Poggio a Caiano (PO): Il nuovo ponte Manetti

Via al bando di concorso per scegliere il progetto di ricostruzione del ponte Manetti, una delle opere più significative dell’ingegneria italiana ed europea dell’800.

“Si tratterà di presentare un progetto che coniughi il valore storico e il contesto paesaggistico in cui la struttura andrà a inserirsi – ha sottolineato Beltrame – Il ponte sarà un elemento di connessione strategica per la mobilità all’interno del Parco della piana, collegando le Cascine di Tavola (PO) con il complesso della villa medicea di Poggio a Caiano”. “Il nuovo ponte completa un’idea forte legata al recupero delle Cascine e si fa promotore anche per futuri investimenti su questa area – ha detto Borchi – Adesso è importante che il collegamento sia ripristinato in tempi veloci.” “La ricostruzione del ponte ciclo-pedonale parte da lontano – ha ricordato Martini – La sua realizzazione consentirà finalmente agli abitanti di Poggio di collegare i due polmoni verdi del comune: il Bargo e le Cascine.”

Il concorso, che nei prossimi giorni sarà pubblicato sul sito dell’ente, è bandito dalla Provincia in nome dei comuni di Prato e Poggio a Caiano; si tratta di un concorso internazionale che punta a ricevere progetti da tutta Europa. I partecipanti avranno un mese e mezzo di tempo per presentare gli elaborati che dovranno avere, sul piano architettonico e ingegneristico, lo stesso valore culturale dell’opera ideata e realizzata da Alessandro Manetti nel 1833, ma che necessariamente dovranno avere un impatto economico sostenibile. Il vincitore, al quale sarà assegnato un premio di 10 mila euro, avrà la possibilità di partecipare alla realizzazione del progetto definitivo.

Il ponte Leopoldo II, che attraversa l’Ombrone fra i territori del Comune di Prato e di Poggio a Caiano, collega strategicamente le Cascine di Tavola con il parco della villa medicea di Poggio a Caiano, ma soprattutto costituisce un naturale anello di congiunzione fra il sistema delle piste ciclabili e pedonabili pratesi e il territorio fiorentino e si inserisce quindi a pieno titolo come elemento funzionale alla mobilità all’interno del Parco della piana.

IL VALORE CULTURALE E TERRITORIALE – Per il carattere innovativo e sperimentale con cui fu concepito nel 1833 dal suo progettista Alessandro Manetti, il ponte sospeso rappresenta anche un’attrazione culturale e turistica data anche la sua collocazione a cavallo fra le Cascine di Prato e il complesso mediceo della Villa di Poggio a Caiano, che ne fa uno strumento di connessione territoriale funzionale alla possibilità di estendere su scala provinciale e metropolitana la rete di percorsi ciclopedonali inseriti nel verde pubblico. La Provincia infatti ha promosso la costituzione dell’Anpil Cascine di Tavola con l’intento di realizzare progetti di valorizzazione degli elementi storico-culturali dell’area e la ricostruzione del ponte Manetti è proprio uno di questi.

LA STORIA – Danneggiato durante la seconda guerra mondiale e non utilizzabile da oltre sessanta anni del ponte rimangono oggi solo due piloni di pietra che si fronteggiano sulle sponde del fiume Ombrone tra Prato e Poggio a Caiano. Il ponte sospeso univa le sponde della tenuta granducale di Poggio a Caiano. Fu costruito nel 1833 su disegno di Alessandro Manetti e “per impulso dell’Augusto Regnante” Leopoldo II. Fu “il primo ponte sospeso che abbia visto la Toscana sopra uno dei suoi fiumi”, come riporta l’erudito Repetti alla voce “Cajano” del suo dizionario. La necessità di un diretto contatto tra le due parti che compongono la tenuta di Poggio a Caiano è piuttosto antica. Le relazioni tra la villa, i suoi annessi e le Cascine per secoli sono avvenute tramite il ponte all’Asse ed il ponte a Tigliano, esistenti fin dal Medio Evo ma esterni alla tenuta ed ovviamente aperti al transito pubblico. Le caratteristiche costruttive del ponte sono conformi alle più avanzate esperienze europee dell’epoca e presentano tutti i vantaggi dei ponti sospesi (leggerezza, risparmio di materiale, celerità di costruzione, scarso spessore del calpestio e quindi minor impedimento alle acque di piena). Il ponte fu realizzato con impalcato ligneo di quercia stagionata con marciapiede e corsia carrabile. Il sistema di sospensione era formato da sei coppie di funi alle quali era sospeso l’impalcato. Tutti gli elementi costruttivi e decorativi in ferro uscirono dalle Fonderie di Follonica, a cui proprio Leopoldo II aveva dato nuovo impulso. Il ponte, oggetto di interventi di manutenzione nel corso dell’Ottocento, perse la propria funzionalità nel primo dopoguerra e fu necessario chiuderne l’accesso.

IL PROGETTISTA – Alessandro Manetti (Firenze 1787-1865) figlio dell’architetto Giuseppe Manetti, è una delle figure più interessanti del XIX secolo per la sua cultura contemporaneamente architettonica e tecnica, toscana e internazionale. Manetti progetta e dirige per 45 anni le opere più importanti del Granducato, si occupa della bonifica in Valdichiana, nel padule di Fucecchio e in Maremma oltre che delle nuove strade di valico sull’Appennino. Tra le realizzazioni che la Toscana deve alla sua competenza la ‘strada di Romagna’ per il passo del Muraglione (1831-1836), la ‘strada della Cisa’ (1829-1843) e quella dei ‘Due mari’ (1828-1839).

 
Poggio a Caiano (PO): Il nuovo ponte Manettiultima modifica: 2010-09-02T15:31:18+02:00da minobezzi1
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