Livorno: Le due Madonne dei Livornesi

Massimo Masiero per costaovest

 

La città s’infiamma, e i livornesi pure, per la “Madonna dei Popoli”, che sarà collocata, se il lavoro dell’autore, lo scultore Paolo Grigò, all’imboccatura del porto, davanti al faro e alla diga della Vegliaia, per dare il benvenuto ai naviganti. Si rinnova così, in tempi moderni, l’offerta di protezione della Madonna, che si aggiunge all’altra,  tradizionale protettrice dei livornesi e dei naviganti, immortalata nel quadro che la raffigura con il Bambin Gesù in braccio, nel Santuario posto sul colle di Montenero, quella Santa Maria delle Grazie, patrona della Toscana, venerata nei secoli, meta di pellegrinaggi e colmata di ex-voto per grazia ricevuta. Due Madonne per Livorno non sono troppe, anche se per questa ultima, alta dieci metri, su piedistallo di due, oltre quintali, con bambino in braccio e mano tesa verso il mare, voluta dal vescovo della Diocesi Simone Giusti, architetto e promotore dell’iniziativa, si è aperta una polemica, più o meno sensata, che ha coinvolto nel sito web di un quotidiano locale circa cinquemila cittadini, il 66 per cento dei quali favorevoli alla sua installazione, il 33 contrario e il resto neutrali.

Settantamila euro la spesa complessiva, da raccogliere tra le offerte promesse dagli operatori portuali, dalle grandi famiglie che dai traffici portuali traggono guadagni, e tra i cittadini. Niente soldi pubblici dagli enti locali, hanno fatto discretamente capire Comune e Provincia, che non si sono pronunciati (Comune) , anche perché l’iniziativa non rientra nei programmi dell’ente (Provincia). La Diocesi s’impegnerà per parte dei materiali.La statua vuol essere un’apertura della città verso il mondo.Ecco che allora in questo inizio d’anno si è fatta più acuto l’interesse per la statua, costruita in creta e materiale refrattario grigio ad alta cottura per resistere alle intemperie, mantello quasi amaranto, colore della città. Sarà pronta forse a settembre. L’8 del mese, natività di Maria, si festeggia con solenni cerimonie religiose al Santuario di Montenero. Il giorno potrebbe essere dedicato alle due Madonne in cielo e sul mare.

Intanto le polemiche non mancano. I laici (pochi per la verità coloro che hanno avuto il coraggio di esporsi in prima persona) hanno obiettato che si contravviene alla tradizione della città rispettosa dei vari credi religiosi e che sarebbe stato più opportuno utilizzare la spesa per opere di bene. Ma il basamento della statua sarà incorniciato da figure rappresentative di tutti i popoli del Mediterraneo, per confermare l’accoglienza verso tutti coloro che hanno frequentato e ancora frequentano il porto e la città. Una città che è sempre stata in passato, un po’ meno nel presente, solidale, generosa e pronta ad offrire, come testimonia l’impegno della Caritas diocesana, che ha realizzato e gestisce da anni in zona Torretta una struttura che offre pasti caldi quotidiani e alloggio notturno ai tanti “ultimi” della città e non solo, insieme alle mense delle parrocchie.

 

E’una città che ha sempre avuto un rapporto di particolare affetto con la Madonna, al di là delle convinzioni politiche e religiose, e alla quale ha dedicato anche una delle strade più antiche del centro. Infatti in via della Madonna ci sono tre chiese, allineate su poche decine di metri, con la facciata rivolta al mare, esempio unico di una religiosità europea e universale: la chiesa dei greci della Santissima Annunziata, con all’interno la preziosa Iconostasi del diciassettesimo secolo, dove è raffigurata anche la madre di Dio; la chiesa armena dedicata a San Gregorio Illuminatore, aperta nel 1714, di cui è rimasta solo la magnifica facciata, e tra le due la chiesa cattolica della Madonna dei frati minori di San Francesco, costruita dal 1607 al 1611, con all’interno gli altari dedicati ai santi patroni delle comunità straniere cattoliche presenti nella città francese, olandese alemanna, corsa e portoghese. E ancora la chiesa ottocentesca di Santa Maria del Soccorso, in piazza della Vittoria, che con i suoi novanta metri è la più grande della città; di Nostra Signora del Rosario, in via Mangini, ricostruita negli anni sessanta del ventesimo secolo sullo stesso luogo dove era stata edificata, e poi distrutta dai bombardamenti, la chiesa dei maroniti, testimonianza della presenza della comunità levantina fin dal diciassettesimo secolo. Sono la significativa testimonianza della venerazione dei livornesi per le Madonne a Livorno sin dal Seicento.

 

Le due Madonne, quella dall’alto del Santuario di Montenero e l’altra a filo di banchina, si troveranno a vegliare sulla città e sul mare, con la speranza che diminuiscano i troppi egoismi e le rivalità che caratterizzano la vita di tutti i giorni.

Livorno: Le due Madonne dei Livornesiultima modifica: 2011-01-05T09:49:00+01:00da minobezzi1
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