Pietrasanta (LU): Giovanni Acci

Valeria Pardini per loschermo

A cento anni dalla nascita del pittore fiorentino Giovanni Acci, l’assessorato alla Cultura di Pietrasanta, la città dove il pittore visse a partire dal 1955 con la famiglia, ha deciso di dedicarli un’ampia retrospettiva. Nelle suggestive stanze del Chiostro di Sant’Agostino si sviluppa un particolare percorso espositivo che permette di scoprire, attraverso l’intensa espressività della sua pittura, la sua lunga e ricca carriera artistica.

Per la prima volta sono stati riuniti, appositamente per questa esposizione, più di cento dipinti, provenienti da molte collezioni private o di proprietà della famiglia Acci. Nello stile del pittore, le opere sono di grandi dimensioni, perciò di un potente ed immediato impatto visivo; i soggetti sono vari: dai ritratti, alle figure mitologiche e religiose, dalle cupe nature morte, fino ai grandi paesaggi deserti, tutti caratterizzati da una profonda carica emotiva ed una forte drammaticità.

Le figure sono imponenti, cariche di un sapiente plasticismo ed emergono dalle tele brune in tutta la loro maestosità, sembrano fissare gli spettatori dritto negli occhi, fino a farli provare un senso di inadeguatezza e inferiorità. I paesaggi solitari e infuocati ricordano i grandi pittori del romanticismo, dove protagonista è una natura, viva, pulsante, ribelle. 

Il disegno è acceso, come se uscisse direttamente da una profonda oscurità; i colori sono il vero tratto distintivo della pittura di Acci, rossi infuocati caratterizzano le sue tele, così come i gialli-luce che illuminano le tele come una specie di folgorazione, donando un alone di misticismo.

La grande retrospettiva, fortemente voluta dal sindaco di Pietrasanta Domenico Lombardi, può essere senza dubbio, definita “intima”, il percorso espositivo infatti, curato dalla figlia Maria Acci Kazantjis, è stato creato per scoprire l’artista in molti aspetti della sua vita; insieme ai dipinti infatti, si alternano molte fotografie che lo ritraggono al lavoro nel suo studio ma anche in ambito familiare, un modo per indagare non solo la sua poetica ma anche la sua vita privata; dunque, non solo il pittore ma anche l’uomo.

Giovanni Acci ( Firenze 14 luglio 1910 – Pietrasanta 1979 ) è arrivato alla pittura abbastanza tardi, precedentemente si è dedicato ad altre esperienze artistiche, in particolare la musica; egli impara a suonare il violino privatamente e allo stesso modo si avvicina allo studio del disegno all’età di 28 anni. Nel 1942 si tiene la sua prima esposizione nella sua città natale, dove riscuote un notevole successo di pubblico e di critica. Lo scoppiò della seconda guerra mondiale stravolge ogni cosa, per Acci significa l’abbandono della vita artistica e della sua amata Firenze, affronterà mille traversie, sarà costretto anche a vivere in un campo profughi. Una volta finita la guerra riprende lo studio della pittura e dal 1947 al 49 si lega ai “Pittori Moderni della Realtà”, pur mantenendo uno stile personale, partecipa a tutte le mostre organizzate dal gruppo. Si trasferisce poi in Versilia, dove condurrà una vita ritirata dividendosi tra lo studio ed il lavoro, maturando una stile del tutto personale che lo hanno reso uno dei protagonisti dell’arte figurativa del XX secolo. Chi lo ha conosciuto lo descrive come un uomo solitario, silenzioso, sempre assorto dai propri pensieri.

Così lo racconta Dino Buzzati sulle pagine del Corriere della sera nel 1971: “Acci impugnò i pennelli molto tardi, sui ventotto anni; ed imparò si può dire da solo. Ma non è certo da autodidatta il suo mestiere, che può ricordare gli antichi, tanto è esigente, e va a fondo (per questo alcuni lo hanno paragonato ad Annigoni, fenomeno però tutto diverso). Quando il sentimento, che in Acci deve essere abitualmente impetuoso, è trattenuto, quando il discorso diventa composto e pacato, quando la stanza, il paesaggio si fanno immoti e silenziosi, il meglio dell’artista si rivela. Così nelle impressionanti tre parche, di ottima tensione metafisica, così in alcune recentissime nature morte dove gli oggetti grandeggiano minacciosi e la luce atmosferica riempie la scena di una oscura fatalità”.

La mostra di Giovanni Acci nel Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta sarà visitabile fino al 9 febbraio 2011, dal martedì alla domenica con orario 16 – 19. ( ingresso libero). Un’iniziativa dall’Assessorato alla Cultura con il sostegno e l’allestimento dalla figlia del pittore, mentre il catalogo è stato realizzato con la collaborazione di Lodovico Gierut, presidente del Comitato Archivio artistico – documentario Gierut.

Pietrasanta (LU): Giovanni Acciultima modifica: 2011-01-12T09:31:33+01:00da minobezzi1
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