Siena: Chianti, Nobile e Brunello contro la crisi?

La crisi colpisce duro anche in Toscana, ma almeno per quanto riguarda i 3 principali Consorzi l’ottimismo sembra generale. A parte quello un po’ obbligato e forzato del Brunello (che tenta di uscire dalla grave crisi d’immagine in cui è piombato l’anno scorso con la nota vicenda dei taroccamenti e conseguenti declassamenti di alcune cantine), questo è lo stato d’animo che si è colto nella settimana dedicata alla presentazione delle nuove annate dei rossi toscani a base di Sangiovese: Chianti Classico 2007 e 2006 Riserva, Nobile di Montepulciano 2006 e 2005 Riserva, Brunello di Montalcino 2004 e 2003 Riserva.

Il primo punta su territorio e patrimonio delle aziende, il secondo su autenticità, qualità e orgoglio dei produttori, il terzo su un blasone che dopo essere caduto dagli altari dimostra di volersi scuotere di dosso tutta la polvere accumulata.

Per quanto riguarda il Chianti, va detto che dalle degustazioni all’ex stazione Leopolda a Firenze emerge un vino elegante e di grande raffinatezza per il 2007 (fresco ed equilibrato) e capace di evolvere al meglio per la Riserva 2006, anche se forse è meno immediata e gradevole del primo. Interessante si presenta anche l’anticipazione del 2008, per lo più all’insegna della rotondità, pur sempre da intuire vista la giovane età. Segno distintivo da non trascurare una sorta di ritorno al Sangiovese delle origini, con meno colore, minor uso del legno e lieve recupero della tradizionale ruvidezza di questo vitigno giovane…

Il Vino Nobile 2006 si presenta per parte sua con una buona struttura ed un’acidità che lo rende particolarmente facile da bere, anche se ancora giovane. Pure a Montepulciano si avverte nettamente il ritorno ad un Sangiovese più tradizionale con colori rossi meno accentuati. Si colgono varie interpretazioni (tradizionale e moderna) entrambe però chiaramente individuabuili e in linea con la volontà del Consorzio di portare ad un 70% il minimo di Sangiovese proprio per favorire l’uso migliore dei vitigni selezionati e puntare maggiormente sull’effetto territorio.

E a proposito di territorio questa è la vera sfida del grande malato dei Sangiovesi, quel Brunello che si sta riprendendo dalle batoste, anche grazie alla tenacia di alcuni produttori che, a fronte dell’esempio del successo di Biondi Santi, hanno difeso la tipicità del Sangiovese in purezza. Al punto che alcuni vini sembrano lontani parenti di quei Brunelli recenti tutto muscoli e ruffianeria, per fortura archiaviti in nome di maggiore tipicità.

A.L. per Italia a Tavola

Siena: Chianti, Nobile e Brunello contro la crisi?ultima modifica: 2009-03-28T16:00:00+01:00da minobezzi1
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