Anche per la città di Arezzo il 1920 è un anno di agitazioni e richieste sindacali, conseguenza più di una situazione di gravi difficoltà e del diffuso malcontento che di un progetto rivoluzionario o riformista delle forze socialiste. Dopo le vertenze della primavera, gli operai della Sacfem, guidati dal sindacalista anarchico Ruggero Turchini, decidono di seguire l’esempio delle fabbriche del Nord ed occupano lo stabilimento. A difesa dell’occupazione da un attacco delle forze di polizia qualcuno decide la costruzione e la raccolta di armi. La vertenza si conclude con un’apparente vittoria delle maestranze, ma la notizia delle armi nascoste si diffonde e porta ad una vasta indagine di polizia. Le carte del processo si rivelano particolarmente utili per capire molti aspetti della vita interna alla fabbrica nei venticinque giorni di occupazione. Si possono cogliere i sentimenti di solidarietà, le forti tensioni, le preoccupazioni crescenti tra gli operai impegnati in una prova di forza di carattere sindacale ed economico e anche implicati in un progetto politico rivoluzionario, annunciato imminente dalla propaganda delle forze più estreme della sinistra.
Laureato in Storia presso l’università di Firenze, Giovanni Galli ha insegnato negli istituti scolastici superiori di Arezzo. Nei suoi studi e nelle sue ricerche di storia aretina si è interessato dell’età contemporanea. Tra le sue pubblicazioni resta fondamentale “Arezzo e la sua provincia nel regime fascista (1926-1943)”. Recentemente ha collaborato con un suo scritto al volume “Storia di Arezzo: stato degli studi e prospettive”, promosso dalla Società storica aretina, della quale è socio fondatore e segretario. E’ anche socio dell’Accademia Petrarca e collabora alla redazione del periodico “Notizie di Storia”.
Curato dallo stesso Luigi Armandi e da Luca Berti, il ciclo di conferenze della Società storica aretina si propone di ricostruire il reale svolgimento di eventi che per dinamica, natura e personaggi implicati calamitarono l’interesse dell’opinione pubblica, prestandosi a ricostruzioni diverse e contrastanti anche in sede giudiziaria, come per altro è nella logica delle cose, nella dialettica fra accusa e difesa.
Il ciclo di conferenze si concluderà il 15 marzo, quando Giorgio Sacchetti parlerà dei fatti di Renzino dell’aprile 1921. Tutti gli incontri sono ad ingresso libero, con dibattito finale aperto a tutti.