Viareggio (LU): Mario Marcucci

Per comprendere la pittura di Mario Marcucci, le cui opere sono in questo periodo in mostra a Palazzo Paolina, bisogna pensare al tipo d’uomo che il fascismo intendeva creare: un uomo deciso, coraggioso, privo di debolezze e inquietudini. Era il modello ardimentoso illustrato da motti dannunziani come “cosa fatta capo ha“.

Era abbastanza ovvio che una parte dei giovani intellettuali di allora rifiutasse questo modello, fino al punto di rovesciarlo in nome di una rivalutazione della libertà individuale, dell’inquietudine e dello scavo interiore.  “Ah l’uomo che se ne va sicuro/agli altri ed a se stesso amico/e l’ombra sua non cura/ che la canicola stampa sopra il calcinoso muro” scrive Montale nella poesia che apre Ossi di seppia. Marcucci e’ appunto il prototipo dell’uomo montaliano e gobettiano. Che non conosce la sicurezza, che non si sente amico ne’ degli altri ne’ di se stesso. La sua e’ una pittura di ombre che si stagliano su muri calcinosi. Un’altra poesia degli Ossi ci viene in aiuto per definirlo: e’ quella (Il girasole) in cui il poeta si interroga sul mistero della luce per concludere che “svanire e’ dunque la ventura delle venture“, citazione che chiarisce perfettamente quale sia lo scopo (la dissoluzione nella luce) delle più riuscite opere marcucciane. Perciò non stupisce che Marcucci fosse apprezzato da Montale, che ne collezionava le opere (trovo invece meno convincente l’accostamento alla poetica ermetica, che ha spesso esiti lapidari sconosciuti al nostro).

Ci sono due tipi di artista, quelli che si esprimono attraverso la passionalità e quelli che mettono al centro della propria arte la sensibilità. Marcucci appartiene a questa seconda categoria, e’ uomo dalla sensibilità eccessiva, al quale si addicono le parole con le quali Fitzgerald descrive Gatsby quando scrive che la sua sensibilità era paragonabile a quella di un sismografo in grado di percepire una scossa di terremoto a migliaia di chilometri di distanza. Un pittore straordinariamente interessante, condannato ad un ingiusto oblio, ad una persistente “sfortuna critica” quello che e’ tornato in mostra in questi giorni a Viareggio. Tra le prove della sua grandezza mi piace concludere citando questa: non piaceva a Sgarbi (ne’, credo, lo Sgarbi attuale sarebbe piaciuto a lui).

Ludwig Zaller per viareggiOk

Nell’immagine: Mario Marcucci, Marina con barca rossa (Collezione Zaller)

 

Viareggio (LU): Mario Marcucciultima modifica: 2010-12-29T11:05:39+01:00da minobezzi1
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