Sarnano (MC): Vittore Crivelli

Sarnano (MC), autentico gioiello architettonico e paesaggistico nelle Marche, il 21 maggio inaugura la grande mostra VITTORE CRIVELLI da Venezia alle Marche – Maestri del Rinascimento nell’Appennino, curata da Francesca Coltrinari dell’Università di Macerata e Alessandro Delpriori dell’Università di Firenze. Catalogo Marsilio Editori.

Nel comitato scientifico tra gli altri Vittoria Garibaldi, Soprintendente per i Beni Storici e Artistici delle Marche.

La mostra, che riunisce più di 40 opere, è organizzata da Scocco&Gabrielli -Servizi per i Beni Culturali srl. E promossa dal Comune di Sarnano in collaborazione con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche e il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Macerata, della Provincia di Fermo, dell’Università di Macerata, facoltà di Beni Culturali, e con il contributo della Camera di Commercio di Macerata e della Confcommercio di Fermo.

Si tratta della prima esposizione mai dedicata a Vittore Crivelli (1430-1502), protagonista insieme al fratello Carlo della pittura delle Marche centrali negli ultimi vent’anni del Quattrocento.
Oltre ai capolavori del maestro veneto in mostra anche opere di altri artisti attivi nei centri più interni delle Marche nella seconda metà XV secolo.  Si tratta di circa 20 fra pittori e scultori (tra cui Carlo Crivelli, Francesco di Gentile da Fabriano, Niccolò Liberatore detto l’Alunno, Pietro Alemanno) presenti con opere spesso studiate per la prima volta o poco conosciute perché conservate all’estero in musei e collezioni private e giunte in questo caso a Sarnano grazie a prestiti eccezionali come quello di sant’Antonio di Vittore Crivelli, di collezione privata tedesca o della preziosa scultura della Madonna adorante il Bambino del Museo del Bargello di Firenze.
I due Crivelli, nati e formatisi come artisti a Venezia, dopo alcuni anni di attività in Dalmazia, si trasferirono nelle Marche, dove la loro attività, nonostante la vicinanza geografica, si svolse su binari separati. Carlo, stabilitosi prima a Fermo e poi ad Ascoli, negli ultimi anni della carriera si  sposta lavorando per i signori di Camerino e Matelica e per la nobile famiglia Ferretti di Ancona.
Vittore, di cui lo studio dei documenti ha fatto emergere il profilo di un vero e proprio imprenditore che si impone sul mercato artistico della zona per quasi trent’anni, impianta una solida bottega a Fermo, dalla quale spedisce pale d’altare e polittici in un’area vastissima fra fermano e maceratese, prestando la sua opera sia per grandi ordini religiosi e committenti importanti, sia per chiese parrocchiali e piccole comunità religiose.
Come gli stessi curatori sottolineano: “La mostra indaga a fondo uno spaccato del Rinascimento dell’Appennino, una cultura locale fortemente caratterizzata, propria della fascia montana tra Fabriano ed Ascoli.
Con la sola eccezione della corte di Urbino, le Marche erano state infatti sempre considerate terra di conquista di artisti toscani, veneti e umbri, incapace di produrre personalità locali di rilievo e di formare uno stile personale e autonomo. Il trasferimento nella regione di pittori come Carlo e Vittore Crivelli e più tardi Lorenzo Lotto veniva vista dunque come una sorta di esilio più o meno volontario da centri maggiori e più dinamici quali Venezia o Roma. L’approfondimento delle ricerche sul territorio marchigiano ha consentito di cambiare ottica: le Marche hanno attirato quegli artisti, inducendoli a fissare la loro stabile dimora sul suo territorio, accogliendo le loro proposte e avviando un fecondo dialogo con i maestri locali, portatori di tradizioni di lavoro secolari. Ne è scaturito un Rinascimento diverso, legato al gusto per i materiali, all’oro, all’ostentazione della ricchezza e dell’eleganza formale, tanto più vivace proprio nei centri interni, all’epoca fulcro dell’economia italiana”.
Vittore Crivelli più del fratello Carlo, incarna appieno questo Rinascimento dell’Appennino.
E’ una vera e propria “rivelazione” quella che la mostra fornisce di lui, troppo spesso finora schiacciato dalla personalità del fratello. Si scopre invece assai indipendente e originale nella scelta di iconografie nuove come il tema della Madonna adorante rappresentato in mostra dallo stupendo esemplare della Pinacoteca Civica di Sarnano e da altre versioni. Non solo, è anche un artista dalla eccezionale qualità tecnica che gli permette di realizzare opere splendide di ori, rilievi ed ornamenti. Inoltre Vittore, non è isolato, ma condivide e sa dare forma a temi cari alla società del suo tempo, come dimostrano, ad esempio, le molte immagini legate alla predicazione francescana.
Al di là quindi della grande rilevanza scientifica data da ricerche e studi recentissimi soprattutto di tipo storico-archivistico, la mostra risulta assai preziosa e suggestiva da un punto di vista visivo.
Vittore Crivelli, infatti, come anche suo fratello Carlo, contribuì a mantenere vivo nelle Marche il gusto per l’ornamento, la lavorazione pittorica delle stoffe, l’eleganza formale, influenzando schiere di artisti, aspetti di cui in mostra si ritrovano molti esempi. Lo sguardo si posa su splendidi tessuti d’oro e d’argento, ricami impreziositi da gemme, sete policrome, velluti, damaschi intessuti di perle e coralli. Insomma, uno spaccato di sontuosa bellezza si para davanti gli occhi del visitatore stupito dall’accesa cromia delle vesti e dei decori, dall’eleganza sofisticata, dai ricchi panneggi e dagli smalti che a seconda della luce risplendono nelle sale.
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Sarnano (MC): Vittore Crivelliultima modifica: 2011-04-28T09:16:20+02:00da minobezzi1
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