Lucca: Roberta Cahen

 

Robert Cahen, uno degli “inventori” ed esponente di spicco della videoarte europea e internazionale, sarà il protagonista fino al 10 gennaio 2010, della mostra “Robert Cahen. Passaggi. Video-installazioni 1979-2008” organizzata dalla Fondazione Centro Studi sull’Arte “Licia e Carlo Ludovico Ragghianti” e curata da Sandra Lischi, docente all’Università di Pisa e specialista di arti visivo-elettroniche.

L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con il Lucca Film Festival 2009 che all’artista ha dedicato, contemporaneamente all’esposizione, una retrospettiva. Cahen è ed è stato autore prolifico e ha rivolto la sua attenzione alle tecniche più disparate: film, video, installazioni, fotografie. La mostra allestita dalla Fondazione Ragghianti presso il Complesso Monumentale di San Micheletto è la più completa apparsa in Europa, presentando un percorso che procede dagli anni Settanta fino a oggi.

Si tratta di undici videoinstallazioni e due video monocanale che ben rappresentano le tematiche elettive dell’artista francese, secondo un iter che contempla il paesaggio, la meditazionee, il viaggio, l’esplorazione, la “durata” delle immagini e lo scorrere inesorabile del tempo della vita. Ritenuto, a buon merito, uno dei maggiori video artisti al mondo, Cahen ha realizzato opere per il cinema e per la televisione, tutte contraddistinte dalla dialettica immaginazione-realtà, elemento distintivo di tutta la sua produzione artistica, insieme alle problematiche relative ai modi di percepire dell’uomo e alla memoria.

Eleganza formale, interazione dell’elemento musicale con quello video, applicazione “sofisticata” della tecnica eletronica che distorce e manipola: ecco gli strumenti che plasmano i “quadri video” di Robert Cahen. L’operazione condotta dalla Fondazione Ragghianti rappresenta un’occasione forse unica di rivedere gli esordi dell’artista francese, quando ancora la sua arte era profondamente intrisa del metodo che egli stesso aveva appreso presso Pierre Schaeffer, fondatore della musica concreta. Così come Schaeffer componeva attraverso suoni e rumori registrati dal vivo sul nastro magnetico, allo stesso modo Cahen realizza i suoi video attraverso la “riorganizzazione” delle cellule che compongono il video stesso.

L’immagine che emerge da questa “decostruzione armonica” è l’espressione di un altro mondo, un universo in cui il tempo conosce uno sviluppo diverso, sempre in contatto con la dimensione umana, ma testimoniando un’altra natura. L’approccio documentaristico, giornalistico, vengono ampiamente superati persegunedo uno “snaturamento” di ciò che si vede. E’ il ralenti uno dei protagonisti formali di molta produzione di Cahen, una strategia estetica in grado di svelare, dietro l’immagine stessa, la presenza di un tempo diverso, non direttamente riconducibile alla natura umana.

Celebre l’affermazione di Cahen, secondo la quale “il tempo dilatato fa diventare fiction la realtà”. Rallentare una storia significa, per il videoartista francese, concedere a quest’ultima l’occasione di raccontarsi a sua volta. Storie dal bilico, sospese tra i due elementi del binomio veglia-sogno, vita-morte, dove la dilatazione improvvisa di quello che è un passo brevissimo, diventa l’occasione per portare alla luce un terzo polo, una terza esistenza tesa tra il suo essere e il suo non essere più.

Non mancano certo le persone nei lavori di Cahen. Numerose le riprese nelle quali si indaga come il tempo muti l’aspetto, ma si potrebbbe dire “la presenza” in questo mondo, degli uomini e delle donne, dimostrando come l’unità dell’essere sia ancora possibile nell’epoca della società di massa. Lavori fatti di incontri impossibili (come la serie “cinese” intitolata “Visiones fugitives”) tra distanze incolmabili, nei quali l’uomo, improvvisamente, vede riflesso se stesso e la sua imperfetta natura.

Lontano dall’essere totalmente colonizzato dall’avanzamento tecnologico, Robert Cahen non ha mai “inneggiato” alla macchina, benché il suo lavoro esprima una purezza formale che ne contraddistingue sempre il senso. Lo strumento video è esaltato proprio nella sua funzione di mediatore, di base formale sulla quale tracciare il proprio dipinto, il proprio segnale di vita.

 

Lucca: Roberta Cahenultima modifica: 2010-01-08T16:20:00+01:00da minobezzi1
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