Gennicciola (MS): Gli antichi Liguri-Apuani

Sarà un Centro di documentazione multimediale. E riguarderà le antiche popolazioni liguri. Sorgerà a Genicciola, modesto borgo in comune di Podenzana versante Vara, arroccato con altri ventidue attorno a Montedivalli, considerato una specie di secondo capoluogo del comune, per alcuni enclave ligure in terra toscana, per altri enclave toscana in terra ligure a seconda del versante da cui si guarda il rio Ri. Per ora agli “Antichi Liguri” Genicciola ha dedicata una bella piazza, enorme per il paese. Pressochè ignoto a chi non vi risieda, il borgo è notissimo agli archeologi di La Spezia, Parma, Reggio Emilia, i cui musei conservano intere sezioni di reperti, mentre altri solo qualche frammento, provenienti dai primi scavi effettuati nella necropoli ligure rivisitata a cominciare dagli ultimi due decenni del secolo XIX.

L’esperienza personale – nel caso solo limitatamente a frequentazioni adolescenziali e giovanili nel Museo di Storia Naturale “Lazzaro Spallanzani” a Reggio Emilia – fa ritenere che la conservazione pur ottimale dei reperti lontano dal sito archeologico di rinvenimento, qualora non si tratti di oggetti di valore unico o eccezionale, non susciti particolare emozione o interesse, cosa invece accaduta solo dopo diversi decenni per contatto culturale diretto con la Lunigiana podenzanese della Val di Magra e della Val di Vara.

La digressione vuole giustificare la legittima aspirazione degli amministratori di Podenzana alla fondazione di un museo che racconti la storia dell’insediamento ligure di Genicciola e del territorio attraverso la visione dei reperti che allora presero altre vie. Un’operazione che è stata realizzata in molti luoghi ed è stata proposta recentemente anche a Pontremoli per una grande quantità di oggetti rinvenuti negli ultimi trenta/quaranta anni nei siti archeologici preistorici sul monte Molinatico e conservati a Chiavari e Bedonia.

La collina di Genicciola ha restituito un’ottantina di tombe a cassetta di un periodo che va dal quinto al secondo/primo secolo a.C., con le loro suppellettili funebri, vasi cinerari, punte di frecce e lance, fibule, anelli, vasi per unguenti. Il 22-23 settembre di due anni fa si era svolto un interessante convegno nel vicino castello di Madrignano, nel quale era stata auspicata la ripresa degli scavi in maniera sistematica e scientifica nella certezza che il sito possa restituire ancora molto materiale che ovviamente non potrà più emigrare dalla Val di Vara.

Alla realizzazione di un museo che non sia solo “virtuale” il sindaco di Podenzana Riccardo Varese ci crede concretamente visto che sta investendo in un progetto 300.000 euro, naturalmente coinvolgendo, in accordo sempre complesso quando si tratta di operare in “terre di confine”, le Sovrintendenze e gli enti pubblici e privati di due Province in due Regioni diverse. Non solo edificio e sale museali, ma valorizzazione dell’ambiente e del territorio, messa in sicurezza del sito archeologico e ricostruzione delle tombe, impegno a favorire il ritorno dei reperti. Documentazione, cartografie, informatizzazione, ricostruzione ambientale e sociale, filmati su tutti i centri del territorio abitato dagli antichi liguri, schede, banche dati che diano un’idea precisa della civiltà di una popolazione che, come talvolta si è creduto, non è svanita nel nulla con la conquista romana.

Insomma un museo che sia un vero centro vivo culturale, scientifico per incontri, conferenze, dibattiti, a servizio della popolazione, della scuola e del turismo. E ci sarebbero ancora circa 100.000 euro dalla Comunità Europea per la sistemazione logistica della viabilità e della sentieristica di collegamento, anche perché “chi viene oggi si ritrova in mezzo a un bosco”. Ma soprattutto è imprescindibile poter vedere fisicamente gli oggetti in una ambientazione adeguata, altrimenti il museo è in gran parte velleitario e inutile e i soldi sarebbero stati buttati al vento.

 
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