Arezzo: Cos’è il Wolfnet

 

 

Oggi a Badia Morronese, vicino Sulmona (Aq), nella sede del parco nazionale della Majella si sono riuniti per la prima volta esperti, ricercatori e istituzioni per dare vita ad una rete di alleati per proteggere il lupo nell’Appennino e condividere le misure di conservazione e gestione, sfruttando l’esperienza acquisita con Appennino Parco d’Europa (Ape).

Un network Istituzionale che fa parte del progetto Life Wolfnet coordinato dal Parco nazionale della Majella che lo ha promosso insieme agli altri parchi nazionali di ordinatore delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna e a quello del Pollino, alla provincia dell’Aquila, all”Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Toscana e Lazio e a Legambiente. Altri 8 enti pubblici  (Comunità montana Esino Frasassi; parco nazionale Monti Sibillini; provincie di Salerno e Genova; parco regionale della Maremma; parco naturale regionale Sirente Velino; parco naturale regionale dei Monti Lucretili; parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano) hanno cofinanziato il progetto mentre tutte le regioni interessate dalle attività hanno dato il loro supporto istituzionale.

Il Network punta a diffondere le migliori pratiche per la coesistenza cercando di minimizzare il conflitto che spesso si crea tra alcuni esemplari e le attività zootecniche, di prevenire il fenomeno delle mortalità illegali, ridurre i rischi sanitari, gestire l’impatto delle attività antropiche sul ciclo biologico della specie.

Il direttore del Parco Nazionale della Majella, Nicola Cimini, spiega che «Con la prima riunione del Network vogliamo gettare le basi per una proficua collaborazione tra tutti i soggetti che da tempo lavorano per la tutela e la gestione del Lupo, che oggi è diventato un simbolo del relazione tra fauna selvatica e uomo, un legame complesso e in continua evoluzione. Condivideremo analisi, metodi e riflessioni per migliorare la gestione di questa specie coinvolgendo gestori e ricercatori in una discussione aperta sulle criticità e sulle prospettive del rapporto tra lupo e attività antropiche. Obiettivo più alto del progetto è poi quello di elaborare ed esportare un modello gestionale, sostenibile sul lungo termine e rimodulato sulle caratteristiche territoriali di ciascun ente gestore, all’interno di altre aree protette dell’ Appennino”»

Secondo Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, «Il Network è un importante ed ambizioso tentativo di creare un sistema pilota di coordinamento e di sinergia tecnico-istituzionale. Il tavolo di coordinamento permanente infatti è composto da tutti i oggetti coinvolti nel progetto Ape e sottoscrittori della Convenzione degli Appennini. Mettendoci in rete saremo in grado di pianificare ed attuare più facilmente misure coordinate di protezione per il lupo in Appennino in linea anche con le azioni previste dal Life, sfruttando le migliori esperienze maturate anche nell’ambito di altri progetti. Il Nework istituzionale assume dunque un ruolo fondamentale per il rilancio dell’esperienza di Ape costituendo anche l’occasione per far emergere la straordinaria importanza della realtà naturalistica dell’Appennino, soprattutto in relazione alle ambiziose prospettive di gestione del Lupo».

Secondo WolNet le principali minacce legate alla tutela e conservazione del lupo nell’appennino e nei parchi  sono: «L’incremento del conflitto ai danni del lupo  (come conseguenza di inappropriati sistemi normativi di indennizzo del danno) e ostilità nei sui confronti da parte degli allevatori e delle comunità locali; mortalità illegale (bracconaggio e mortalità illegali sono un fenomeno ancora attuale nell’area del progetto); persistenza di rischi o sviluppo di nuove criticità sanitarie per il lupo (in particolare la presenza di popolazioni canine vaganti rappresentano, tramite interazioni dirette o indirette, fonte di rischio sanitario); disturbo antropico diretto o indiretto al lupo nei siti e nei periodi riproduttivi e durante le diverse fasi del ciclo biologico.
Attraverso la realizzazione di una serie di azioni concrete il progetto mira a: 1. ridurre il conflitto lupo-bestiame attraverso la uniformazione, il coordinamento e l’attuazione del sistema di valutazione “danno- indennizzo- prevenzione- mitigazione” basato sulle specifiche realtà ambientali; 2. combattere il fenomeno della mortalità illegale;  3. ridurre i rischi sanitari che possono influenzare negativamente le popolazione di lupo; 4. ridurre al minimo l’impatto delle attività umane che possono causare disturbo alla riproduzione e sopravvivenza della specie».

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Arezzo: Cos’è il Wolfnetultima modifica: 2010-12-14T17:47:53+01:00da minobezzi1
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