……e ancora Cortona (AR): Joshua Bell

Il Festival del Sole si caratterizza, fin dalla prima edizione, per la selezione degli artisti che ospita, i quali sono sempre pronti poi a ritornare, per godere dell’atmosfera peculiare che il borgo toscano offre.

Questo è il caso di Joshua Bell, ormai ospite affezionato di Cortona e che, anche quest’anno, sarà presente in due appuntamenti.

Mercoledì 4 agosto al suo fianco vi saranno anche degli artisti alla loro prima esibizione ‘cortonese’: il violoncellista Steven Isserlis, il pianista Dénes Várjon e il direttore Riccardo Frizza.

Protagonista dell’evento la musica di Ludwig van Beethoven, intervallata da una ‘perla’ di Antonin Dvorak.

 

Il concerto avrà inizio con un ‘classico’ della letteratura violinistica: la Romanza N° 2 in Fa maggiore Op. 50 per violino e orchestra interpretata da Joshua Bell, ormai promessa mantenuta del virtuosismo internazionale.

Questo brano, scritto nella forma del ‘concerto’, fu composto da un Beethoven trentenne ed è caratterizzato da una melodia elegante, sciolta e luminosa, dal fraseggio singolare del violino, passionale e cangiante nelle sue espressioni.

Non è facile stabilire la data esatta di questa composizione ma, senza dubbio, la si può collocare intorno agli ultimi anni del Settecento, sia per gli elementi stilistici che richiamano Mozart e Haydn, sia perchè fu eseguita per la prima volta il 5 novembre 1798 a Vienna.

In ossequio alla tradizione viennese, la struttura musicale prevede l’alternarsi del tema con episodi interni di carattere contrastante e, in chiusura, una coda dolce e progressiva della melodia solistica con un soffuso commento orchestrale. Il violino dialoga costantemente con l’orchestra, collegando e approfondendo ogni spunto tematico.

 

Proseguendo con Beethoven, verrà eseguito il Triplo Concerto in Do maggiore Op. 56, per violino, violoncello e pianoforte.

Composto tra il 1803 e il 1804, appartiene allo stesso periodo della terza sinfonia e sonata per pianoforte “Appassionata”. Fu scritto appositamente per l’Arciduca Rodolfo che in quegli anni era diventato allievo di pianoforte del compositore, e per i due solisti a suo servizio, il violinista Carl August Seidler e il violoncellista Anton Craft, ambedue ottimi virtuosi. È il primo concerto in assoluto che fu concepito per quel tipo di complesso. Durante la vita di Beethoven fu eseguito una sola volta, ed anche dopo la sua morte è raramente entrato nelle sale da concerto, colpa delle accuse di ‘mediocrità’ da parte dei concertisti dell’epoca, oltre che per l’inusuale presenza di tali strumenti concertanti insieme. Oggi invece è diventato un ‘classico’ beethoveniano; figura nel repertorio della maggior parte dei grandi interpreti e, nel corso del ‘900, ha visto il connubio di grandi astri del panorama musicale internazionale.

Al pianoforte, insieme al violino di Joshua Bell e al violoncello di Steve Isserlis, un nuovo ospite del Festival di Cortona, Dénes Várjon, ospite delle migliori sale internazionali e molto famoso per le sue esecuzioni da camera in tutto il mondo.

 

La seconda parte del concerto inizia con il Rondo in Sol minore Op. 94 per violoncello e orchestra di Antonin Dvorak, eseguito da Steven Isserlis.

Apprezzato in tutto il mondo per la tecnica e la musicalità raffinata, Isserlis ha costruito negli anni una brillante carriera solistica a cui unisce la passione di scrivere musica per bambini.

Il Rondo in sol minore nacque nel 1891 nella versione per violoncello e pianoforte e il compositore lo dedicò a Hanus Wihan, violoncellista del Bohemian String Quartet, a cui poi più tardi dedicò anche il suo concerto per violoncello e orchestra. Dvorak era in viaggio in Boemia insieme ad Hanus quando ebbe l’idea di comporre un brano per questo virtuoso, convinto che ancora non esistesse una musica che ne rappresentasse il talento.

Qualche anno dopo Dvorak ne compose anche la versione con accompagnamento orchestrale, che è quella che ascolteremo in questo concerto.

Il brano, tripartito, inizia con un tema cupo, proprio della tonalità di Sol minore. Nonostante il suo tono melanconico, si intravede nella melodia un carattere ‘danzante’ tipico del compositore.

Dopo una prima sezione più lirica, la seconda parte del Rondo offre la possibilità al musicista di esternare un alto virtuosismo, arrivando ai registri più alti del violoncello, per chiudere con il ritorno di un tema melodico, ma di carattere meno cupo rispetto all’inizio.

 

……e ancora Cortona (AR): Joshua Bellultima modifica: 2010-08-03T15:20:40+02:00da minobezzi1
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