……e ancora Pisa: PIT e paesaggio

Renzo Moschini per greenreport

Sulla base di una intesa tra la regione Toscana e la Facoltà di Architettura di Firenze a Firenze, Siena e Pisa si terranno incontri per discutere gli aggiornamenti da apportare al Pit per quanto riguarda il paesaggio.

Va detto subito che di rivedere le vecchie schede c’è senz’altro bisogno. Se quelle schede apparivano però per molti versi particolarmente carenti e inadeguate è anche perché non riuscivano a dare una idea di cosa negli anni si era riusciti a fare sul paesaggio specialmente con il contributo, ad esempio, dei piani dei parchi toscani che sotto questo profilo avevano fatto da battistrada sul piano nazionale. Basti pensare al lontano piano Cervellati per San Rossore che nelle famose schede era di fatto ignorato per lasciare il posto alla sorprendete ‘scoperta’ che Boccadarno offriva uno stupendo panorama sulla Apuane.

Insomma il Pit – e non soltanto per il paesaggio – presentava e presenta una immagine della regione che non si è avvalsa adeguatamente innanzitutto di quanto il sistema istituzionale regionale è riuscito in questi anni a pensare, progettare e gestire. Questa realtà ne ha fatto così le spese per lasciare il posto a interpretazioni normative e narrazioni ‘letterarie’ che hanno finito per mettere in ombra e negare ruoli ed esperienze che oggi devono invece essere riprese e valorizzate.

Su tutto – bisogna ripeterlo – ha pesato una visione e concezione prevalentemente urbanistica dell’assetto del territorio ancora incentrata soprattutto sul livello comunale, poco su quello provinciale e per niente su quello delle aree protette e dei bacini che operano su scale e dimensioni diverse ma sicuramente indispensabili per una programmazione regionale ambientalmente convincente.

La giunta Rossi si è presentata infatti all’insegna di questa esigenza, confermata per altro dalla scelta degli assessori all’assetto del territorio e all’ambiente. E non è certo un caso che l’assessore Bramerini tra i suoi primi impegni abbia messo quello di approvare la nuova legge sui parchi rimasta da troppo tempo nei cassetti che è invece urgente se vogliamo rivedere come si deve  la legge del 2005 che di difetti  ne presenta non pochi.

E il paesaggio su questo sfondo gioca innegabilmente un ruolo molto importante specie dopo l’entrata in vigore del nuovo codice dei beni culturali che ha il torto di avere nuovamente separato paesaggio e natura così bene intrecciati a suo tempo da Cervellati su cui  l’assessorato all’ assetto del territorio ha il torto di averci messo un carico riconducendo il nulla osta ai singoli comuni cosa che non ha fatto quasi nessuna regione. E non sempre arrivare primi merita un premio.

Dunque di cose da rivedere e recuperare ce ne sono parecchie ma dovrebbero essere certo studiate e verificate anche nelle sedi universitarie, ma non solo. Tanto più se scopriamo dalla dichiarazione dell’assessore Marson all’Unità fiorentina che a sua insaputa è stata cancellato dalla direzione generale della Regione il paesaggio e da voci – queste non confermate – si starebbe per fare altrettanto per i parchi.

Se ciò è dovuto ai tagli che si impongono non lo sappiamo quel che sappiamo è che va evitato di ricondurre tutto a quel tipo di gestione regionale urbanistica in cui non si può assolutamente identificare quel governo del territorio di cui parla anche il titolo V della Costituzione. Quel vecchio tipo di gestione ha prodotto il Pit, ma per cambiarlo serve un altro tipo di gestione regionale. Su questo non ci piove. Già in passato non si vollero accogliere le osservazioni critiche che da più parti furono fatte in varie sedi. Non si ripeta questa volta lo stesso errore fin che si è in tempo.

……e ancora Pisa: PIT e paesaggioultima modifica: 2010-11-02T17:33:00+01:00da minobezzi1
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