Arezzo: Grido di dolore per il Teatro Petrarca

Ecco il grido di dolore per il Teatro Petrarca, pubblicato dal battagliero arezzonotizie:

“”Se è vero, come amava dire il grande Eduardo, che “teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male“, allora nella nostra città si recita malissimo e si vive con ancor minore serietà.

L’Arezzo dello Studium, della storia millenaria, dei grandi artisti e grandi scienziati, non possiede nemmeno uno straccio di teatro. O meglio, c’è il Bicchieriaia: 100 posti buoni – senza offesa alcuna – per rappresentazioni da paesino.

E così, chi un tempo andava al teatro, oggi si abbona alle stagioni di Firenze, Cortona, perfino Castiglion Fiorentino, in un’assurda transumanza che nasconde la rabbia dell’impotenza; l’impotenza di una città tradità in uno dei suoi simboli più celebri, più identitari: il Teatro Petrarca.

Ma andiamo con ordine.

La struttura fu dichiarata inagibile durante il mandato Lucherini, perché fuori norma sotto tutti gli aspetti, sia impiantistici che infrastrutturali; un’operazione di rimessa in sicurezza che, stante le attuali normative, viene a costare milioni di euro.

A ciò si aggiunge un problema ancora più grave: il Petrarca ha soli 600 posti, di cui un centinaio – nelle logge basse – di proprietà dei 58 “accademici”, i veri proprietari di tutto il complesso. Il che significa, da una parte, dover sempre statutariamanete mettere d’accordo 58 persone per qualunque operazione finanziaria, dall’altra l’impossibilità oggettiva, per qualunque privato interessato alla gestione, a rientrare nei costi; infatti, anche la rappresentazione più a buon mercato, viene a costare mediamente dai 7-8000 ai 11-12.000 euro, senza calcolare i costi fissi e di gestione. Una voragine impossibile da ricoprire con 500 biglietti o con gli abbonamenti.

Teatro Petrarca: un insulto alla città.Lucherini conosceva perfettamente queste problematiche, ed aveva trovato la soluzione: la costruzione dell’auditorium polifunzionale da 1500 posti presso la caserma cadorna. Operazione che – nel puro stile Lucherini – non sarebbe costata un centesimo alla città. Infatti il progetto era pagare l’auditorium e una nuova e modernissima biblioteca semplicemente con gli oneri di urbanizzazione che la proprietà acquirente avrebbe dovuto versare al Comune per l’intera area. Nel frattempo, l’Assessore Chianucci stava affrontando il certosino lavoro di relazione con i 58 accademici per metterli d’accordo e far accedere un mutuo ventennale per la ristrutturazione del Petrarca.

E poi? Il disastro totale. Caduta la Giunta Lucherini, Fanfani ha immediatamente incassato il possibile aiuto delle BPEL per la ristrutturazione – possibilità enorme, che la precedente giunta non aveva – ma niente da fare. Tre anni di dormita colossale, e la BPEL si è ritirata dal progetto. E l’auditorium alla cadorna? Cancellato. Era stata ventilata anche la possibilità di un teatro tenda come sede provvisoria. Niente da fare.

E intanto si spendono soldi per il play-art, che, come simbolo di identità aretina è uguale a zero, poiché replicabile uguale-uguale in qualunque città della penisola.

Il grande regista David Lynch affermava: “Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. Non so perché. C’è un silenzio profondo, ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi. Forse è rosso. Ed entri in un altro mondo.

Un mondo che ad Arezzo non esiste più, poiché è calato il sipario dell’inefficienza e dell’indifferenza.

E’ bene che qualcuno si prenda la responsabilità di fronte alla città di questo disastro.””

Fabio Massimo Fabrizio

Presidente Circolo Buongoverno “Francesco Redi”

Arezzo: Grido di dolore per il Teatro Petrarcaultima modifica: 2009-05-29T18:19:00+02:00da minobezzi1
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