Lo fa anche riproponendo le sue “anamorfiche“, che si animano dell’armonia classica di Michetti. La visione anamorfica, dando all’opera un’intenzionale distorsione, può essere compiutamente goduta, nel caso di Michetti, nell’immagine riflessa su un cilindro metallico specchiante. L’atto di smembrare e ricomporrre la figura nel suo riflesso traduce, come per magia, nella visione diretta ciò che è offuscato dalla deformazione dell’originale.
Nel 1988, Federico Zeri, scrisse: “Io sono un appassionato dell’anamorfosi, che considero uno dei vertici sommi del capriccio intellettuale: le tue quattro litografie mi piacciono moltissimo…sono assai originali sotto l’aspetto creativo..”
Ma questo non è tutto, Michetti espone anche l’ultimo suo quadro, un olio 120 X 100 intitolato: “era la mezzanotte del 29 giugno” (nella foto).
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