Arezzo: Arrivano due opere robbiane dall’Hermitage di San Pietroburgo

Della Robbia: arrivano le opere dell’ErmitageAccompagnate da Sergey Androssov, capo dipartimento delle collezioni d’arte europea del Museo Statale Hermitage, ed accolte dal Presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli e dall’assessore provinciale alla cultura Emanuela Caroti, sono giunte finalmente ad Arezzo, alla mostra dedicata a “I Della Robbia. Il dialogo tra le Arti nel Rinascimento” – aperta il 21 febbraio scorso e in programma fino al 7 giugno – le importanti opere prestate dall’Hermitage, il cui arrivo era stato posticipato per ragioni burocratiche. In particolare, ad integrare la prima sala dedicata ad un giovane Luca della Robbia, capace di dialogare con i grandi scultori del tempo nella riscoperta della terracotta, prima dell’incredibile “invenzione” dell’invetriatura, ecco una preziosa Madonna con bambino – altorilievo in stucco dipinto e dorato – che la critica attribuisce alla bottega del Ghiberti. Si tratta di un esemplare che ripropone un modello che ebbe grande fortuna, il cui prototipo va riconosciuto nella scultura del Seminario Arcivescovile di Fiesole di Filippo Brunelleschi, il Maestro del San Pietro di Orsanmichele.

L’opera dell’Hermitage in effetti ci porta a riconoscere la passione per il recupero dell’antico non solo in Donatello e Brunelleschi, ma anche nel Ghiberti di cui si possono cogliere le astuzie sin dall’apertura di secolo, quando – fiutata l’aria “classicheggiante” che spirava a Firenze sul 1401 – decise di licenziare la sua formella del concorso per la Porta del Battistero, indubbiamente ancora gotica e arcaizzante, informandola sulle più aggiornate pulsioni contemporanee di stampo anticheggiante nella nudità apollinea di Isacco.

Accanto a questa, il Museo sulla Neva porta ad Arezzo un notevole San Sebastiano (1515-1520) esposto nel Salone centrale del percorso espositivo allestito presso il Museo d’Arte Medievale e Moderna . Il giovane martire in attesa del supplizio con le braccia dietro i fianchi e le mani legate ad un tronco di colore verde marrone è in candida invetriatura, opera di Marco della Robbia, secondogenito di Andrea divenuto frate domenicano col nome di fra Mattia, prendendo l’abito dalle mani del Savonarola nel 1496.Della Robbia: arrivano le opere dell’Ermitage E proprio all’ambiente savonaroliano è riconducibile la particolare predilezione per il soggetto –il cui corpo nudo era testimonianza di perfezione e purezza spirituale – mentre l’esuberanza della rappresentazione, nell’anatomia nervosa e smagrita e nella scattante gestualità della posa dinoccolata, risulta perfettamente rispondente allo stile di Marco incline a vivacizzare la scultura robbiana attraverso deformazioni anticlassiche, sulla scorta di Raffaello, Filippino Lippi e degli orientamenti tosco-romani della prima Maniera.

 Bello e affascinante l’accostamento proposta da questa mostra – che sta raccogliendo uno straordinario consenso da parte della critica – con l’ellenistico San Sebastiano del padre di Marco, Andrea della Robbia, proveniente dal Museo Civico di Montalcino, realizzato nel primo decennio del Cinquecento secondo un modulo, declinato in poche varianti, già attestato nella bottega di via Guelfa dallo scorcio del Quattrocento.

Arezzo: Arrivano due opere robbiane dall’Hermitage di San Pietroburgoultima modifica: 2009-03-06T21:46:00+01:00da minobezzi1
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