…….. e ancora Prato: 4mila scolari stranieri!

 

L’obiettivo è offrire agli alunni italiani e stranieri le stesse opportunità formative, combattendo l’abbandono e il ritardo scolastico. E’ questa la scommessa che enti locali e istituti scolastici rilancino con il rinnovo del Protocollo d’intesa per l’accoglienza degli alunni stranieri e per l’educazione interculturale nel territorio pratese, un progetto che annualmente attiva oltre 150 laboratori di alfabetizzazione, interculturali e di cittadinanza attiva con più di quattromila alunni stranieri coinvolti e una cinquantina di scuole statali e paritarie. Si tratta di un progetto di qualità, a suo tempo pilota in Toscana, sia perché realizza un livello elevato di integrazione fra enti e scuole, sia perché razionalizza efficacemente le risorse disponibili.

A palazzo Buonamici Regione, Provincia, Comuni del territorio, uffici scolastici regionale e provinciale e tutti gli istituti pubblici e paritari hanno firmato l’intesa, che ha come obiettivo primario quello di garantire il diritto all’istruzione, strettamente connesso al diritto di cittadinanza.

L’accordo che stiamo rinnovando è tutt’oggi unico in Italia, proprio perché costruisce un sistema che fa dialogare tutti i soggetti interessati – ha detto l’assessore regionale alle Politiche sociali Gianni Salvadori, che ha ringraziato dirigenti scolastici e docenti per il loro impegno – Su Prato abbiamo investito e investiremo attenzione e risorse come in nessun altra parte della Regione, riconoscendo la particolarità di un territorio piccolo che deve affrontare alti flussi migratori.

Abbiamo costruito una rete ampia e integrata, questa mattina siamo 45 soggetti a firmare ma quelli coinvolti nel progetto sono di più – ha sottolineato la vicepresidente della Provincia Ambra Giorgi – Le protagoniste sono senz’altro le scuole, ma l’obiettivo è anche rafforzare il collegamento con il mondo del lavoro utilizzando al meglio la leva dell’anno professionalizzante introdotto dalle nuove norme regionali”.

Il Comune di Prato crede molto in questo progetto perché fornisce una buona risposta ai bisogni delle scuole – ha aggiunto l’assessore alla Scuola del Comune di Prato Rita Pieri – Lo dimostrano i 230 mila euro ad esso destinati annualmente che serviranno anche a far sì che ogni studente abbia l’opportunità di relazionarsi con gli altri indipendentemente dalla sua provenienza”.

Al nuovo protocollo abbiamo aggiunto anche un percorso di integrazione sociale collegato al progetto Diversamente, che offre ai ragazzi esperienze di confronto nell’ambito religioso, propedeutiche alla conoscenza di altre culture e in generale della diversità”, ha annunciato l’assessore alle Politiche sociali della Provincia Loredana Ferrara.

Anche l’assessore alle Politiche di integrazione del Comune di Prato Giorgio Silli ha parlato del protocollo come di uno strumento che “rientra nell’impegno globale di Regione, Provincia e Comuni per incidere sull’integrazione dei ragazzi puntando sulle seconde generazioni” e ha dichiarato che ulteriori risorse il Comune cercherà di ottenerle dal Fondo europeo per l’integrazione”.

Infine l’assessore di Montemurlo Rossella De Masi, parlando in rappresentanza di tutti gli altri Comuni della provincia, ha sottolineato l’importanza del coordinamento fra scuole e istituzioni realizzato dal progetto. Sono intervenute anche la dirigente dell’Istituto comprensivo Puddu Gianna Gelli e la preside del liceo Livi Maria Assunta Guadagni ed era presente il direttore dell’ufficio scolastico provinciale Tommaso Amerighi.

LA POPOLAZIONE SCOLASTICA – Nato nel 2007 il progetto sperimenta un nuovo approccio e nuove strategie dell’accoglienza in un territorio che tutt’ora è al secondo posto in Italia per incidenza di studenti stranieri sul totale della popolazione scolastica. L’Osservatorio scolastico provinciale attesta infatti la presenza degli stranieri nelle scuole attorno ai 5.800 studenti, pari a oltre il 17% della popolazione scolastica complessiva (la meda regionale è attorno al 9%, quella nazionale al 6%). Il progetto punta anzitutto a migliorare il successo formativo degli alunni stranieri, solo un terzo infatti è in linea con il corso di studi nella scuola media, un quarto alle superiori.

IL PROGETTO – Dispone di 250 mila euro all’anno di fondi regionali, a cui si aggiungeranno i finanziamenti di Provincia (65 mila euro l’anno) e Comuni, e si caratterizza come uno strumento per dare risposte formative anzitutto per l’obbligo scolastico. Funziona attraverso il protocollo d’accoglienza di cui deve dotarsi ogni scuola, ma fondamentale è l’efficienza della ‘rete’ complessiva fra tutti i soggetti che operano nella scuola, le istituzioni e gli altri attori sociali e culturali del territorio.

I PUNTI CHIAVE – Grazie agli attenti monitoraggi realizzati negli anni scorsi (a cui partecipano enti locali, personale della scuola, esperti e genitori) il protocollo 2009-2011 nasce rimodellato sulle criticità emerse. Proprio dai monitoraggi infatti risulta chiaro come ormai i docenti ritengano necessario il ‘patto formativo’ e anche linee guida valide a livello provinciale, che consentano al patto stesso di svolgere il ruolo di regolatore e facilitatore. Gli insegnanti intanto proseguiranno i corsi per formatore di lingua italiana, che a breve dovrebbero ottenere anche la certificazione, una specie di bollino di qualità per docenti. Finora sono stati attivati quattro corsi che hanno coinvolto 94 insegnanti grazie a due convenzioni con l’Università di Siena e Venezia. Intanto il nuovo accordo punta a incrementare i momenti formativi all’interno di singole scuole o delle reti, a rafforzare la continuità delle azioni formative (dall’accoglienza degli alunni stranieri, al bilancio di competenze, alla valutazione) e a sviluppare un percorso di forte integrazione tra istruzione e formazione per l’acquisizione delle competenze di base. Particolare valore viene attribuito alla dimensione della ‘rete’ nella quale implementare il coordinamento didattico tra mediatori culturali e linguistici e docenti e collegare ulteriormente scuola e servizi territoriali.

LE AZIONI CONCRETE – Il protocollo funziona attraverso una serie di azioni concrete, dai laboratori per l’insegnamento della lingua italiana, organizzati anche in orario extrascolastico e nel periodo estivo, al sostegno alla genitorialità attraverso il coinvolgimento delle famiglie degli studenti. E proprio sulle difficoltà di comunicazione con le famiglie l’accordo si propone di agire in modo più incisivo, coinvolgendo i genitori nei laboratori multiculturali, ma anche tenendo conto delle specificità delle varie comunità migranti con laboratori territoriali e creazione di reti di vicinato interculturali. Attivato anche il servizi per l’accoglienza dedicati agli studenti, con l’obiettivo di garantire una facilitazione all’ingresso nelle classi con piani di studio personalizzati e la definizione di percorsi individualizzati.

 
…….. e ancora Prato: 4mila scolari stranieri!ultima modifica: 2009-11-05T15:51:55+01:00da minobezzi1
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