Livorno: SIC marini

 

Carlo Galletti e Matteo Tollini, Legambiente Toscana e Nicola Di Matteo, naturalista per greenreport

Il punto di partenza

E’ noto che la Regione Toscana non ha SIC marini – a parte gli ambienti lagunari – ma solo alcune ZPS che comprendono vasti tratti di mare, designate nel 2007 nell’Arcipelago Toscano.

Per comprendere la situazione della Toscana, è utile fare riferimento all’ unico habitat prioritario fra quelli propriamente marini indicati dalla direttiva 92/43, l’habitat 1120 “Praterie di posidonie”. Anche se la bibliografia ci indicava una presenza significativa di tale habitat in Toscana, purtroppo  “le praterie di posidonie mostrano attualmente preoccupanti segni di degrado, soprattutto nelle regioni settentrionali del Mediterraneo, e tale regressione ha sicuramente mostrato un’accelerazione negli ultimi decenni”. Gli studi sulla Posidonia sono iniziati dai primi anni ’80 e sono stati poi approfonditi a seguito del “Programma nazionale di individuazione e valorizzazione della Posidonia oceanica” previsto dalla legge n. 426/98, con l’individuazione in Italia di numerosi siti. Nel Libro Rosso degli Habitat d’Italia del WWF apprendiamo che nelle altre 8 Regioni in cui l’habitat è presente, sono stati designati ben 165 SIC, per complessivi 126.442,9 ettari.  In Toscana invece, anche se l’approfondimento del quadro conoscitivo è stato abbastanza tempestivo, questo non ha poi determinato un conseguente sviluppo delle iniziative di tutela previste dalla direttiva Habitat per gli ambienti marini.

Gli obiettivi annunciati: importanti ma insufficienti

E’ quindi quanto mai opportuna la proposta di individuazione di target relativi a specie ed habitat marini nell’ambito della definizione del Piano Regionale per la biodiversità, e in particolare la proposta di  SIC marini anche in Toscana, come strumenti di conservazione del ricco patrimonio della regione, che andrebbero ad aggiungersi alle Aree Marine Protette già istituite o istituende: Santuario Pelagos; Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano: il più grande parco marino d’Europa; Secche della Meloria; aree di tutela biologica.

L’elenco delle Aree marine proposte come SIC riguarda: Secche della Meloria, limitatamente alla zona A della Riserva Marina; Calafuria; Promontorio di Baratti; Argentarola; Isola di Gorgona; Isola di Capraia; Scoglietto di Portoferraio; Isola di Pianosa; Isola di Montecristo; Isola di Giannutri; Formiche di Grosseto; Scarpata continentale dell’Arcipelago Toscano; Secche di Vada (parte).

La proposta è importante perché tiene conto di tutti gli habitat marini presenti nei mari toscani, e non è limitata ai soli ambienti costieri, includendo ambienti profondi come la scarpata continentale dell’Arcipelago.

Andando però a esaminare in dettaglio l’estensione dei SIC proposti, e il grado di “copertura” degli habitat marini presenti, si evidenzia a nostro parere la necessità di alcune significative integrazioni.

Se infatti per l’habitat 1170 (coralligeno) si stima di proteggere circa il 40% dell’estensione totale, e per l’habitat 8330 (Grotte marine) si arriva a proteggere il 90% dell’estensione, per l’habitat  1120 della Posidonia, anche con le nuove proposte, non ci si discosta molto dall’11-12% del totale: 3.000 ettari su un totale di 27.000. Questo dato  è già inferiore, in termini sia assoluti che relativi, a quello che è lo stato attuale di protezione delle altre regioni in cui tale habitat  è presente.

Bisogna aggiungere che, nell’ambito del lavoro per completare la Rete Natura 2000 a mare, mentre la Toscana  sta individuando i primi SIC marini, le altre regioni hanno nel frattempo formulato, in collaborazione con SIBM e MATTM, proposte di nuovi SIC e di ampliamento di quelli esistenti, con l’obiettivo in alcuni casi del 100% di copertura degli habitat presenti, 1120 compreso, e confermando in tal modo il gap della nostra regione rispetto a molte altre. C’è quindi il concreto rischio che, in una situazione generale di ritardo dell’Italia nella designazione dei SIC marini, la Toscana tenda a collocarsi nelle ultime posizioni fra le Regioni bagnate dal mare nostrum e che proponga una percentuale esigua di protezione dell’habitat 1120, oltretutto partendo da una situazione di nessun SIC marino istituito.

Necessità di ampliare il Target per la Toscana

La necessità di individuare, per la Toscana, obiettivi di conservazione degli habitat marini più ampi di quanto appare dalle proposte attuali, non discende soltanto dalla comparazione con la situazione attuale e le nuove proposte delle altre regioni. Ci sono altri argomenti che ci sembra opportuno segnalare.

Convergenza dei SIC rispetto alle Aree marine protette

Nell’ambito dell’accordo quadro tra MATTM e SIBM per il completamento della rete Natura 2000 a mare, è stato proposto di scegliere i nuovi SIC o il loro allargamento nell’ambito delle Aree Marine Protette.  Questo a nostro parere dovrebbe determinare una corrispondenza tra SIC e perimetro delle zone “C” o perlomeno delle aree interessate dalla Posidonia e dagli altri habitat comunitari e, se necessario, un perimetro del SIC addirittura maggiore dell’AMP, ove presenti habitat comunitari.

E’ infatti questa l’interpretazione di tale criterio che hanno dato alcune regioni: il Lazio almeno per le Aree Protette marine regionali; la Campania; la Puglia.

Anche se la corrispondenza tra perimetri dei SIC e delle AMP non è un obbligo di legge, è tuttavia l’interpretazione più avanzata del rapporto fra i 2 istituti di conservazione che è stata data da alcune regioni italiane.

La percentuale di copertura da individuare per l’habitat prioritario della Posidonia

Relativamente all’estensione dei SIC, la Commissione  Europea indica una copertura minima di almeno il 20% della risorsa, ma una proposta per essere ritenuta sufficiente dovrebbe interessare almeno il 60% degli habitat interessati.  “Per le proposte che interessano il 20-60%, le conclusioni dovrebbero basarsi su giudizi di esperti(…). Gli habitat e le specie prioritari dovrebbero normalmente avere il più alto livello di rappresentazione nella rete”. Ora, se è vero che le “misure” indicate non sono automaticamente valide per i SIC marini, è anche vero che al momento sono l’unico criterio di riferimento individuato dalla Commissione. Alcune Regioni l’hanno adottato con convinzione, citiamo per tutte il Lazio.

Nella Direttiva “Habitat”, è utile tenere presente cosa si intende per “Habitat prioritari”: “i tipi di habitat naturali che rischiano di scomparire (…) e per la cui conservazione l’Unione europea ha una responsabilità particolare.

Ora, se un habitat rischia di scomparire, e per questo è individuato come prioritario (e sappiamo che i maggiori rischi di scomparsa della Posidonia si hanno nell’alto Tirreno, quindi anche in Toscana), è difficile sostenere che per conservarlo è sufficiente tutelarne meno del 20%, che è generalmente ritenuto insufficiente anche per gli habitat non prioritari. E’ anche difficile pensare che, almeno a regime, sia possibile discostarsi molto da una copertura del 60%.

Vogliamo segnalare che l’associazione Greenpeace ha diffuso in rete, il 26 maggio scorso, la sintesi delle violazioni riportate all’attenzione dell’Unione Europea riguardo all’habitat prioritario della Posidonia. Fra queste: “Ci sono evidenze di possibili insufficienze nei siti notificati in particolare lungo le coste di Toscana, Sardegna e Sicilia”.

SIC per il Tursiope (Tursiops truncatus)

Finora abbiamo parlato di habitat. “Per quanto riguarda la presenza di specie di Allegato II il lavoro ha evidenziato una generale carenza di informazioni (…). Attualmente le due specie per le quali si possiede una conoscenza moderatamente più dettagliata sono la tartaruga marina Caretta caretta e il tursiope Tursiops truncatus”. Ora, in un recente rapporto del MATTM si legge, relativamente alla Toscana: “Da sottolineare inoltre, come, durante la ricerca, i gruppi di Tursiope osservati nella batimetrica fra 50-100 m, non si trovassero solo in prossimità della costa ma, in molti casi, anche nelle immediate vicinanze di secche (…). Questo dato risulta molto interessante, perché individua queste zone come aree sensibili, che dovrebbero essere tenute in considerazione nell’ambito delle attività di gestione e azioni di tutela di tale specie”.

La presenza di zone di concentrazione è uno dei principali criteri in base ai quali istituire SIC per la specie. Anche qui, la comparazione con le iniziative di altre regioni fornisce spunti interessanti: L’istituzione di un unico SIC che comprenda tutte le isole pontine e le acque circostanti, fino alla batimetrica dei 100 m, permetterebbe di coprire la maggior parte dell’areale di distribuzione del tursiope”.

LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE TOSCANA

Dai principi e dalle considerazioni di cui ai paragrafi precedenti, discendono le seguenti proposte aggiuntive, descritte con un sommario elenco, che Legambiente ritiene utili per raggiungere adeguati obiettivi di conservazione con lo strumento dei SIC Marini: Secche della Meloria: SIC in tutta la zona C del perimetro della Riserva Marina e, se rilevante per la presenza di tursiope, fino alla batimetrica dei 100 m, differenziando le 2 zone, eventualmente, in sede di Piano di gestione del SIC. Secche di Vada: tutta la parte interessata da Posidonia e, per il Tursiope, le stesse considerazioni fatte per la Meloria. Prateria di Rosignano Solvay: tutta l’estensione mappata. Prateria di S. Vincenzo: tutta l’estensione mappata. Prateria di Piombino: tutta l’estensione mappata. Isola d’Elba: praterie di Portoferraio; Sant’Andrea; Marciana e Viticcio; golfi di Lacona, Stella e Campo: tutta l’estensione. Scoglio d’Africa: tutta l’estensione mappata della prateria. Talamone: tutta l’estensione mappata della prateria

Livorno: SIC mariniultima modifica: 2009-10-30T18:27:00+01:00da minobezzi1
Reposta per primo quest’articolo