Piombino (LI): Sangiovese e merlot in Valdicornia

 Andrea Gori per dissapore

 


Per molti la Val di Cornia è solo una macchia sulla carta geografica. Per altri è una denominazione simil-Bolgheri buona per infilarci tanti vini bordolesi in salsa toscana. Proprio lì è nato uno dei vini più modaioli, costosi e ricercati degli anni duemila, il Redigaffi, merlot in purezza da competizione. 

Ma cos’è, in realtà, la Val di Cornia? Per scoprirlo mi sono tuffato in un serie di assaggi, puntando soprattutto sui vini rossi (i bianchi si dividono tra quelli a base sauvignon blanc, nel migliore dei casi ben fatti, e quelli a base vermentino, ben più interessanti).

Sassorlando
Cabernet sauvignon 2005 – Pepato leggero, legnoso e con poco frutto ma fresco e piacevole. 81
Sauvignon Blanc 2010 – Asciutto e snello, più sapido e minerale che fruttato. Preciso anche se poco emozionante. 80

TuttiSanti
Sangiovese  2008 – Vispo, pungente e con un bel fruttino ma bocca meno sottile. 75
Cabernet  sauvignon 2007 – Intenso e di bosco, appena di mirra, bocca sapida e semplice. 77

Giomi Zannoni
SoleMare 2009 – Sangiovese solo in acciaio. Asprigno, stuzzicante e piacevole. 75
Rodantonio 2006 – Bel naso elegante di ribes nero e spezia. Bocca compressa, piacevole e un pò troppo ambiziosa. 77
Aldo 917 – Mora piena e carnosa ma anche tanto legno. Bocca che punge un pò. 78

Azienda Agricola Incontri
Martellino Val di Cornia 2008 – Sangiovese stuzzicante e ricco, un pò asprigno. Bocca snella e piacevole. 74
Merlot 2007 – Intenso di frutta sotto spirito, carnoso. Bocca legnosa. 75
Cabernet 2007 – Piatto e poco animato, un poco vegetale. 72

Macchion dei Lupi – azienda biodinamica
Esperienze Igt 2009 – Sinuoso e penetrante con un buon frutto carnoso tra ribes nero e mirtillo, un filo di mirto e prugna. Bocca equilibrata e di beva molto facile, finale non lunghissimo ma integro. 87
Merlot 2009 – Naso di fragola e lampone cristallini, bocca stupenda in punta di piedi con note di resina e appena affumicato. Bel finale di grande finezza. 88

Gualdo del Re
Eliseo 2009 – Bel naso tra ciliegia, mora e fragola, intenso e balsamico. Palato bello e piccante. 78
Gualdo del Re 2007 (sangiovese 100%) – Arcigno ma che racchiude una bella dolcezza agrumata. Bocca snella, tannino vispo e ben presente. 82
Re nero 2006 (merlot 100%) Leggere note fumé e tostate, quasi di caffè. La bocca è compatta, sa di grafite e non è molto dinamico. 78

La Fralluca – Un pó più alti i vigneti rispetto a molte aziende, molto sasso nel sottosuolo, alta acidità.
Fillide  2009 (syrah, alicante) – Frutto ben presente dolce e pepe, bocca indietro ma promette bene. 79
Pitis 2008 (syrah 100%) – Dolcione e marasca, duro di Pistoia e carne, bocca più interessante ma tannino un pò serrato. 80
Filemone 2009 (90% vermentino e viogner, 5 mesi sui lieviti) – Acciaio, ricco e sontuoso bel naso albicocca e ginestra, salvia, bocca piena e sapida finisce citrino. 83
Ciparisso 2008 – Sangiovese in purezza, naso elegante e snello, cardamomo nocciola e amarena, bocca fresca ma sangiovesizzante, bella scossa. 86

Terradonnà
Spato 2008 (100% sangiovese) – Fragola e lampone, appena vaniglia, bocca meno limpida e tannino da sistemare ma piacevole. 76
Prasio 2008 (cabernet, merlot) – Pepe e catrame, prugna, bocca meglio del naso, finale quasi agrumato. 78
Kalsi Vermentino 2010 Agrumi e sapidità, preciso. 83

Jacopo Banti
Diacopo (pugnitello 100%) – Molto ricco e speziato, tipico pugnitello,  lavanda ribes cassis, bocca meno precisa con tannino rugoso ma finale coerente con il naso. 77
Frafui 2005 (ciliegiolo 100%) – Appena alcolico, marasca e prugna, radice di liquirizia, bocca viva e presente, bella persistenza. 76

Casadei
Filare 22 2008 (syrah 100%) – Bello provenzale aromatico e spensierato, bocca sapida, finale interessante. 81
Sogno mediterraneo 2008 Blend di vitigni mediterranei dal Sangio al petit verdot mourvedre syrah cab merlot in tutto 7, frutto cupo ma sfaccettato Ambra incenso bosco agrumi bocca equilibrata ritmata piacevole 84
Aleatico: doppia fermentazione con governo alla toscana su aleatico passito , naso fresco e limpido, bocca seducente 90

Rigoli
Ansonica Passita Rigoli 2009 Passito ma fresco noce e canditi, bocca sorprende per ritmo 87

Fratelli Muratori
Rubbia al Colle 2004 Barriccoccio (90% sangiovese, 10% ciliegiolo,affinamento in botti di coccio sperimentali) – Accenno di evoluzione, un pò spento e terziario, bocca corta. 74

Petra
Petra 2007 – Attacco di cassis e menta, lieve nota di ginepro poi lavanda e rosa, molto composto, bocca dal tannino notevolissimo, ritmato, finale incalzante e succoso tra mirtilli, mallo di noce e macchia mediterranea. 89

Bulichella
Tuscanio 2006 (sangiovese) – Arioso e floreale, ciliegia incalzante, bocca succosa, sangiovese e liquirizia, chiusura di spessore caratteristico, grande. 86
Col di pietre rosse 2006 – Mirtillo e ribes rosso, ricco e seducente, bocca rocciosa ancora giovane, bella persistenza. 84

Sant’Agnese
Libatio (sangiovese) – Appena alcolico al naso poi marasca e oliva, bocca integra e succosa. 78
Spirto (merlot) – Sontuoso e opulento ma con scheletro sapido che affiora, bocca ritmatissima, bel finale croccante. 85
Rubido (merlot) Base precisa ma ricca, grip tannico non da merlot, naso sapido e di ciliegia. 82 (grande rapporto qualità/prezzo)

Tanti assaggi con tanti alti e bassi confemano che il territorio avrebbe potenzialità importanti non solo per  vinoni iperconcentrati e granitici ma anche per vini meno impegnativi e più d’impatto. Vini che possono anche contenere il merlot, anzi che proprio grazie a questo vitigno ottengono bevibilità e una rotondità che il sangiovese difficilmente raggiunge rivelando spesso un tannino rugoso e selvatico.

Il sangiovese a livelli interessanti fa in genere molta fatica a venir fuori e laddove ci riesce è per opera di aziende dove davvero il cosiddetto manico ci mette del suo (la “biologica” Bulichella su tutte, un Tuscanio sempre a livelli altissimi). Qui ogni anno si rischia la surmaturazione e i terreni più pesanti non aiutano la causa del nostro vitigno del cuore. Altra storia appunto per il merlot, che dimostra capacità di adattamento insospettabili in queste latitudini e, quando la dose di legno viene gestita in maniera oculata, i risultati sono ottimi e consentono anche di avere vini dal grande rapporto qualità/prezzo. Quando si combina anche un elemento bio e di coerenza con l’ambiente naturale il vino diviene addirittura un piccolo prodigio mentre se rimane un esercizio enologico si rischiano esagerazione e caricatura del Merlot buono.

In generale la qualità, intendiamoci, non è così alta ma  i grandi risultati e l’affidabilità di aziende come Bulichella, Petra, Guado al Melo e alcuni exploit notevoli di aziende piccole e nuove come Macchion dei Lupi e La Fralluca, indicano che i grandi vini qui si possono fare e che troppe aziende hanno una qualità inferiore alle reali possilità del territorio. Tra le sorprese,  l’Aleatico dolce passito ottenuto con un “governo” alla toscana di vino passito da Casadei, l’ottima l’Ansonica passita di Rigoli e i due vini presentati dall’unica realtà biodinamica della zona, Macchion dei Lupi. Esperienze 2009 e Merlot 2009 sono piccoli grandi manifesti alla piacevolezza naturale della Val di Cornia e che in qualche modo ne mostrano le potenzialità in termini di eleganza. Che poi sia dovuto alla biodinamica, per ora non ci interessa (ad ogni buon conto, ecco qui sotto come si presenta in questi giorni un vigneto di Macchion dei Lupi grazie ai sovesci plurivarietali).

Piombino (LI): Sangiovese e merlot in Valdicorniaultima modifica: 2011-04-23T15:19:16+02:00da minobezzi1
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