Equi Terme (MS): Sito archeo-preistorico in pericolo; denuncia di Italia Nostra

 

Ecco quanto la sezione apuo-lunense di Italia Nostrra denuncia sul caso del complesso archeologico-preistorico di Equi (Fivizzano in Lunigiana – Massa e Carrara)

A suo tempo – e per una trentina d’anni circa – il complesso archeologico di Equi, un patrimonio unico e di valenza incredibile, è stato oggetto di innumerevoli ricerche e rilevamenti scientifici, di fruizione corretta per visite guidate da parte di migliaia di appassionati e studenti, nonchè di vincoli ministeriali (in data 2 dicembre 1996 il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, accogliendo l’accorato e documentato appello della Soprintendenza Archeologica della Toscana, aveva reiterato e notificato a chiunque interessato un decreto di tutela assoluta, con divieto per chiunque, privato o ente pubblico, di alterare minimamente lo stato dei luoghi interni ed esterni per realizzarvi qualsivoglia intervento improprio).

Poi – da non molti anni – è stato acquisito d’imperio alla potestà e gestione comunale (con esproprio degli aventi titolo a mantenerne la cura)… per essere “messo a reddito”, secondo le buone e solite pratiche regionali e nazionali d’ogni colore e matrice politica nei riguardi dei beni ambientali e culturali. Ovviamente con intenti progettuali e l’inizio di interventi devastanti che, solo in via provvisoria purtroppo e fino ad oggi, si era riusciti a stoppare, come associazione, avendo attivato direttamente o a supporto di esposti privati, tutti i possibili Enti interessati, Procura e Sovrintendenza compresi…

(La Sezione Apuo-Lunense aveva denunciato, altresì, il caso Equi a livello di Italia Nostra Toscana e Nazionale richiamando anche sul Bollettino Nazionale dell’associazione le azioni già svolte fin dal 2007).

Recentemente si è riparlato molto del complesso in questione, della sua preziosità, degli scassi barbaramente e scientemente già perpetrati e di quelli in fieri, imminenti… perchè appunto stanno per essere ripresi. Ancora una volta perciò dobbiamo coralmente denunciarne la gravità e appellarci all’universo mondo per scongiurarli, smentendo – ancora una volta – le affermazioni del Sig. Sindaco di Fivizzano (il quale si ripropone come candidato al Comune e in atto ha ben altri ed alti incarichi politico-amministrativi in provincia di Massa e Carrara).

Egli ha sempre dichiarato, infatti, di avere tutti i permessi necessari e che pensa solo agli interessi della comunità, quindi non si cura delle posizioni e opposizioni di chi non vuole o non riesce a capire la bontà del progetto; e in tre mesi, con l’ennesimo finanziamento regionale di 500.000 euro (oltre gli ingenti fondi già avuti dai vari serbatoi nazionali ed europei) riuscirà finalmente a far completare un percorso “turistico” di una sessantina di metri che porterà agevolmente i visitatori paganti all’interno delle favolose grotte… non importa se per penetrarvi occorrerà scassare ulteriormente la Tecchia e compromettere irreversibilmente il contesto ipogeo ed esterno. Va dato atto al Sig. Sindaco Rossetti, d’altra parte, di essere coerente e credibile verso se stesso, la sua maggioranza, gli enti che lo sostengono, l’impresa che condurrà a termine i lavori e le coop che collateralmente già gestiscono e gestiranno vieppiù il flusso turistico.

Va detto che è, da anni, il principale fautore del progetto e del business che ne deriverà e che ha dalla sua la Regione, la Provincia e perchè no, anche la Sovrintendenza, certo l’attuale, non quella che negli anni novanta riuscì ad imporre il vincolo ministeriale di tutela assoluta al “bene” collettivo. E va ricordatoi, per inciso e sommessamente, che il Ministro Bondi è di Fivizzano e in altri tempi “partitici” ne è stato il Sindaco… come tale, si dice, ha sempre visto di buon grado e sostenuto le ricerche e i rilevamenti scientifici, indi la conservazione della Tecchia e delle Grotte di Equi in Lunigiana. Riteniamo che sia, di certo, al corrente di ciò che di nuovo si profila di insipiente e distruttivo nella sua beneamata terra natia; noi non abbiamo il minimo dubbio sul fatto che non vorrà compromettere ulteriormente la sua immagine nazionale e la sua autorevolezza locale per quello che potrebbe connotarsi come un pateracchio insulso ma trasversale e condiviso tra pseudo berlusconiani di destra, di centro e di sinistra d’alto e infimo bordo. Noi continuiamo a credere che il “caso” di Equi sia emblematico di come beni di rilevante interesse ambientale, storico, artistico… patrimonio dello Stato, cioè di tutti noi, per calcolo e per quant’altro vien fatto di pensare, possano essere impropriamente e discutibilmente gestiti e mercificati anzi che sacralmente rispettati e salvaguardati per la loro valenza e unicità. La Sezione Apuo-Lunense di Italia Nostra ribadisce di restare a completa disposizione della Magistratura, dei Ministeri competenti e degli Enti comunque interessati auspicando che le indagini a suo tempo avviate (poi, inspiegabilmente… congelate) siano riattivate e definite quanto prima per far piena luce su una vicenda che presenta troppi lati oscuri … Ma nel frattempo non resterà inattiva; preannuncia iniziative eclatanti e di popolo imaggio per avversare l’ennesima ferita ai giacimenti archeologici.

Equi Terme (MS): Sito archeo-preistorico in pericolo; denuncia di Italia Nostraultima modifica: 2009-03-31T09:54:00+02:00da minobezzi1
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