Barga (LU): L’arrivo di Giovanni Pascoli

Il

Nazareno Giusti per loschermo

Nel settembre 1894 Ugo Ojetti, allora giovane giornalista che stava facendo un suo personalissimo giro d’Italia alla ricerca dei più importanti scrittori del momento (un viaggio che andava da Verga a d’Annunzio, da Serao a Praga) incontrò nella sua piccola casa a Livorno, Giovanni Pascoli, che dal 1897 risiedeva nella cittadina labronica per insegnare greco e latino al liceo.

Parlarono un po’ di tutto: dalla poesia alla politica. E da questo lungo colloquio Ojetti avvertì chiaramente che il Poeta si considerava alla viglia di un grande mutamento e si preparava a dare una svolta alla sua vita con quel suo pensiero fisso, quasi un ossessione: ritirarsi in campagna. Per cercare di allontanarsi dai tormenti che lo assillavano, dalla paura del presente e dai dubbi su un futuro incerto sopratutto per l’umanità. Ojetti la definirà “grande voto”.

Pascoli paragonava la sua epoca “borghese” a quella dell’impero romano, quando le popolazioni si erano accentrate nelle grandi città. Allora Virgilio e Orazio cantavano l’amore della campagna invitando tutti a disertare la vita cittadina a favore della quiete dei campi. E così voleva fare (e farà) Pascoli poiché vedeva nella vita agreste la sua salvezza che non era altro che la premessa della salvezza collettiva. Perchè la campagna secondo lui era il luogo sottratto al “gran dramma della perdita dell’innocenza” che affliggeva la sua epoca. Il suo compito era di scongiurare questa apocalisse, come già avevano fatto Orazio e Virgilio “poeti della vita mediocre”, in quel tempo così simile al suo in cui gli uomini si erano imbarbariti, ma la cetra di Orfeo li aveva ripresi per mano come fanciulli, salvandoli. Ora nel tempo delle macchine, dell’acciaio e delle masse toccava a lui; ma per farlo aveva bisogno del suo Eden, un luogo dove gli uomini erano rimasti “puri”.

Lo trovò, questo suo paradiso terrestre, dopo un’angosciosa ricerca che lo portò su una collina che dominava l’antico borgo mediceo di Barga, in Lucchesia, nella Valle che prende il nome da quel fiume che la attraversa: il Serchio.

E così poco più che un anno dopo il colloquio con il giovane Ojetti Pascoli si preparava entusiasta a raggiungere la “piccola villetta” in quella Valle (che definirà) “del Bello e del Buono”. Lo farà martedì 15 ottobre, non una data casuale, ma anzì di alto simbolismo: giorno della nascita di Virgilio. E della sua (ri)nascita.

 Ricorderà Mariù, anni dopo: “partimmo prestissimo con i nostri uccellini in una speciale gabbia. Partimmo in treno alla volta di Lucca dove una vettura ci attendeva par portarci a Castelvecchio”.

“Quel viaggio – ha scritto il professor Umberto Sereninon appartiene alla categoria della normalità quotidiana, è vicenda che proviene dalla sfera mitico simbolica perchè è stata vissuta come il passaggio dalla morte alla vita: il ricongiungimento all’Eden che darà la risurrezione”. L’inizio del ciclo del nuovo viaggio avviene appena scesi alla stazione di Lucca ( nel 1895 la linea ferroviarià si fermava lì, ndr) dove li attendeva un carrettiere, che come un moderno Caronte, li avrebbe portati, dopo circa cinque ore di viaggio, nella Valle della Salvezza.

“Arrivammo a Castelvecchio– ricordava la sorella del Poeta- passato mezzogiorno. C’era ancora un bel tratto di strada da fare a piedi per giungere alla meta. Ma la vista che già dalla stada maestra ci appariva della nostra viletta ci dette le ali, così lesti lesti c’inerpicammo per un viottolo, ripido e tortuoso, e in un volo la raggiungemmo”.  La nuova vita era incominciata.

Da ormai molti anni la Fondazione Pascoli e la Misericordia di Castelvecchio (con il patrocinio del Comune di Barga, della Provincia di Lucca e della Regione Toscana) ricordano l’arrivò del poeta nel piccolo borgo valligiano con un grande evento: la Festa nel Borgo della Poesia.

Quest’anno la festa si svolgerà il 10 ottobre, con una lunga giornata ricca di eventi che si aprirà alle 11.00 nel giardino di Casa Pascoli che sarà teatro della rievocazione dei mestieri tipici di un tempo a cura dell’associazione culturale Samskerando e di un mercatino di prodotti tipici. Alle 12.00 prenderà il via il “convivio pascoliano” con un menù a base di polenta di neccio con prodotti tipici, insaccati garfagnini accompagnati da pane cotto a legna, castagnaccio, mondine, dolci tradizionali e buon vino.

Seguirà uno spettacolo del Gruppo Folkloricfo “La Muffrina”, alle 15.00 si terrà un incontro, condotto da Pietro Luigi Biagioni (esperto di tradizioni popolari) e Ivo Poli (presidente associazione nazionale “Città del Castagno”), sul tema “Il castagno fra tradizione e modernità”. La festa sarà poi chiusa dallo spettacolo “Musica e Poesia” con l’attore Piero Nannini e le musiche dell’Orchestra Giovanile della Media Valle e Garfagnana, diretta dal Maestro Arduino Gottardo.

Inoltre, durante tutta la giornata, sarà possibile visitare la casa del Poeta e la mostra (in collaborazione con il Museo del Castagno di Colognora) “L’Albero del Pane – Giovanni Pascoli e il Castagno”.

Barga (LU): L’arrivo di Giovanni Pascoliultima modifica: 2010-10-02T09:42:43+02:00da minobezzi1
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