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Pisa: Guardare al mare

Finalmente, dice Giovandomenico Caridi, amministratore delegato e presidente della Navicelli Spa, dopo lunghi momenti bui si incomincia a riprendere fiato, a vedere i primi, incoraggianti segnali di ripresa.

«Anche per la nautica pisana, il 2009 è stato un annus horribilis. Quest’area, come il resto della regione, ha dovuto incassare pesanti perdite. Adesso iniziamo a scorgere piccoli ma significativi indizi positivi, che qui tutti sono ben decisi a cogliere e incoraggiare».

D’altra parte, sono mesi che Pisa lavora al rinverdimento del proprio glorioso passato di Repubblica Marinara. I piani sono molteplici e ambiziosi: armare e dragare, rendendola navigabile, la foce del canale dello Scolmatore, in modo da garantire al Canale dei Navicelli uno sbocco sul mare, senza dover passare, come oggi avviene, dalle acque labroniche (quelle del porto di Livorno, città che del resto mai poté dirsi Repubblica Marinara: un affrancamento che sa di rivalsa storica); la realizzazione del porto a Boccadarno, un’area di oltre 200mila metri quadrati dove, oltre al bacino portuale vero e proprio e ai servizi al diretto servizio della nautica, sono previsti un albergo, zone commerciali e residenziali, pronte ad accogliere festosamente i proprietari delle 475 imbarcazioni che la capace imboccatura del porto, che sarà rivolta a sud-ovest, potrà accogliere; e poi, dulcis in fundo, il coronamento di tale “circuito delle vie d’acqua” attraverso il collegamento del Canale dei Navicelli con l’Arno, con le imbarcazioni che finalmente potranno veleggiare senza intoppi lungo la tratta Darsena-Incile-Marina di Pisa.

Il fiume, il mare, lo Scolmatore, la città di Pisa, la Darsena dove si producono alcune delle più belle imbarcazioni del mondo, il novello porto, tutto di nuovo unito, tutto comunicante, tutto liquidamene fruibile.

Ecco i tasselli della “reconquista” pisana del Tirreno, un sogno che la città di Galileo sta rincorrendo a gran falcate. A fare da trait d’union è proprio lui, il Canale dei Navicelli, lungo tragitto acquatico di nobili natali, pensato e fortemente voluto dalla lungimiranza spiccia dei Medici, anzi, de’ Medici – un’ulteriore beffa, per Livorno – circa cinquecento anni fa. Ed è proprio qui che sorge la Navicelli Spa, la più importante realtà del settore nautico della zona, un concentrato di progetti, piani di sviluppo e prospettive dedicate alla ricerca, alla produzione d’avanguardia, all’innovazione tecnologica, ma anche alla salvaguardia dell’ambiente.

Infatti, tra i progetti in corso d’opera che più stanno a cuore all’ingegner Caridi c’è proprio “Apea 2020”, che mira a trasformare il Canale in “Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata”, attraverso “il miglioramento delle prestazioni ambientali del comparto produttivo insediato ai Navicelli, soprattutto in termini di emissioni di gas clima-alteranti e di gas inquinanti, la diminuzione del fabbisogno energetico coperto per mezzo di fonti fossili, a parità di intensità produttiva, nonché la riduzione dei costi energetici per le imprese produttive, in un quadro di sicurezza, attuale e futura, degli approvvigionamenti”, spiegano le note disponibili sul sito della Navicelli Spa, www.navicelli.it.

Lo scorso 31 gennaio, un lunedì, l’inaugurazione di due importanti step di “Apea 2020”: la nuova pensilina fotovoltaica e la messa in opera dei pannelli fonoassorbenti in grado di assorbire anche energia solare.

A tagliare il nastro c’era il sindaco Filippeschi, che in quell’occasione ricordava come le due realizzazioni fossero “una tessera di un grande progetto, quello della riqualificazione dell’area industriale dei Navicelli”.

Un progetto, aggiungeva il primo cittadino di Pisa, che si fonda «su una sfida ambiziosa» che è stata resa possibile dalla profonda convinzione e dall’impegno profusi da tutti gli attori, pubblici e privati, che con il loro impegno hanno già trasformato questa zona, un tempo degradata, in una delle eccellenze della nautica nazionale».

«La foce armata dello Scolmatore e lo sbocco a mare diretto dei Navicelli – spiegava pochi giorni fa, con soddisfazione, il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni –  sono oggi opere che consideriamo tra le nostre priorità, e per le quali è già stata individuata con una larga parte di risorse».

«La nuova programmazione – aggiungeva l’assessore provinciale alla Difesa del suolo Valter Picchi – sposta l’asse sul versante degli interessi pisani. Infatti, nel confermare l’obiettivo principale di una maggiore sicurezza idraulica, avere inserito come priorità la foce armata e lo sbocco a mare diretto dei Navicelli, sostituendo di fatto nella programmazione il proposito della navigabilità legato alle infrastrutture livornesi, mette in primo piano le prospettive della nautica, che hanno sempre individuato queste opere come essenziali per un’ulteriore salto di qualità».

Per tutte le tempeste: ci sarà pure un motivo se tra i quattro stemmi che compaiono sulla bandiera della Marina militare c’è quello di Pisa e quello di Livorno no. Tu chiamale, se vuoi, emozioni.

Intanto, alla Navicelli Spa, società a carattere pubblico (33% Comune di Pisa, 33% Provincia di Pisa, 33% Camera di Commercio di Pisa), si continua a lavorare sui tanti fronti di questo vero e proprio rinascimento pisano che miscelerà, sapientemente, acque dolci e acque salse.

Con un occhio rivolto alla capacità di attrarre turisti e visitatori (vedere a questo proposito le schede relative al Battello dei Navicelli e alla pista ciclabile). I progetti in corso d’opera descritti sul sito della società sono tantissimi, impossibile raccontarli tutti, meglio risalirli comodamente per conto proprio, grazie al pc.

L’ingegner Caridi, inutile dirlo, non si ferma un attimo. 43 anni, “esperto in ingegneria civile con competenze nella gestione aziendale e delle risorse umane in ambito pubblico e privato”, recita il suo curriculum, “laureato in ingegneria sezione trasporti presso l’università di Pisa, dopo un’esperienza in azienda privata (gruppo Eni) nel settore della consulenza,qualità, sicurezza e ambiente, ha svolto l’attività di ispettore ISO9001 e 14001 per Det Norsche Veritas. Dal 2003 è socio ed amministratore della società di ingegneria meccanica e consulenza Esastudio Srl ed inoltre socio ed amministratore della società di ingegneria nel settore civile Teknostudio Sr. È anche impegnato nel settore immobiliare e costruzioni ed in quello dell’energie rinnovabili”.

«Vengo dal privato – dice di sé  –. La mia esperienza passa dall’amministrazione di diverse società private. L’arrivo alla Navicelli Spa, società a capitale pubblico, è stato per me una scommessa. Sono onorato che mi abbiano chiesto di far parte di questa realtà, di contribuire alla sua rinascita. È una scommessa per Pisa, perché su quest’area la città si gioca una bella fetta del suo futuro economico e del suo sviluppo. Ma far decollare i Navicelli significa anche valorizzare la storia: in particolare, la grande intuizione e lungimiranza dei Medici, che nel Cinquecento vollero la realizzazione del canale. Oggi, il canale dei Navicelli continua ad essere uno degli elementi che caratterizza questo territorio».

Andrea Lanini per ognisette

Pisa: Guardare al mareultima modifica: 2011-05-11T15:14:00+02:00da
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