San Gimignano (SI): Galleria continua

CHEN ZHEN “PURIFICATION ROOM”
Copro di terra uno spazio e tutti gli oggetti che vi si trovano. E’ una specie di “tomba monocroma”.
Piuttosto che scavare alla ricerca di oggetti del passato come gli archeologi, il mio lavoro consiste, al contrario, nel mostrare alle persone oggetti di oggi che saranno ritrovati nel futuro… E’ una sorta di archeologia del futuro…
(Chen Zhen)
Chen Zhen utilizza questo procedimento in una serie di lavori a partire dal 1991 con A World in / out of the World, Light of Confession (1993), Future Archeology (1995), Champ de désinfection (1995). Purification Room è l’ultimo lavoro di questa serie, realizzato nel 2000.
Chen Zhen, utilizzando il processo naturale di accumulazione della terra, che lentamente e ineluttabilmente copre le cose e gli esseri un tempo animati, crea un paesaggio in cui tutti gli oggetti sono completamente coperti ed incrostati di terra, a formare un giacimento pietrificato. Chen Zhen usa la terra come elemento in grado di purificare il mondo, di preservare il presente e consegnarlo al futuro. Gli oggetti vengono ricondotti alla natura, in un luogo silenzioso dove il tempo sembra sospeso. Spiega Chen Zhen: “I materiali naturali che utilizzo nelle mie opere (acqua, sabbia, terra, cenere, ecc)- immagine dell’essenza, della nascita, della sorgente dalla quale gli oggetti provengono, ma anche luogo dove tornano dopo aver circolato nella società- sono degli elementi purificatori per sacrificare questi stessi oggetti, … I materiali naturali sono lì per purificare gli oggetti dopo il loro utilizzo; per sublimare uno spirito latente; per provocare un nuovo destino alla fatale conclusione di questi oggetti”.

ARCANGELO SASSOLINO “QUI E ORA”

Stimato internazionalmente dalla critica contemporanea, Arcangelo Sassolino, ha esposto in contesti prestigiosi: Mart di Trento e Rovereto (2005), Palais de Tokyo di Parigi con la personale Superdome (2008), Peggy Guggenheim Collection di Venezia (2009).
Minimalista e rigoroso, sperimentatore e visionario Arcangelo Sassolino esplora attraverso le sue opere le forze che regolano il funzionamento e i meccanismi interni delle macchine industriali. Avvalendosi anche della collaborazione di ingegneri, l’artista realizza sculture e apparati elettronici basati su un’estetica di equilibri spinti al limite: macchine minacciose che solcano cicatrici, freddi mostri silenti attraversati, inaspettatamente, dall’irruenza di un suono.
La ricerca dell’artista vicentino si confronta abitualmente con 3 elementi: la gravità, lo spazio, il tempo. I suoi poderosi totem in movimento si mostrano al di là di qualsiasi ipotizzabile metafora. L’aspetto performativo dell’opera di Arcangelo Sassolino mette in atto trasformazioni imprevedibili, e sono proprio queste infinite variabili asimmetriche, che provocano nel fruitore stati di ansia e di attrazione, di paura e curiosità.
Il titolo di questa mostra, “Qui e ora”, esprime l’essenza del lavoro di Sassolino: “Né creazione di energia, né distruzione della materia, ma caducità. La questione esistenziale rimane il cardine di ogni mio lavoro. E la caducità è onnipervasiva. … Nel frattempo c’è solo un rimando di memoria e un’estetica in attesa.”
“Qui e ora” ruota intorno ad una serie di coordinate che sono anche cifra dell’opera dell’artista: l’uso di processi e materiali industriali, l’alternanza di forze contrapposte (contrazione ed espansione), il valore visivo dell’influenza di un’azione sull’altra, la dimensione perturbante del suono.
Il percorso espositivo si compone di alcune opere inedite, progettate e realizzate appositamente per questa personale, opere recenti e disegni. Afasia 2, un serbatoio in acciaio caricato di idrogeno compresso a 250 atmosfere; Figurante, l’immagine di un centellinato divoramento che rimette in discussione il rapporto tra reale e immaginario, ed ancora, Piccolo animismo una nuova scultura dove pieno e vuoto scandiscono i ritmi primordiali del battito del cuore e del respiro. Queste alcune delle opere che ci conducono al centro della platea, dove Arcangelo Sassolino colloca Afasia 1. L’installazione si compone di una gabbia che delimita labilmente il confine tra noi, gli oggetti che racchiude e l’azione che si svolge. Lo spazio viene attraversato alla velocità di 900 km all’ora. Tra uno sparo e l’altro il fiato resta sospeso.

LUCA PANCRAZZI “TEMPORUNDUM CONTINUO”
Luca Pancrazzi ha partecipato a numerose Biennali tra cui quelle di Venezia, Mosca (sezione “Special Guests”), New Delhi, Montenegro e alla Quadriennale di Roma, nonché a mostre o collezioni quali Unicredit al Mambo di Bologna, PS1 e Whitney Museum of American Art at Champion, UBS, Museo Marino Marini di Firenze, Lenbachhaus Und Kunstbau di Munchen, GAM di Torino, Palazzo delle Papesse di Siena, Centro di Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, PAC di Milano, MART di Rovereto, confermandosi come uno degli artisti italiani internazionali.
L’opera di Luca Pancrazzi si mostra costantemente tesa a cogliere, attraverso l’esperienza dello sguardo, uno stadio costante della realtà. Essere di passaggio attraversando un paesaggio implica una messa a punto costante della percezione. Tutto intorno a noi è paesaggio, dall’immagine riflessa negli specchi a quella incorniciata attraverso i vetri del finestrino del veicolo di turno. La percezione costante, incessante dello scarto tra pensiero e visione si afferma come immagine-esperienza.
Temporundum Continuo, la mostra che Luca Pancrazzi concepisce per questa personale, porta al centro della riflessione uno dei temi cardine del lavoro dell’artista: la relazione col tempo. Il tempo cronologico scandisce il ritmo della nostra vita, un tempo fatto di attimi che spaccano i secondi e aprono la materia del tempo per superare il semplice sviluppo meccanico.
A memoria di questo una serie di opere in forma di orologio saranno installate tutte insieme, in uno stesso ambiente, per spostare l’immagine di tempo su un piano metafisico e individuale. Gli orologi così utilizzati divengono archetipi di questo tempo nuovo e continuo. In questa opera il vetro è la materia con la quale l’artista reinterpreta forme e contenuti; in questo senso Temporundum Continuo può essere collocata all’interno di una ricerca iniziata da Luca Pancrazzi nel 1997 con la prima opera del ciclo Carborundum, una Fiat Regata Turbodiesel funzionante ricoperta interamente di schegge di vetro e proseguita, successivamente, con una Renault Megan e, con la più recente Maseratirundum, una Maserati 4 porte rivestita di 800 kg di vetro che ha percorso le strade di Mosca guidata sino al luogo della sua rappresentazione.
Oggetti usuali, archetipi della relazione spaziale con la quotidianità, questo ciclo di opere prende spunto da una interpretazione metafisica dello spazio e del tempo.
L’installazione è completata costruendo un percorso percettivo che viene introdotto da due installazioni audio costruite insieme al musicista Steve Piccolo. Sono state coinvolte persone da ambiti diversi a rispondere allo stimolo di due domande -immagina lo scorrere del tempo, utilizza il tuo corpo per riprodurre il suono, il rumore. Se tu fossi un orologio quale rumore farebbe il tuo meccanismo?- che hanno prodotto poi la registrazione delle risposte che forma la materia sonora delle due installazioni audio introduttive. I suoni prodotti sono stati montati come materia musicale in due distinte composizioni.
Insieme a Steve Piccolo e Gak Sato, Luca Pancrazzi ha formato dal 2003 un gruppo di lavoro denominato DeABC che ha realizzato diverse installazioni in musei e gallerie in Italia e all’estero. Lo scopo è di indagare i versanti estremi dell’arte e della musica componendo strutture audio a partire dall’analisi dello spazio del tempo e del luogo.

NEDKO SOLAKOV “A RIFFRAFF”
Con uno stile ironico, metaforico e poli-semantico Nedko Solakov analizza il ruolo e le contraddizioni insite nel sistema dell’arte contemporanea, nei suoi meccanismi di comunicazione e nel suo schizofrenico rapporto con la società reale e la geopolitica culturale. Brevi narrazioni, aforismi, descrizioni comparate, giochi di parole, doppi sensi semantici che si insinuano nelle crepe e ai bordi di muri o si mimetizzano su carte da parati, sono gli elementi che caratterizzano il linguaggio dell’artista.
Le immagini delicate e poetiche dei personaggi che popolano l’universo creativo di Solakov, sembrano racchiudere in se il nostro vivere quotidiano interrogandoci in modo sottile sulI’autorità costituita, sulla percezione e sulla stessa esistenza umana.
Il titolo della mostra -A Riffraff (letteralmente ‘gentaglia, feccia’)- si presenta ironico e pungente, come i tratti dell’opera di Nedko Solakov. Per questo progetto espositivo l’artista accompagna la presentazione di nuove opere con la selezione di una serie di lavori realizzati tra il 1988 e il 1991. Si tratta di dipinti ad olio su tela o tecnica mista su tela che si presentano per lo più composti in polittici, anche se non mancano esempi dove il racconto si sviluppa su un’unica tela. In entrambi i casi si conferma il carattere narrativo che caratterizza il lavoro di Nedko Solakov: ogni singola opera racconta una storia che si articola nel susseguirsi e nell’incrociarsi di eventi, personaggi, frammenti di mondi.
A Riffraff offre al pubblico l’opportunità di approfondire la conoscenza di un periodo importante nel percorso dell’artista. Come scrive, infatti, Lara Boubnova nel testo critico pubblicato nel catalogo ‘Nedko Solakov, Earlier Works’ “, il 1988 segna un punto di maturazione e di svolta nella ricerca artistica di Nedko Solakov: “Qui vediamo che le cose sono cambiate, che l’artista ha abbandonato la posizione contemplativa per un coinvolgimento attivo, abbracciando tutti gli elementi, storici e biografici, come parte vitale del presente … In queste opere, singole tele si fondono dentro una, commenti isolati fluiscono in narrativa e la battaglia, con e per appropriarsi dell’arte pittorica, tende la mano verso armi mai avute prima, come il collage, gli oggetti e un numero crescente di parole scritte”.
L’intensità che caratterizza questo corpus di opere scaturisce da alcune necessità che Solakov pone tutt’oggi al centro del suo lavoro: rendere tangibile e visibile ciò che non lo è; illustrare i temi che popolano il nostro subconscio; tramandare miti e le fiabe; raccontare speranze e desideri, sia che si presentino come confessioni personali che come commenti a questioni sociali.

BERLINDE DE BRUYCKERE “ELIE”
La partecipazione nel 2003 alla 50° Biennale di Venezia segna per Berlinde De Bruyckere l’inizio di una carriera artistica in costante ascesa che la vede protagonista di esposizioni in luoghi prestigiosi come la 3° Biennale di Mosca, la Kunsthalle di Düsseldorf (Germania); La Maison Rouge, Fondation Antoine de Galbert (Francia); la 4° Biennale di Berlino. Le sue opere sono incluse in importanti collezioni permanenti: il Kunst Museum Luzern in Svizzera, la De Pont Foundation in Olanda, la Fondazione Sandrettto Re Rebaudengo a Torino, lo SMAK – Stedelijk museum voor actuele kunst di Gent in Belgio, il Kiasma Museum a Helsinki, il Museum of Old and New Art in Tasmania.
Il cammino espressivo attraverso il quale ci conduce l’artista belga nasce dall’esigenza di indagare a fondo la condizione umana. Le sculture di Berlinde De Bruyckere si offrono come immagini di un dolore archetipo, come riflessioni su tematiche su cui l’umanità si confronta da sempre: la sofferenza, la solitudine, la morte, il ricordo.
La nuova opera che Berlinde De Bruyckere espone in questa mostra si intitola Elie e raffigura una figura maschile in cera. La rappresentazione realistica di certi dettagli -il colore livido della pelle, il volume plastico dei muscoli, fino al disegno fitto che traccia un reticolo di vene ed arterie- svela l’attitudine dell’artista ad uno studio attento della figura umana, della sua anatomia e della postura. Ma la scultura di Berlinde De Bruyckere non concede niente alla narrazione, l’artista lavora piuttosto per sottrazioni e intersezioni, e così la lezione accademica si interrompe, lasciando il corpo dell’uomo volutamente frammentario e incompleto, in attesa di pietas e di riscatto.

 

San Gimignano (SI): Galleria continuaultima modifica: 2010-03-08T10:26:00+01:00da minobezzi1
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