Santa Croce sull’Arno (PI): L’Urbanina ad emissioni zero

Sarà presentato sabato 5 dicembre 2009 alle ore 17 presso la Sala Giovanni XXIII, in piazza Matteotti a S. Croce sull’Arno il volume a cura di Giancarlo Andreanini “La nostra Urbanina – Avanguardia d’altri tempi”, edito da Edizioni Movimento Shalom.

Il libro, scritto a più mani da un gruppo di lavoro formato da progettisti, ingegneri esperti e portatori di memoria storica, vuole riaffermare la paternità di un progetto audace quanto avveneristico per i tempi in cui è nato, frutto della mente di alcuni “geni” toscani, trai quali Narciso Cristiani, padre del fondatore del Movimento Shalom Mons. Andrea Pio Cristiani e sviluppato grazie soprattutto alla lungimiranza del marchese Pier Girolamo Bargagli Bardi Bandini, filantropo e mecenate toscano dei primi anni ’60.

La pubblicazione è frutto del lavoro di diverse persone: da Mons. Andrea Pio Cristiani e Aimone Cristiani, figli di Narciso, alla marchesa Letizia Bargagli insieme con la sorella Cristiana Frescobaldi Bargagli, figlie del marchese  Pier Girolamo Bargagli; dal Sindaco di Santa Croce s/Arno Osvaldo Ciaponi a Giancarlo Andreanini che ha raccolto e ordinato la documentazione storica; da coloro che collaborarono all’antico progetto (Italiano Fraccari, Ivano Ragoni, Ing. Enrico Micheletti) al gruppo di amatori di auto d’epoca che hanno come riferimento Luciano Rinaldi e i fratelli Bruno e Giuliano Tamburini, oltre al prof. Alberto Pallavisini che ha curato la veste grafica e corretto le bozze in collaborazione con Marco Galgani di Avantart.

L’Urbanina può essere definita come la prima city-car ad emissioni zero prodotta in serie, seppur in soli 200 esemplari, un’auto elettrica con l’abitacolo pivotante a 360 gradi nata per l’uso cittadino ma che era anche perfettamente a suo agio negli spostamenti estivi in campagna e nei luoghi di villeggiatura. Un progetto d’avanguardia, nato in un’epoca dove il petrolio (e quindi il motore a scoppio) non avevano antagonisti e, quando questi spuntavano, venivano messi subito da parte in nome di un progresso che noi tutti, oggi, sappiamo a quali conseguenze ambientali ed energetiche ha portato.

Il marchese Bargagli e il meccanico Narciso Cristiani pensarono per primi ad una vetturetta da città, con motore elettrico e cabina ruotante per poter scendere anche negli spazi più stretti, con un aspetto più simile ad una portantina ottocentesca che a una vera e propria automobile. Prima la dotarono di un motorino a scoppio a sviluppo orizzontale e dal ridotto ingombro per poter trovare collocazione sotto il pianale rotante, quello della Lambretta 175 Innocenti, ma il passo immediatamente successivo fu quello di pensare ad un propulsore elettrico, una serie di comuni batterie al piombo sul cui inadeguato rendimento in termini di potenza e autonomia si arrovellarono per anni giungendo a risultati per quei tempi accettabili (circa 70 Km orari di velocità massima e 150 Km di autonomia). Occorrevano all’epoca approfondimenti, mezzi e disponibilità finanziarie, occorreva soprattutto un interesse diverso a livelli decisionali alti. Invece, come spesso succede quando l’accoglienza è molto calorosa, dopo un breve entusiastico successo (presenza al Salone di Torino nel ’66, a Montreal, una festosa turnée lungo il Tirreno da Montecarlo alla Sicilia, l’interessamento di Fiat e di Mercedes – che arriva ad offrire iperboliche cifre per comprare la licenza – le svariate omologazioni e i brevetti ottenuti) tutto cade nel silenzio generale. Qualche anno più tardi, agli inizi degli anni ’70, Zagato ne acquista i brevetti e inizia la produzione di serie, cambiando il nome in “Zele” (Zagato Elettrica), ma presto deve cedere il passo di fronte ad un muro di indifferenza e di ostacoli.

Oggi, a 50 anni di distanza, abbiamo capito ciò che Bargagli e Cristiani avevano intuito con tanto anticipo: le grandi multinazionali vanno verso l’auto elettrica con sempre maggiore convinzione, grazie a nuovi tipi di batterie che la scienza mette a disposizione (è di qualche mese fa la presentazione del prototipo “Pivo” che la Nissan ha realizzato ispirandosi proprio all’Urbanina), ma anche grazie a certi pionieri, precursori che intravidero una strada da percorrere e lavorarono tutta una vita per liberarla dagli ostacoli più grandi.

“Abbiamo voluto ricordare al mondo intero, con questa pubblicazione, due figli di questa nostra terra toscana che spesero gli anni migliori della loro vita ad inseguire un sogno, a realizzare un progetto che non aveva soltanto ambizioni di successo per un immediato ritorno economico, ma si preoccupava già cinquant’anni fa della china pericolosa che stava prendendo il mondo, spingendoci verso una voragine fatta di problemi di inquinamento ambientale, atmosferico, acustico, di traffico asfissiante e caotico, nella quale siamo oggi precipitati e dalla quale stiamo cercando di riemergere”. (Prof. Giancarlo Andreanini).

Alla presentazione interverranno: Mons. Andrea Pio Cristiani, Osvaldo Ciaponi (Sindaco di S. Croce s/Arno). Relatori: N.H. dott. Piero Studiati Berni, sulla figura del Marchese Piero Bargagli, prof. Giancarlo Andreanini, sulla figura di Narciso Cristiani, i collaboratori dell’ambizioso progetto. Ore 19: rinfresco offerto dal Bar-Pasticceria “Da Renata” di S. Croce s/Arno (PI). I vini saranno offerti dalla Marchesi de’ Frescobaldi SpA. I proventi della vendita del volume saranno destinati a opere del Movimento Shalom.

gonews

Santa Croce sull’Arno (PI): L’Urbanina ad emissioni zeroultima modifica: 2009-12-03T13:13:15+01:00da minobezzi1
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