Santa Fiora (GR): Geotermia

Si è svolto in un clima sostanzialmente sereno il confronto organizzato dal Centro nazionale iniziative sociali a Santa Fiora (24-25 settembre), malgrado qualche vivace scambio di opinioni nella fase finale.
Su un tema in passato spesso al centro del dibattito locale, il Cenis è partito da lontano tratteggiando per grandi linee l’evoluzione del tessuto sociale ed economico negli ultimi tre secoli, con riferimento come si è detto, non solo allo sviluppo della geotermia ma anche alla chiusura delle miniere, al nuovo assetto sociale che si è determinato ed alle possibili soluzioni collegate ad un auspicabile decollo del turismo nella zona ed alla compatibilità di questa attività con quelle esistenti, inclusa l’ipotesi di possibili soluzioni sinergiche in un clima di collaborazione e di superamento delle situazioni di criticità e di polemica.

E’ quanto emerso nell’intervento degli eminenti studiosi di fama internazionale e dei rappresentanti politici a partire da quello di Silvano Focardi, rettore della Università degli Studi di Siena che ha tracciato un excursus storico sulle attività passate e presenti nella zona dell’Amiata con riferimenti alle più recenti evoluzioni della geotermia in Italia e nel mondo quale non secondaria risorsa tra le cosiddette “rinnovabili”, anche in riferimento specifico alle situazioni del centro e del Sud America e della stessa Islanda (a proposito delle sinergie possibili tra il settore e l’attività turistica).

Il presidente del Centro nazionale iniziative sociali, Pino Lucchesi, si è riferito alle dinamiche che hanno portato alla costituzione di questo organismo Cenis che si pone l’obbiettivo ambizioso di coniugare il rispetto e la valorizzazione dell’ambiente con le esigenze di carattere sociale, specialmente nelle zone nelle quali siano presenti criticità e problemi al riguardo, come nel caso dell’Amiata (progressivo spopolamento dell’area).

Lucchesi anche nella sua qualità di past president del Comitato interministeriale per le certificazioni ambientali ha espresso anche apprezzamento per la decisione dell’Enel di richiedere la massima certificazione europea (Emas – Eco management and audit scheme) ed ha espresso l’augurio che questa scelta si estenda progressivamente a tutte le realtà dell’ente.

«La dichiarazione ambientale è oggi – ha concluso Lucchesi – il migliore strumento per evidenziare politiche ed impegni e la rinnovabilità triennale della certificazione il momento di verifica per controllare se questi impegni sono stati realizzati.
Sul piano più marcatamente tecnico Pietro Barazzuoli della Università di Siena ed Giovanni Giannelli si sono riferiti alle ultime applicazioni in fatto di geotermia, tutte nella dimensione del massimo rispetto possibile dell’ambiente, della minimizzazione dell’impatto, dell’assoluto controllo circa le possibili emanazioni nocive.

Roberto Bertani di Enel green power è tornato sul tema della cooperazione internazionale, un tema di grande interesse per l’intero Paese perché la tecnologia italiana (e quella del comprensorio Larderello- Amiata) è all’avanguardia, in termini di utilizzo, in tutto il mondo, a conferma dell’eccellenza raggiunta dall’Italia nel settore e nella ricerca.
Non sono mancate le valutazioni dei responsabili politici, a partire dal sindaco di di Piancastagnaio Fabrizio Agnorelli e del vice sindaco di Santa Fiora Alberto Balocchi, non prive di critiche per le difficoltà passate e per una collaborazione a fasi alterne con l’Enel, aggravate da difficoltà a livello regionale e, spesso, da un sostanziale disinteresse dello Stato per le esigenze della zona.

Il tema è stato ripreso da Roberto Tortoli, già sottosegretario presso il Ministero dell’Ambiente ed attuale vice presidente vicario della Commissione ambiente della Camera dei Deputati, il quale riprendendo una provocazione di Lucchesi, ha riconosciuto le difficoltà derivate da norme talora confuse e contraddittorie ed ha sollecitato una iniziativa congiunta delle forze politiche per una “legge quadro” sulla geotermia che dia chiarezza e ponga le condizioni per una crescita sostenibile della zona, minimizzando, anzi annullando, i pericoli per la salute delle persone.

Considerazioni riprese nel suo intervento conclusivo dal parlamentare europeo Paolo Bartolozzi che ha confermato il grande interesse della assemblea di Strasburgo per lo sviluppo della geotermia nel quadro delle azioni concordate inizialmente a Tokio e poi successivamente corrette verso l’obbiettivo del 20 per cento delle Energie Rinnovabili per l’anno 2020, riportando anche gli esempi di Francia. Germania, Ungheria e Svezia, Paesi che stanno puntando molto sulla geotermia che delle stesse “rinnovabili” rimane parte essenziale ed elemento trainante. Il che carica sulle spalle dell’Italia una responsabilità aggiuntiva per individuare le strade più affidabili e sicure.

Nel suo contributo ai lavori del convegno, infine, l’ssessore all’Ambiente ed all’Energia della Regione Toscana, Anna Rita Bramerini, ha sottolineato la necessità di un salto di qualità nella legislazione nazionale e regionale in una materia che è certamente “concorrente” e quindi di mutuo interesse,  ha ricordato che allo stato nella Regione l’energia elettrica prodotta da geotermia rappresenta l’87% del totale da rinnovabili nonchè il 27% del fabbisogno elettrico totale regionale,  le intese intercorse tra Regione, Enel ed Enti locali per un rinnovato impegno (intese che presuppongono studi specifici prima di adottare decisioni con una precisa inversione metodologica); e si è riferita infine allo studio epidemiologico commissionato alla Agenzia Regionale di Sanità, studio che appare allo stato, del tutto tranquillizzante per la salute delle popolazioni locali.

greenreport

Santa Fiora (GR): Geotermiaultima modifica: 2010-10-01T18:50:00+02:00da minobezzi1
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