Biennale, e’ Biennale Educational, l’innovativo programma di educazione al contemporaneo promosso e organizzato dalla XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara. L’iniziativa, che e’ partita alla fine di marzo e durerà fino all’autunno prossimo inoltrato, porta l’arte contemporanea nelle scuole, coinvolgendo tutto il territorio del Comune di Carrara, senza tralasciare le aree piu’ periferiche. Cuore pulsante di un’articolata ragnatela di strategie divulgative, il ciclo didattico trova la sua originalità nel fatto che gli studenti non imparano una tecnica espressiva, ma sono anzi aiutati a comprendere alcuni passaggi concettuali che stanno alla base dell’arte attuale. Le attività, per le quali vengono utilizzati materiali semplici come carta e creta, vecchie cartoline e immagini digitali, prendono spunto dal tema principale della manifestazione, il monumento tra tradizione e modernità, e dalle opere di alcuni degli artisti ospiti. Seguendo il loro lavoro i ragazzi possono comprendere come il linguaggio artistico fornisca spesso una risposta a problematiche attuali. Per esempio, attraverso lo studio del No Global Tour di Santiago Sierra, gli studenti si confrontano con i problemi della globalizzazione: come l’artista mostra luoghi che hanno smarrito la propria identità, cosi’ i ragazzi percorrono un tour negli spazi del loro vissuto alla ricerca di tracce di omologazione. Oppure, avvicinandosi ad alcune delle opere pirotecniche di Cai Guo-Qiang, i famosi Gunpowder drawings, apprendono il ruolo del caso e dell’improvvisazione nell’estetica contemporanea. Tutte le proposte di Biennale Educational sono state concepite tenendo conto delle diverse esigenze formative degli studenti in base alle specifiche fasce di età. Ecco perche’ il programma si articola in quattro direttrici principali, a loro volta suddivise in un ventaglio di attività diverse, a seconda della classe di appartenenza dei ragazzi, arrivando a toccare il totale di ben 21 laboratori specifici. Si comincia con Start, che raccoglie quattro piani formativi per i piu’ piccini, e in cui la parte ludica e’ dunque prevalente; si passa poi all’operatività manuale di Small, che prevede ben sei diversi progetti pensati per i bambini delle scuole elementari; si continua con la riflessione storica e concettuale di Medium, mirata alle scuole secondarie di primo grado; e si termina con i cinque progetti elaborati per Large, il programma per i giovani studenti degli istituti superiori, in cui il confronto appare piu’ maturo e consapevole. Grande soddisfazione per il progetto e’ stata espressa dagli organizzatori e dagli insegnanti. Hanno aderito con entusiasmo al progetto anche insegnanti di materie apparentemente piu’ lontane dal linguaggio artistico, quali la fisica e la geografia, a testimonianza di come l’arte contemporanea, grazie alla sua complessità e interdisciplinarità, possa essere vissuta come momento di approccio al mondo che ci circonda e alle tematiche di piu’ stretta attualità. Con questo progetto la Biennale Internazionale di Scultura di Carrara intende dunque essere molto di piu’ di una kermesse in grado di catalizzare la presenza migliaia di visitatori nella stagione estiva, e, iniziativa unica nel suo genere, vuole rappresentare un’occasione di avvicinamento al Contemporaneo per il grande pubblico: a cominciare dai ragazzi. Biennale Educational e’ un’iniziativa organizzata dal Comune di Carrara grazie al sostegno di UniCoop Tirreno, Camera di Commercio della Provincia di Massa e Carrara, Progetto eduMusei della Regione Toscana. Il progetto rientra nel piu’ ampio piano strutturale messo a punto, già a partire dallo scorso ottobre, dai principali interlocutori dal territorio per rendere la manifestazione estiva non soltanto un evento imperdibile per i suoi visitatori, quanto piuttosto un punto di riferimento permanente e imprescindibile per la crescita culturale ed economica della città. Eventi paralleli Sabato 26 giugno, invece, La Marrana Arteambientale e Castello di Malaspina di Fosdinovo, in collaborazione con Carlo Telara Marmi alle ore 17.30 inaugura la mostra Dare arte al luogo – Dare arte alla città. Infine, domenica 27 giugno dalle ore 12.00 la galleria Vianuova arte contemporanea presenta presso l’Istituto del Marmo Pietro Tacca la mostra collettiva Niente da vedere tutto da vivere, all’interno della quale propone una serie di performance, dalle 18.00 alle 22.00. Quest’anno la XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara e’ accompagnata per tutta la sua durata da dieci eventi organizzati da associazioni, gallerie e artisti del territorio carrarese, selezionati grazie ad un concorso pubblico lanciato nei mesi scorsi e chiuso il 28 febbraio. Alla preselezione hanno partecipato piu’ di trenta realtà attive su tutto il territorio nazionale, con proposte eterogenee. La commissione selezionatrice – formata da Luisa Passeggia, ricercatrice presso la Facoltà di Scienze dei Beni Culturali dell’Università di Pisa e autrice del volume Carrara e il Mercato della Scultura per la Fondazione Cassa di Risparmio, Antonio Grulli, giovane critico e curatore che recentemente ha partecipato al progetto Monument to transformation (una piattaforma di osservazione e riflessione sulla società negli ultimi trent’anni), Michele Monfroni per i laboratori di Scultura, e la giovane Elena Marchini come esponente degli ambiti giovanili di Carrara – ha stilato una graduatoria dalla quale sono stati estrapolati dieci progetti che vengono realizzati in totale autonomia dai soggetti proponenti. Il programma finale e’ molto vario: si va da performance a proiezioni video, dall’esposizione monografica al design contemporaneo, dallo spettacolo teatrale alla scultura. Alcuni soggetti presentano singole monografie, altri, invece, indagini piu’ ampie sul panorama giovanile o ricognizioni storiche. Non mancano infine eventi interdisciplinari, capaci di dare inizio a nuove alchimie tra le pratiche espressive. Lo spazio F65, store all’interno della Bufalini Marmi, per esempio, diventa location per due eventi di natura completamente diversa, che hanno il marmo come minimo comun denominatore. Mentre la grande videoproiezione di Arthur Duff, grazie all’uso di un laser bianco, contribuisce a rivelare gli inediti e suggestivi valori semantici della parola marmo, il progetto Il senso delle cose racconta la ricerca del designer Paolo Ulian, attraverso le sue opere piu’ significative e caratterizzanti, arricchite per l’occasione da prototipi inediti. L’associazione culturale Opera Bianca regala suggestioni fluxus nell’ambito di Differenze di Stile: People – evento in tre giornate che confronta fotografia, installazioni, performance e scultura, alla ricerca di assonanze e dissonanze nei linguaggi e nelle forme -, mentre l’incontro tra teatro e scultura e’ proposto da Beckett and White, progetto dello Studio d’arte Corsanini che corre sul filo dell’opera di Beckett. Da una parte la compagnia La Tartaruga mette in scena proprio all’interno di uno studio di scultura Happy days di Samuel Beckett, con l’intenzione di creare un momento di riflessione interdisciplinare; dall’altra, Itto Kuetani, con un’opera dal carattere ambientale e Cristian Biasci con La luce inquieta propongono nuove interpretazioni della materialità della scultura. Grande spazio e’ riservato anche alle rassegne su movimenti storici e tendenze dell’arte contemporanea. Una riflessione sulla qualità della ricerca artistica in Toscana e’ quella proposta dalla galleria fiorentina Vianuova arte contemporanea in Niente da vedere tutto da vivere, a cura di Lorenzo Bruni. Il progetto, che si articola in tre sezioni, offre uno spaccato della scena artistica toscana, dalle sperimentazioni degli anni Sessanta alle nuove energie degli artisti di oggi. Dal regionale si passa poi alla scena nazionale con la mostra Arte povera in Accademia dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, che propone una panoramica su uno dei piu’ importanti movimenti artistici che ha avuto origine nel nostro Paese. Dall’arte ambientale si passa poi ai grandi interventi che ridisegnano la fisionomia urbana con la mostra Dare arte alla città, presentata nuovamente dalla Marrana. Si tratta di due diversi interventi per spazi pubblici: Deep Fountain, fontana realizzata dall’artista Cristina Iglesias con gli architetti Robbrecht e Daem in Leopold Waelplaats ad Anversa, e la proposta per Piazza Verdi alla Spezia dell’artista Idetoshi Nagasawa, con l’architetto De Vita. Dopo l’excurs in campo architettonica e urbanistico si ritorna al territorio con la mostra personale Destini svelati, di Mario Sasso, a cura dell’associazione culturale Ars Gratia Artis: due video-ritratti, prodotti ad hoc, che rileggono la realtà locale legata al marmo e alle cave che verranno donati a un museo cittadino. Per finire si scivola nella dimensione dell’onirico e del fantastico al Centro di Arti Plastiche attraverso l’opera dell’artista tedesco Frank Breidenbruch, e le visioni bizzarre di Luigi Mainolfi con le sue Arpie, sfere, dune e altre presentati rispettivamente dall’Associazione Culturale La Chimera, e dalla Galleria Nicola Ricci arte contemporanea. Coordinamento Didattica Ufficio Stampa e Comunicazione Responsabile ufficio stampa Addetto stampa Info Inaugurazione 26 giugno 2010, ore 11 Visita alle sedi espositive SEDI Ex segheria Adolfo Corsi Ex Laboratorio Ugo Corsi Ex Laboratorio Corsi-Nicolai Seminterrato Scuole Saffi Chiesa della Madonna delle Lacrime Piazza Alberica Orari di apertura Prezzi del biglietto undo |
…….e ancora Carrara: Post Monument XVI Biennale di Scultura
…….e ancora Carrara: Post Monument XVI Biennale di Sculturaultima modifica: 2010-06-26T09:55:00+02:00da
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