Prato: La miglior edilizia scolastica

 

 E’ stato presentato oggi a Lucca il rapporto di Legambiente “Ecosistema scuola 2011” che analizza la situazione dell’edilizia scolastica nel nostro paese. In sintesi, i dati contenuti nel dossier (giunto all’XI edizione) riguardanti l’indagine di Legambiente sulle scuole d’infanzia primarie e secondarie di primo grado di 93 capoluoghi di provincia, non sono proprio confortanti: il 65% delle scuole è stato costruito prima del 1974 e questo è uno dei motivi per cui  il 36% degli edifici scolastici italiani è in situazione di emergenza e necessita di interventi di manutenzione straordinaria.

Inoltre su 42.000 edifici monitorati, la metà è situata ancora in aree a rischio sismico e solo il 58% possiede il certificato di agibilità. «Nonostante i proclami governativi, attendiamo la pubblicazione dell’Anagrafe scolastica, in sospeso da quindici anni, per avere un quadro preciso delle condizioni in cui versano gli edifici scolastici in Italia – ha sottolineato Vanessa Pallucchi, responsabile scuola e formazione dell’associazione- La scarsità e la discontinuità delle risorse finanziarie non sono il nodo principale dell’uscita da questo stallo, lo è invece la possibilità di lavorare su una programmazione e pianificazione a medio e lungo termine, che dia modo di analizzare i bisogni del patrimonio edilizio scolastico nazionale nella sua complessità ed interezza. Ma ci aspettiamo anche dalle istituzioni- ha continuato Pallucchi- che l’edilizia scolastica divenga terreno di riqualificazione e gestione edilizia di eccellenza, attenta alla sostenibilità e alla vivibilità anche formativa dei luoghi, luoghi dove ogni giorno vivono ben otto milioni di studenti».

Ecosistema Scuola ha evidenziato anche la differenza qualitativa del patrimonio edilizio delle diverse aree del Paese (al centro-nord le situazioni più virtuose) e il diverso approccio gestionale che è sostanziale anche nell’investimento medio di manutenzione straordinaria: si passa infatti dai 53.472 euro al Nord, ai 27.193 euro al Centro per arrivare ai 22.482 investiti al Sud.

Ritardi invece in tutto il Paese per quanto attiene le strutture sportive all’interno delle scuole e, dato preoccupante, la scarsa attenzione delle amministrazioni comunali ai rischi ambientali: il 18% dei comuni non fa il monitoraggio delle strutture in amianto, solo il 30% delle amministrazioni fa il monitoraggio per il radon, mentre sono assolutamente sottovalutati i rischi derivanti dalla vicinanza ad elettrodotti, monitorati solo dall’11% dei comuni. Inoltre quasi il 17% degli edifici si trova a meno di 5 Km da industrie e il 10,5% a meno di un km da fonti di inquinamento acustico. Notizie migliori arrivano dall’adozione di “buone pratiche: bene la raccolta differenziata (anche se la percentuale delle scuole che la pratica è ferma all’80% da anni), cresce seppur lentamente il biologico nelle mense, e si conferma il trend positivo sul risparmio energetico con la crescita nell’arco di quattro anni delle scuole che utilizzano fonti di illuminazione a basso consumo (da 46,5% a più di 63%) e quelle che utilizzano energia da fonti rinnovabili, giunte a più dell’8%.

Un’occhiata poi all’immancabile classifica tipica dei dossier di Legambiente: tra i comuni capoluogo apre la graduatoria Prato, seguito da Trento, e Parma. Sul fronte delle regioni sono ancora una volta il Piemonte, la Toscana e l’Emilia Romagna le portabandiera della qualità dei servizi e dell’edilizia scolastica.

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Prato: La miglior edilizia scolasticaultima modifica: 2011-03-01T17:21:00+01:00da minobezzi1
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