Livorno: Tirrenia all’asta

Fintecna avvia l’asta su Tirrenia. La pubblicazione del bando per la presentazione delle manifestazioni di interesse ad acquisire il 100% di Tirrenia è ora attesa per la fine di aprile. La notizia – anticipata dal Sole 24 ore – è corredata dall’indiscrezione secondo cui l’advisor finanziario Unicredit e lo studio legale Clifford Chance – nominati da Fintecna per seguire la procedura di vendita – si sono già messi al lavoro dopo il via libera alla procedura d’asta arrivato venerdì scorso dal cda della società guidata da Maurizio Prato. Le regole che si stanno predisponendo in queste ore si ispirerebbero a operazioni analoghe di privatizzazione: in particolare si è fatto riferimento al primo tentativo di cessione della compagnia di bandiera Alitalia fatto nel 2007 dal governo Prodi.

Tirrenia continua così il suo viaggio tempestoso verso la via della privatizzazione: come si sa, i numeri della compagnia marittima non sono rassicuranti: la gestione pubblica non riesce a far decollare i bilanci. E il gruppo, gravato da 900 milioni di debiti si barcamena con un fatturato di 600 milioni. Già in queste condizioni trovare chi è interessato non è facile: ad aggravare la situazione è l’obbligo di cedere la società in blocco a un unico acquirente.

Nonostante il bando sia atteso per aprile, la procedura sarà ancora lunga diversi mesi: chi rischia di più, in questa lenta agonia, sono le compagnie regionali gestite da Tirrenia (Caremar, Siremar, Toremar, Saremar), che davanti a loro hanno un’intera estate di viaggi da passare sulla graticola.

L’annuncio di Fintecna non spegne però le polemiche, alimentate ieri dal segretario generale della Uil Trasporti, Giuseppe Caronia, che ha definito l’intera vicenda Tirrenia, «un giallo a tinte fosche». «Molti continuano a parlare e straparlare di Tirrenia senza aver la benché minima idea di come stiano in realtà le cose – dice Caronia -. Non vorrei dover annoverare tra questi anche lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli che continua a richiamarsi a presunte pressioni della Ue affinché si taglino linee e si faccia una gara per la privatizzazione del gruppo».

Premesso che, spiega il sindacalista, «la Ue non ha alcun interesse o potere decisionale sul taglio di linee ma preme semmai per loro liberalizzazione che è ben altra cosa; privatizzare Tirrenia in questo momento di recessione è follia suicida. In nessun modo poi è stato dimostrato che con la privatizzazione di Tirrenia si determinerà una diminuzione dei costi a carico dello Stato che dovendo assicurare la costituzionalmente garantita, “continuità territoriale” con le isole minori del Paese, sarà costretto invece ad incrementarli, venendo meno quella compensazione che nessun privato potrebbe mai operare tra linee commerciali attive e linee sociali passive. Non riesco a comprendere le ragioni per cui si continui a tenere all’oscuro i lavoratori e non si apra un tavolo di confronto come da mesi richiesto dalle organizzazioni sindacali». «Intanto – conclude Caronia – si affacciano come avvoltoi le prime cordate e cordatine pronte a fare, dopo quello di Alitalia, un altro affare del secolo».

Ieri è intervenuto sulla questione anche Raffaele Lombardo, presidente della Regione siciliana: «Ha ragione il ministro dell’Economia Giulio Tremonti quando dice che abbiamo speso male i fondi strutturali. Io sono il primo a fare autocritica, ma i ministri diano il buon esempio licenziando i managers di quelle aziende di trasporto marittimo che hanno accumulato milioni di euro di debiti». Quali compagnie? «Tirrenia e Siremar. Perchè non licenziano i managers di queste società, veri autori del fallimento?».

Roberto Scarcella per Il Secolo XIX

Livorno: Tirrenia all’astaultima modifica: 2009-03-30T15:18:20+02:00da minobezzi1
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