Livorno: Il declino della Toscana

Sergio Landi per cossta ovesgt

Il direttore del Tirreno (Roberto Bernabò, ndr), non un politico, mette in fila in modo ragionato e ragionevole le cose di cui si discute per il futuro della Toscana. Sul rischio declino, l’Irpet ha scritto cose sensate nel 2009 definendo gli scenari al 2030 tra inerzia e cambiamento. Ma ancora oggi sul tema stenta a maturare una visione chiara, a vedere gli strumenti adeguati e le risorse necessarie.

La competitività non si improvvisa. Dopo decenni di Toscana divisa, e di mobilità prossima allo zero, pensare che un grande porto sia di per sé attrattivo di grandi traffici (senza convenienze ed efficienze) o un grande aeroporto scalo di milioni di turisti o businessman, è fuori dalla logica. Le reti infrastrutturali che fanno la competitività sono sempre più immateriali (sapere, comunicazione) e qui siamo ancora alle prese con vecchie storie irrisolte di viabilità e ferrovie.

Se in oltre venti anni tutto si è concentrato sulla dorsale appenninica, oggi di cosa ci si può lamentare? Le due ultime opere per la competitività globale della Toscana nel mondo furono il porto di Livorno (i Medici) e il passo del Muraglione (i Lorena). Quanto agli strumenti non si vede come si pensi a sostenere la competitività, l’innovazione e il capitale di rischio in mancanza di soggetti finanziari funzionali allo scopo (la Fidi Toscana, i Consorzi di garanzia?).

Questo ci lega al tema risorse. C’è un mondo bancario ingessato dopo la sbornia immobiliare che stenta a sostenere le imprese nella quotidianità, con la necessaria flessibilità. Se poi le risorse disponibili sono spese per stabilizzare i precari, si fa indubbiamente una meritoria opera sociale, ma non si capisce poi da quale parte si trovino i soldi per lo sviluppo competitivo, a parte qualche viaggio in Cina (perché non altrove?). Quanto al gran discutere che si fa nella piana di Firenze su Peretola, ognuno ha certo le sue buone ragioni. Se il problema è adempiere alle prescrizioni Enac per mettere a norma l’aeroporto fiorentino la soluzione è una sola.

 Ma se si vuole un grande aeroporto in competizione con Bologna e Pisa, è meglio che si ragioni con piani di business alla mano o, come dicono gli esperti Smart, partendo più che dalla voglia di grandeur dalle previsioni realistiche di sviluppo del traffico aereo in Italia, che corre molto meno dell’Europa.

 

Livorno: Il declino della Toscanaultima modifica: 2011-03-08T11:19:43+01:00da minobezzi1
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