Lucca: Il calzaturiero tiene

manovia calzaturiera

Novità, innovazione e riposizionamento sui mercati. Sono queste le parole-chiave del futuro del settore calzaturiero in provincia di Lucca. Un comparto economico importante per il territorio, lo dimostrano in particolare i valori dell’export che, dopo anni di crisi,, in quest’ultimo periodo ha riconquistato fette di mercato ed evidenziato livelli di crescita, sebbene i livelli occupazionali rimangano ancora critici.

Sulle prospettive e sulle idee di sviluppo del settore, hanno fatto il punto sulla situazione, a seguito di una riunione del Comitato di Distretto, l’assessore provinciale allo sviluppo economico, Francesco Bambini, e il presidente del Distretto calzaturiero di Lucca e di Ce.se.ca Innovazione srl, Giovanni Cordoni, nel corso di una conferenza stampa svoltasi in Palazzo Ducale.

I due amministratori hanno sottolineato che il settore ha subìto in questi ultimi anni trasformazioni

profonde, per le quali è indicativo il calo dei livelli occupazionali registrati dal 2001 al 2008 secondo i dati forniti dall’Inps (1.300 addetti in meno). Trasformazioni che hanno richiesto alle aziende capacità di tenuta e di reazione per quelle che sono riuscite a sopravvivere. Un sistema che, comunque, deve tenere conto di cambiamenti significativi quali il mutamento dei consumi dei prodotti moda rispetto ad altre categorie merceologiche e la diversificazione dei mezzi per raggiungere un mercato sempre più ’nomade’ e digitalizzato, che ricerca non solo prodotti ma anche beni-servizio.

Siamo soddisfatti della ripresa sotto il profilo della produzione e del fatturato che sono tornati a crescere – commenta l’assessore Bambini – mentre sul fronte occupazionale il comparto fa fatica a riprendersi. Se guardiano ai dati il sistema calzaturiero lucchese è riuscito a tenere e a fronteggiare la crisi di questi anni grazie anche ad una politica coraggiosa di alcune imprese che hanno investito in innovazione e qualità, indirizzandosi verso prodotti di fascia medio-alta, riposizionandosi strategicamente sui mercati. L’auspicio, quindi, è che da ora in avanti le aziende, soprattutto quelle più importanti tornino ad assumere e i presupposti ci sono tutti”.

Per quanto riguarda i modelli di business del settore presenti sul territorio, questi sono, in particolare, quello relativo alla subfornitura, che si concentra sullo sviluppo del prodotto e sul processo produttivo (lavorazioni di eccellenza prevalentemente made in Italy) e quello delle aziende che presidiano le fasi a valle della filiera produttiva (branding, marketing e distribuzione). Nel territorio resta anche una presenza di indotto collegato al settore e alcune aziende che realizzano fasi produttive per marchi di prestigio, mentre ormai gran parte dell’indotto e del contoterzismo è stato delocalizzato all’estero.

“Le aziende lucchesi – spiega Cordoni – dovranno puntare a qualificare la rete dell’indotto e della subfornitura concentrandosi sullo sviluppo del prodotto e sull’innovazione del processo produttivo, puntando inoltre su lavorazioni di eccellenza e prevalentemente made in Italy. I principali clienti di questo tipo di azienda possono essere sia le griffe del settore fashion e del lusso che gli operatori della distribuzione moderna. Ma per essere competitive anche in questo segmento di mercato, le aziende dovranno puntare altresì a una forte crescita della capacità di servizio e della concorrenzialità del rapporto qualità-prezzo”.

Esiste, poi, un numero contenuto di calzaturifici lucchesi che ha intrapreso, a partire dagli Anni ’90, una politica di sviluppo di un proprio brand e prosegue su questa strada. Si tratta di un modello di business che, per sua stessa natura, richiede significativi investimenti e risorse, sia in strutture che in progetti, sul fronte marketing e commerciale, attraverso reti di agenti e investimenti diretti in Paesi strategici. Risulta limitato sul nostro territorio, inoltre, anche l’altro modello che si basa sul presidio del canale distributivo, attraverso negozi di proprietà e formule come il franchising.

La situazione attuale. Più in generale l’analisi congiunturale dell’industria manifatturiera relativa al 3° trimestre 2010, realizzata dalla Camera di Commercio di Lucca e dall’Associazione Industriali, evidenzia una crescita media del 5,3% della produzione e del 10% del fatturato, dati che declinati per il settore calzaturiero fanno segnare, rispettivamente, un +3,5% e un + 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2009. Il Distretto calzaturiero lucchese ha fatto registrare nel primo semestre 2010 un valore delle esportazioni di 151,2 milioni di euro con un + 14% sullo stesso periodo del 2008.

Dalla tabella sottostante – che analizza i dati relativi ai distretti calzaturieri di Emilia-Romagna, Toscana e Marche si rileva che il settore calzaturiero lucchese registra un segno “più” insieme a quello di Fusignano e addirittura evidenzia per questo periodo uno dei dati migliori dell’industria manifatturiera della nostra provincia; inoltre che il valore delle esportazioni è interessante e, confrontato con il cartario, dimostra l’importanza del calzaturiero.

loschermo

Lucca: Il calzaturiero tieneultima modifica: 2010-12-22T09:25:50+01:00da minobezzi1
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