………e ancora Firenze: Olivier Mosset

fino al 28.II.2010
Olivier Mosset
Firenze, Base

Base compie 12 anni. Con una lunga storia d’incontri che hanno reso lo spazio espositivo una sorta d’ipercubo

in continua evoluzione. Ospite di tale realtà, Mosset presenta tre nuovi interventi…


 

L’ipercubo è l’estensione a n dimensioni (lettera usata per indicare un generico numero naturale) del concetto di cubo, proprio come Base/Progetti per l’arte è l’estensione a n dimensioni del concetto di realtà espositiva. Proprio come un ipercubo, Base – nel corso dei dodici anni di attività – è riuscita a convogliare a Firenze un numero impressionante di artisti internazionali d’alta qualità, un volume impensabile per la maggior parte delle realtà espositive italiane e non.
Gli interventi stessi hanno cancellato di volta in volta l’angusto spazio espositivo, elevandolo a potenza e smaterializzandolo in altrove: si pensi solo all’esposizione inaugurale di Sol LeWitt, Red Room del 1998. Anche l’ultimo protagonista, Olivier Mosset (Neuchâtel, 1944; vive a Tucson, Arizona), con il progetto ZZ porta avanti una riflessione sullo spazio come contenitore culturale in senso esteso del termine.
La scultura Z accoglie all’entrata, procedendo ritmata sino al margine ultimo della parete, occupando così gran parte dello spazio disponibile nella sala. Z impedisce una visione d’insieme di se stessa, concedendo solo un punto di vista: non si può né aggirare né scavalcare, ma solo osservare di fronte, proprio come una sorta di dipinto.

Stravolgente allora il fatto che nasca da una precisa opera di Barnett Newman, Zim Zum, da ‘tzim tzum’, termine cabalistico che indica “il processo creativo divino”, ideata per un progetto di Sinagoga nel 1963. Mosset ribalta la scultura di Newman adagiandola sul terreno, per conferirgli un orientamento spaziale certamente più materialista, dettato peraltro dal titolo che, ridotto alla lettera ‘Z’, perde il profondo contenuto iniziale.
Se Z diviene una sorta di dipinto, la fotografia dell’Harley Davidson diviene una scultura. L’immagine scolpisce, infatti, due tratti della cultura americana di matrice “classica”, allo stesso tempo colta e popolare: il mostro su due ruote, se da una parte coincide con un’iconografia cinematografica ben precisa, accostabile al sogno di libertà della controcultura, la decorazione sul serbatoio rimanda, al tempo stesso, a un campione della libertà a stelle e strisce anch’esso più che noto, ovvero Jackson Pollock. Il ritratto è calzante, essendo entrambi gli elementi amalgamati nell’odierna visione dell’America anni ’50 e ’60, visione che percepisce tutto sul medesimo piano semantico.

Amalgamare, convertire, trasformare lo spazio: un gigantesco wall painting di colore giallo annulla, disintegrandola, la parete dell’ultima sala. L’intervento, pur avendolo riproposto altre volte in altrettanti spazi, è definito dall’artista site specific, poiché – come giustamente rileva lui stesso – è sempre diverso da sé, rapportandosi ogni volta a situazioni diverse per relazionarsi con fruitori provenienti da ambiti formativi eterogenei, così da ottenere una complessa sfera relazionale grazie a un intervento minimale.
I tre interventi, così come Base, paiono quasi spiegare quanto lo spazio e il tempo siano concetti del tutto relativi.

nicola cecchelli

fino al 28 febbraio 2010
Olivier Mosset – ZZ
Base – Progetti per l’arte
Via San Niccolò, 18/r – 50125 Firenze
Orario: da martedì a sabato ore 18-20
Ingresso libero
Info: tel. +39 32869277778; fax +39 0552207281; info@baseitaly.org; www.baseitaly.org

[exibart]

 

 

………e ancora Firenze: Olivier Mossetultima modifica: 2010-01-29T10:48:00+01:00da minobezzi1
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