Carrara: Dragare o non dragare il porto?

Nel fare gli onori di casa al dibattito “Porto turistico fuori dalle nebbie”, organizzato dall’ associazione culturale “In movimento”, il presidente dell’ Autorità Portuale Luigi Guccinelli ha apetamente smentito la tesi secondo la quale il porto commerciale di Marina di Carrara sarebbe una delle cause principali dell’ erosione del litorale apuo-versiliese: anche gli interventi dell’associazione “In movimento” sono stati dello stesso tenore. 

Secondo Guccinelli, chi pensa che il canale d’ imboccatura del porto, mantenuto artificialmente ad una profondità di 10 metri, agisca come una trappola che blocca il flusso di sedimenti verso levante, penserebbe male, poichè l’ Autorità Portuale, avendo appena terminato il dragaggio di tale imboccatura vi avrebbe “trovato appena 10mila metri cubi di sabbia”, che, risultando assolutamente incontaminata, sara’ utilizzata “per il ripascimento della costa”

Secondo Futuro e Liberta’ le parole di Guccinelli sono contradditorie.In primo luogo perche’ la stessa Autorità Portuale,come stralcio delle analisi effettuate dalll’ Ispra dopo l’ accordo di programma del maggio 2007, ha realizzato un Piano di caratterizzazione da cui emerge una contaminazione principalmente dovuta a metalli pesanti, pesticidi clorurati ed idrocarburi poliaromatici, che dall’ interno del bacino portuale si estende anche fuori della sua imboccatura. Questi dati sono stati ricordati  anche dall’ assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao: l’ assessore Ceccobao ha ricordato piu’ volte anche che, secondo un decreto autorizzativo del ministero dell’ ambiente, il materiale proveniente dai lavori di dragaggio dell’ imboccatura del porto deve essere “conferito all’ interno della cassa di colmata nel Porto di Livorno” e che “l’ Autorità Portuale di Marina di Carrara dovrà provvedere inoltre a fornire un quantitativo di materiale idoneo a ripascimento pari a quello del materiale dragato”

In altre parole la sabbia proveniente dal dragaggio, inquinata, deve essere portata nello scalo labronico, mentre per il ripascimento la Port Authority è obbligata ad usare altri sedimenti idonei “sotto il profilo fisico-chimico ed ecotossicologico”. Dalle parole di Guccinelli, pare invece che, contrariamente a quanto stabilito dal governo, sarà il materiale dragato ad essere usato nel ripascimento compensativo. Visto l’ inquinamento riscontrato sia dentro che fuori del nostro porto, sorgono poi grossi dubbi anche riguardo l’ idoneità che secondo le dichiarazioni di Guccinelli caratterizzerebbe tali sedimenti. Dal momento che questo materiale potrebbe finire su spiagge frequentate da un cospicuo numero di bagnanti, esiste le possibilità concreta di una contaminazione da sostanze tossiche: insomma ci potremmo trovare di fronte ad una sorta di Fukuscima apuana. Vogliamo inoltre ricordare che per ripascere un metro quadro di spiaggia occorrono 8 metri cubi di sabbia che costano 240 euro. Non sarà che dietro le scelte della nostra Autorità Portuale si celi qualche intento speculativo?

quotidianoapuano
   

Carrara: Dragare o non dragare il porto?ultima modifica: 2011-03-28T16:30:00+02:00da minobezzi1
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