Carrara: La Libia, l’Egitto e l’industria del marmo

Nel 2009 anno per il quale si dispongono i dati completi, l’export della provincia di Massa e Carrara è stato pari a 1.409,9 milioni di euro, di cui 110,9 milioni di euro derivanti dall’export di blocchi di lapidei grezzi e 221,0 milioni di euro provenienti dall’export dei lapidei lavorati.
 
Nel 2009 l’export complessivo di Massa e Carrara verso la Libia è stato pari a 13,5 milioni di euro, di cui 11,4 derivanti dall’export di marmi grezzi e 0,8 milioni di euro di marmi lavorati. Altre voci riguardanti “macchinari” avevano registrato un export di 0,7 milioni di euro. Dalla Libia invece non abbiamo, come provincia, importato nulla.
 
 
Quindi la Libia pesa per lo 0,96% sull’export totale di Massa e Carrara, per il 10,3% sull’export di blocchi, per lo 0,4% sull’export di lavorati. Complessivamente la Libia incide per il 3,7% sull’export lapideo apuano.
 
Per quanto riguarda l’Egitto, l’export sempre nel 2009 è stato pari a 20,8 milioni di euro, ma di questi ben 17 milioni hanno riguardato prodotti meccanici, mentre l’export di marmi grezzi è stato pari a 1,8 milioni di euro, ed abbiamo spedito in Egitto marmi lavorati per soli 400mila euro.
 
Il peso dell’Egitto sull’export totale apuano è pari al 1,5% e sul lapideo totale allo 0,7%. Mentre abbiamo importato beni per 1,9 milioni di euro
 
 
Se prendiamo la somma dei due Paesi, un blocco delle esportazioni avrebbe effetti maggiormente negativi sulla meccanica 17,7 milioni di export che non sul marmo 14,4 milioni di euro, questo naturalmente sui dati totali 2009. 
 
 
Osserviamo cosa è successo nei primi 9 mesi 2010.
L’export di marmi grezzi è stato pari a 104,7 milioni di euro con un incremento di 24 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2009.
Blocchi per  8,3 milioni sono andati in Libia e per 2,3 in Egitto.
Nello stesso periodo di tempo l’export di lavorati è stato pari a 177,8 milioni di euro con un incremento di 14,6 milioni di euro. Dei 177,8 milioni,  1,4 sono andati in Libia e solo 464.000 euro in Egitto.
 
 

Morale: se nel 2011 non si vendesse più un etto di marmo in Libia o in Egitto, ma il trend fosse identico in tutti gli altri mercati a quello dei primi nove mesi del 2010, come provincia, di là dalle difficoltà delle singole imprese maggiormente impegnate in questi Paesi, ci si potrebbe mettere la firma. Mentre la meccanica in conseguenza degli impegni di Nuovo Pignone in Egitto ne risentirebbe maggiormente.

ottopassi
Carrara: La Libia, l’Egitto e l’industria del marmoultima modifica: 2011-03-01T12:54:09+01:00da minobezzi1
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