Santa Fiora (GR): Geotermia portatrice di malanni?

Il comune di Santa Fiora è stato, sabato ,protagonista della presentazione dello studio epidemiologico sulle popolazioni dell’intero bacino geotermico toscano condotto da Ars (Agenzia regionale di sanità) Toscana con il supporto scientifico del gruppo di epidemiologi del Cnr (Fondazione Monasterio di Pisa).

La ricerca presentata nella sala del consiglio comunale agli amministratori di tutti i comuni amiatini, agli operatori sanitari e ai cittadini è stata però criticata dai comitati che non ammettono e non si fanno persuadere che l’aria dell’Amiata possa essere buona e che la presenza della geotermia non sia portatrice di malanni per la popolazione che vi abita.

Lo studio – iniziato nel 2008 e concluso nell’estate 2010 – è stato condotto sia tra la popolazione dell’area geotermica classica, ovvero quella della provincia pisana di Larderello, sia tra la popolazione dei comuni dei due versanti-senese e grossetano- dell’Amiata, e non ha rilevato un peggioramento delle caratteristiche di salute da mettersi in relazione con la presenza e lo sfruttamento dell’attività geotermica.

« Il quadro sanitario delle aree geotermiche che ne esce – ha spiegato l’assessore all’energia Anna Rita Bramerini introducendo la presentazione della ricerca che poi ha illustrato Francesco Cipriani, direttore dell’Osservatorio epidemiologico di Ars -è rassicurante e in linea con il quadro della Toscana che, sappiamo, ha un’aspettativa di vita più alta rispetto alla media nazionale.»

Le criticità che emergono nell’area dell’Amiata sono, semmai, da mettere in relazione alle attività minerarie e ai conseguenti stili di vita di queste popolazioni: una situazione di cui sono inconsapevoli testimonianze le canzoni del coro dei minatori dell’Amiata che Simone Cristicchi ha fatto conoscere a mezzo mondo.

«I pochi eccessi di malattie rilevate nella nostra ricerca – ha spiegato, infatti, nel dettaglio Cipriani – fanno pensare che queste siano imputabili alle occupazioni minerarie del passato o a stili di vita individuali piuttosto che alla geotermia». «Elementi -che ha detto l’assessore Bramerini- meritano di essere approfonditi e riflettuti ulteriormente».

Pertanto gli studi proseguiranno e saranno meglio indagate le cause che portano a rilevare queste criticità e, per permettere questo supplemento di indagini sanitarie, saranno messe a disposizione nuove risorse.

«Anche a seguito delle richieste dei cittadini, abbiamo deciso di far proseguire l’attività di studio e approfondimento che concorderemo con l’assessorato alla sanità, con le Asl e i Comuni interessati». Ha, infatti, annunciato l’Assessore Anna Rita Bramerini. «Come assessorato all’energia nel 2011 metteremo dunque a disposizione nuove risorse, 150mila euro circa, con le quali l’assessorato alla sanità avvierà l’ulteriore fase di studio. Al tempo stesso cofinanziaremo un programma sanitario che attiveremo sull’area amiatina sempre sotto l’egida dell’assessorato alla sanità.»

Tra gli approfondimenti  previsti, anche uno studio sugli effetti dell’esposizione a basse dosi dell’idrogeno solforato (o acido solfidrico); una delle sostanze tipiche della aree geotermiche che le fanno riconoscere per l’inconfondibile odore  di zolfo e che se anche non comporta rischi sanitari (le concentrazioni rilevate sono al di sotto dei limiti raccomandati dall’Oms) è comunque un elemento di disturbo nella vita quotidiana. Un elemento presente nell’atmosfera delle aree geotermiche per cui non esistono limiti standard di legge ma che la regione Toscana ha imposto all’Enel di abbattere attraverso l’impiego di filtri (Amis) su tutte le 31 centrali di sua proprietà e che attualmente sono presenti solo su 19 .

«Continueremo negli approfondimenti- ha detto il direttore dell’Ars- per i quali chiederemo un contributo anche a Michael Bates, professore associato di Epidemiologia dell’Università di Berkeley (California) con il quale siamo in contatto da tempo.»

« Bates – ha spiegato Cipriani- ha realizzato uno studio in Nuova Zelanda, nella città di Rotorua, nei pressi di un campo geotermico in funzione, ed è il primo in materia ad aver indagato per un decennio sullo stato di salute della popolazione esposta regolarmente alle concentrazioni di acido solfidrico e pensiamo che potrà essere un elemento di confronto interessante. Inoltre, presenteremo il nostro studio per pubblicazioni si riviste scientifiche per aprire la discussione tra esperti del settore su una materia, la geotermia e la salute, di cui poco si sa. Dal punto di vista sanitario, ci coordineremo con le Asl per proseguire il monitoraggio e gli interventi di prevenzione sulla popolazione insieme ai medici di base.»

Rassicurazioni e approfondimenti d’indagine che non hanno però sortito l’effetto di calmare gli animi di chi di geotermia non vuole proprio sentir parlare. All’appuntamento di Santa Fiora una ventina di persone munite di cartelli in rappresentanza dei comitati contrari alla geotermia hanno, infatti, nei loro interventi cercato di obiettare ai metodi e ai risultati ottenuti dalla ricerca.

Non dello stesso tenore invece l’intervento di uno storico rappresentante di un comitato dell’Amiata contro la geotermia,  Fabrizio Tondi, medico che principalmente dei problemi di salute ne aveva fatto una bandiera.

Tondi ha infatti sottolineato con apprezzamento  l’impegno della Regione, in particolar modo dell’assessore all’ambiente, di aver fatto notevoli passi avanti negli studi per approfondire i temi legati all’uso della geotermia.

Studi che dunque proseguiranno, pur sapendo che non riusciranno, comunque, a sedare le proteste di chi la geotermia proprio non la vuole, ma che potranno altresì tranquillizzare ulteriormente chi si pone nei confronti dell’utilizzo di questa fonte energetica in maniera del tutto laica.

greenreport

Santa Fiora (GR): Geotermia portatrice di malanni?ultima modifica: 2010-11-29T18:34:00+01:00da minobezzi1
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