Arezzo: L’ISMEA su AgriEtour

13 Dopo gli anni della crescita spontanea, sull’onda della voglia di verde e di quiete alla riscoperta delle tradizioni rurali e del cibo genuino, l’identikit dell’agriturista si è fatto più sfaccettato e le motivazioni che spingono a scegliere la vacanza in campagna più diversificate. Un trend che apre nuove opportunità di sviluppo per le 19.000 aziende che attualmente compongono la rete dell’agriturismo made in Italy, ma anche per chi ha interesse a investire nel settore con nuove iniziative.
Proprio allo scopo di dare agli imprenditori del settore elementi necessari per assecondare questo processo di adeguamento alla nuova domanda del mercato, l’Osservatorio Nazionale dell’Agriturismo ha avviato un’indagine (curata da Ismea – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – nel 2010, implementando gli studi già svolti nel 2009, attraverso diversi focus group con consumatori nelle diverse aree geografiche e in città di differenti dimensioni) sulla domanda di agriturismo in Italia e in alcuni Paesi europei, i cui risultati sono stati presentati nell’ambito del Salone nazionale dell’Agriturismo Agrietour di Arezzo, iniziato ieri e che si chiuderà domenica 14 novembre, che comprende anche un focus group di approfondimento con i tour operator stranieri.
Sempre secondo l’indagine, per quanto riguarda il mercato nazionale, emerge il quadro di una domanda molto segmentata. I turisti orientati a vivere intensamente la struttura agrituristica, alla ricerca di attività legate all’agricoltura, del relax e delle tradizioni enogastronomiche sono quelli più interessati a un modello di agriturismo “spartano”, essenziale e legato ai ritmi della natura: per loro (fra questi anche le famiglie con bambini), non sono determinanti gli eccesivi comfort o la possibilità di accedere ad internet, mentre è importante vivere da vicino le attività dell’azienda, con un occhio di riguardo alla tradizione agricola e al passato.
All’opposto, c’è anche chi è interessato all’agriturismo come base d’appoggio per visitare le attrazioni nell’area circostante: in questo caso c’è molta più attenzione al livello di comfort e alla presenza della tecnologia e di internet. Si tratta del segmento che più attende una classificazione chiara ed efficace delle strutture agrituristiche, per il quale il contesto dell’area deve caratterizzarsi per diverse tipologie di attrattività, come le città d’arte, oppure opportunità turistiche, quali il lago o il mare.
L’altro filone dell’indagine riguarda il mercato estero: Austria, Regno Unito, Francia e Spagna. Quattro Paesi tra loro diversi per dimensione, approccio verso l’agriturismo, vicinanza alle proposte turistiche italiane. In questi Paesi sono state svolte decine di interviste individuali con agenzie di viaggio e tour operator, oltre ad un focus group con i consumatori finali.
Come emerge dall’indagine, in Spagna – dove è forte la competizione fra agriturismo e altre forme di turismo emergenti (come le “giornate in cantina” o il pernottamento nelle “paradores” – vecchi castelli e conventi) – il consumatore cerca contesti rurali dove l’attività agricola non è fondamentale, mentre è importante la bellezza della zona. Per quanto riguarda una vacanza in un agriturismo italiano, il consumatore spagnolo è orientato a un soggiorno di almeno una settimana, alla ricerca della tradizione, anche se anche molta attenzione alla logistica e alla disponibilità di servizi come l’auto a noleggio o il bus navetta. I tour operator spagnoli, che trattano in misura limitata il pacchetto-agriturismo, considerato a basso margine di profitto, chiedono in genere maggiori garanzie e chiarezza nell’organizzazione degli agriturismi, per poter trattare con maggiore facilità questo segmento di mercato.
Più complesso e anche contraddittorio invece l’approccio all’agriturismo da parte dei consumatori francesi: la vacanza in fattoria non è una scelta primaria rispetto alle molteplici alternative di turismo e la ricerca del luogo e della sistemazione richiede un certo sforzo. Chi opta per il soggiorno in agriturismo è motivato dalla ricerca di uno stile di vita molto diverso da quello della città: si cercano i prodotti dell’agricoltura e la cultura del mondo rurale. Centrale la figura del gestore, che deve coinvolgere gli ospiti e condividere con loro conoscenze ed esperienze: si cerca “la fattoria della nonna”, dove nutrire gli animali, cavalcare il pony, imparare il nome degli alberi, ma tutte le attività devono essere pianificate e “cronometrate”. Per i tour operator francesi vale, in generale, il discorso fatto per quelli spagnoli: si cerca di avere più informazioni e più garanzie e, possibilmente, un interlocutore più generale.
Per ulteriori informazioni: www.reterurale.itwww.agrietour.it.

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Arezzo: L’ISMEA su AgriEtourultima modifica: 2010-11-14T10:20:41+01:00da minobezzi1
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