Quarrata (PT): Paola Pellegrini

L’autrice del libro “Rime vaganti, in un cielo spezzato, bruciato, smarrito“, presentato al Circolo Culturale ‘La Civetta’ di Quarrata, si racconta

paola

Nella prefazione di Luca Bonistalli il tuo stile e il tuo linguaggio narrativo, soprattutto per quanto riguarda il racconto ‘Il bicchiere è mezzo vuoto e mezzo pieno’ è accostato a quello utilizzato da Lucarelli, oppure dal Buzzati degli anni Sessanta.
Quanto c’è dell’uno e dell’altro in questa storia tipicamente noir e, negli altri due racconti, a chi ti ispiri?

Il fatto curioso è che non ho un modello preciso al quale attenermi: le mie letture sono costituite per lo più da biografie di musicisti più o meno famosi.
Quello che mi ispira realmente sono i miei interessi: la passione per il mio lavoro, infatti sono un avvocato penalista del Foro di Firenze, più in generale a influenzarmi è la mia vena rock, sono anche chitarrista e cantante in una rock band.

Quindi, possiamo dire che Paola Pellegrini è il tuo reale modello?

In un certo senso sì.

A questo punto, ti devo chiedere chi è Paola …

Chi sono io e qual è la mia personalità è spiegato bene sul mio sito, www.lexrock.it. ‘Lex‘, che in latino significa ‘legge’, e ‘Rock’ sono i due elementi fondamentali che compongono il mio carattere, la mia personalità. Sono una persona che continuamente oscilla tra la forza dirompente e ribelle della musica rock e il costante impegno per tutelare i diritti costituzionalmente garantiti ad ogni essere umano. Tutto ciò riesco ad esprimerlo nella scrittura, un’attitudine che ho da sempre e che mi aiuta a raccontarmi: di solito, infatti, scrivo in maniera spontanea e automatica, raramente metto mano una seconda volta, o stravolgo, ciò che ho scritto in un primo momento.
In ‘Rime vaganti, in un cielo spezzato, bruciato, smarrito’ racconto le storie di diversi personaggi in una prosa diretta e veloce, come necessita la redazione di un atto giudiziario, ma con un tocco musicale, proprio delle canzoni, che provoca rime e allitterazioni involontarie, che rendono il testo frammentario, ma scorrevole e melodico.

Oltre alla Prefazione, all’inizio del tuo libro, troviamo un pensiero di Chiara Lubich, come mai hai pensato di aprire i tre racconti con le parole della Fondatrice del Movimento Cattolico dei Focolarini?

Si tratta, innanzi tutto, di un personaggio da me molto amato per la profondità del suo pensiero. In particolare, la preghiera citata in testa al mio libro mette in luce la ricerca di un Dio, di una Risposta, un Significato, che non emerge nei grandi eventi della nostra storia: può essere nella gioia o nel silenzio, in un canto o in una preghiera, ma sicuramente si trova sempre nel Dolore di ognuno di noi. E’ questo il messaggio che il libro vuole dare: tutti i personaggi vivono vite comuni, non sono nè eroi nè persone straordinarie, non abitano una realtà particolarmente esaltante, ma hanno tutti in comune il fatto di porsi delle domande e di trovare la Risposta in momenti di difficoltà e di dolore. La sofferenza, che fa parte della vita di ognugo, ci fa crescere, mette in crisi le nostre certezze e ci costringe a trovare nuovi equilibri. In questo modo, anche una storia in sè per sè ordinaria può diventare significativa e unica.

Quanto possiamo ritrovare dell’autrice nei personaggi da lei creati?

Molto, direi. Nei miei personaggi ritrovi costantemente la tensione tra il Cielo e la Terra che vive ogni individuo, compresa io.

Cosa intendi per ‘Cielo’ e ‘Terra’?
Intendo la normale aspirazione presente da sempre nell’uomo, la tensione verso il Trascendente, frenata costantemente dal nostro essere ancorati al piano materiale della nostra vita: appunto, il Cielo e la Terra.
La realtà nella sua completezza non comprende solo un lato della medaglia o l’altro, ma li accoglie entrambi. Questo concetto è ben visibile nel finale de ‘Il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto‘, dove scrivo: ” Ghilbert ci aveva rimesso la vita e una bimba l’aveva ritrovata. Mettendo questi due aspetti sui piatti di una bilancia , ogni storia trafigge il cuore con una lancia. Entrambe dolorose, entrambe meravigliose … Per questo va errato chi si ostina a voler vedere solo mezza parte del bicchiere. Non basta dire è mezzo pieno o è mezzo vuoto per descrivere la realtà che si manifesta oltre l’ignoto. Occorre saper considerare tutti i meccanismi della congettura astrale per riuscire a rappresentare il concreto delle cose in terra come in cielo”

 

Francesca Caponetto per pistoialife

 

 

Quarrata (PT): Paola Pellegriniultima modifica: 2010-10-26T12:46:21+02:00da minobezzi1
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