Sebastiano Brillandi (enologo dall’800)mostra dell’interesse anche nei vini bianchi, solo adesso poco prodotti nella regione, soprattutto allo scopo di consigliare sistemi per irrobustirli:
“La manipolazione avviene come già descritto per i vini neri tosti, ma si usano invece
uve di Trebbiano in parti cinque
uve di Verdea (Vernaccia) in parti due
uve di Broccanico in parte una.
Si avverte che con l’alterazione delle dosi accennate, i vini perdono robustezza e grazia, e possono scadere nella classe ordinaria. Perché i vini bianchi tosti acquistino un bel colore, è necessario mettere nel tino qualche grappolo di uva nera ben matura”. Liberamente tratto da: “La difesa di alquanti prodotti nazionali destinati al mantenimento dei viventi”, di Sebastiano Brillandi, dimorante nella villa dei sigg. Conti Brozzi, presso Castiglion Fiorentino in Valdichiana, stampato a Montepulciano, ed. Fumi, 1836.