Portoferraio (LI): La flora dell’Arcipelago

Angelino Carta* per greenreport

Alla vigilia dei 15 anni del Parco Nazionale Arcipelago Toscano il futuro per la conservazione della flora passa attraverso la necessità di integrare il valore delle risorse naturali nelle decisioni di sviluppo

“Le isole sono una importante sorgente di informazione e rappresentano dei territori di enorme importanza per testare varie teorie scientifiche. Ma questa loro importanza ci impone degli obblighi. Il loro biota è vulnerabile e prezioso. Noi dobbiamo proteggerlo. Noi abbiamo l’obbligo di arrecare la minima perdita alla loro flora e fauna. Qualsiasi perdita sarà per sempre perché questa è unica. Noi dobbiamo avere questo obbligo per sempre.”  Queste sono le parole usate da Ernst Mayer uno dei massimi biologi evoluzionisti dell’ultimo secolo che suggeriva rispetto nei comportamenti e cautela nella gestione perché le isole non sono semplici miniature del continente.

Fin dalla fine del XVIII secolo l’esplorazione botanica dell’Arcipelago Toscano ha portato alla luce uno straordinario patrimonio floristico che ancora non ha smesso di stupirci tenuto conto della recente scoperta dello zafferano dell’Elba (Crocus ilvensis).

L’attuale stato delle conoscenze riguardanti la flora delle isole dell’Arcipelago Toscano può considerarsi soddisfacente e ci consente di fare alcune considerazioni circa il suo stato di conservazione. Su una flora costituita da circa 1.500 specie, nell’Arcipelago Toscano il 10% risulta minacciato di estinzione. Le cause di minaccia principali sono l’urbanizzazione della fascia costiera, l’abbandono delle pratiche agricole che determina la scomparsa di importanti habitat seminaturali e i pericoli insidiosi dovuti all’invasione di specie aliene vegetali e animali. La fragilità della flora e degli ecosistemi delle isole è dimostrabile proprio pensando alle conseguenze dovute all’introduzione di animali assenti fino agli anni ’60 come i cinghiali o di piante che si sostituiscono alla flora spontanea come l’Ailanto, la Robinia e il fico degli Ottentotti.

Questi fenomeni sono comuni a tutte le isole del Mediterraneo, ma diverse sono le soluzioni adottate per mitigare le minacce e diverse sono le fonti di finanziamento e le istituzioni coinvolte. La conferenza organizzata a Minorca che si è svolta dal 26 al 30 aprile è stata interamente dedicata ad esporre lo stato di conservazione della flora delle isole nel Mediterraneo. E’ stata un’opportunità straordinaria per confrontare le strategie messe in atto per contrastare la perdita di biodiversità alla quale hanno partecipato botanici provenienti da tutte le isole mediterranee. Riguardo l’Arcipelago Toscano sono stati invitati botanici di Pisa (Angelino Carta e Gianni Bedini) e di Firenze (Bruno Foggi e Tommaso Guidi) che hanno presentato una comunicazione dal titolo “The Flora of Tuscan Archipelago: from genesis to conservation”.

Nell’Arcipelago Toscano le principali tappe per assicurare la conservazione della flora spontanea sono state 1) l’istituzione del Parco Nazionale e dei siti Natura 2000, 2) l’attivazione di progetti di ricerca per pianificare azioni di conservazione corrette e 3) il coinvolgimento delle Banche dei semi e degli Orti Botanici per conservare al di fuori degli ambienti naturali i semi e le piante (Conservazione ex situ) come complemento ai programmi di conservazione in situ attivati nell’area protetta.

Data l’affinità della flora dell’Arcipelago Toscano con quella della Corsica e della Sardegna è stato definito un accordo per la conservazione integrata della flora di queste isole attraverso la realizzazione di un Libro Rosso della flora minacciata di estinzione, quale strumento di base per la definizione di piani di gestione.

Alla vigilia dei 15 anni del Parco Nazionale il futuro per la conservazione della flora nell’Arcipelago Toscano passa attraverso la necessità di integrare il valore delle risorse naturali nelle decisioni di sviluppo; tutte le parti interessate – Aree Protette, Centri di Ricerca Scientifica, Orti Botanici, Amministrazioni e Associazioni locali – dovrebbero unirsi in una rete con l’obiettivo di scambiare informazioni, armonizzare la richiesta di fondi e definire le priorità comuni per la conservazione. 

Per informazioni sulla 2nd Botanical Conference in Menorca

http://lifereneix.cime.es/Contingut.aspx?IDIOMA=3&IdPub=8928&Menu=Jornades

*Dipartimento di biologia, Giardino  botanico, Università di Pisa

 

Portoferraio (LI): La flora dell’Arcipelagoultima modifica: 2011-05-02T18:32:24+02:00da minobezzi1
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