Pisa: Marco Galluzzi

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Marco Galluzzi

 

Si chiama Marco Galluzzi, è pisano, è arrivato a Shanghai nel 2000 come uomo di fiducia (addetto al controllo produzione) di un’importante azienda italiana, a fine 2009, dopo un bel po’ di esperienza macinata sul campo dell’enorme metropoli dagli occhi a mandorla, ha detto bene, da qui in avanti inizio a produrre qualcosa di mio.

Le idee le aveva, il fiuto se l’era tenacemente costruito giorno dopo giorno. Come ai vecchi tempi della scuola di moda a Empoli, ha preso carta e matita e ha iniziato a disegnare modelli su modelli (il suo stile, dalle geometrie eleganti ma immediate, ricorda le linee di Ferrè: su www.italymg.com, il suo sito ufficiale, se ne dà un gustoso assaggio).

Poi lo scorso novembre ha aperto il suo negozio, un posticino grazioso, intimo, neanche cinquanta metri quadri. Shanghai, che riguardo allo scovare gli stilisti di talento ha un gran fiuto – la chiamano o non la chiamano la Parigi dell’Est? La definiscono o non la definiscono “la capitale della moda”? – si è subito accorta di lui.

Sono arrivate le prime interviste, le prime telefonate delle riviste specializzate. “Mi scusi, signorina”, ha detto una mattina di gennaio, al telefono, una gentile giornalista alla ragazza che segue “MG” quando il Galluzzi è dietro ai suoi mille impegni, “ma il signor Marco è veramente italiano o è cinese? No, perché sa, qui è pieno di stilisti cinesi che si danno nomi italiani”. No no, Marco è italiano, italianissimo, ha precisato la graziosa commessa.

Toscano, per la precisione. “Ah, bene. Allora vengo col fotografo, sono lì tra mezz’ora”. E, ovviamente, i primi servizi televisivi. «Un giorno, in febbraio, la grande svolta», racconta lui. «L’emittente ICS è venuta a intervistarmi, il servizio è andata in onda alle otto e mezza, l’ora di punta. Cinque minuti di mie chiacchiere sui televisori cinesi».

Su una valanga di televisori cinesi, per meglio dire, visto che International Channel Shanghai è una delle emittenti più seguite. La città, peraltro, è notoriamente popolosa (20 milioni di abitanti). Ma ormai il nostro stilista, nato nel 1972 a Fabbrica di Peccioli («Pensa un po’ che salto: da un paesino di mille anime a una metropoli di 700 km quadrati, praticamente tutta la Lombardia», ridacchia nella cornetta dall’altra parte del mondo, quando qui sono appena le 21 e là è notte fonda, «le 3, ma non ti preoccupare, ero sveglio, stavo dipingendo un quadro»), ai grandi numeri si è abituato da tempo.

E meno male, viene da pensare, visto che tra qualche giorno la sua gigantografia sarà esposta come mega-pubblicità in uno degli snodi più trafficati della tentacolare, gigantesca metropolitana locale.

Immaginarsi le quantità di occhi che si soffermeranno su quell’immagine: «La foto è bellissima, è stata un’idea di una rivista di moda. Hanno detto: che ne pensi se passiamo dal negozio “MG” (che ovviamente è il logo che ricalca le sue iniziali) e facciamo qualche scatto? C’è questa campagna dedicata alle nuove tendenze, i tuoi capi sono perfetti. Come no, passate pure, ho fatto io, mi fate solo piacere. Una botta di c… diciamo la verità, una vetrina gigantesca senza sborsare uno yuan. In Italia, col nostro caro euro, quando capiterebbe mai?».

Eh, figurati. Tutta un’altra aria, da queste parti. Qua, lo conferma anche il triste, svilente conteggio diramato pochi giorni fa dalla Confcommercio di Pisa: stanno chiudendo un sacco di piccole e grandi attività. Invece nella sola Shanghai aprono «120 nuovi negozi al giorno».

Va bene, uno si dice, lì in Oriente le cose gireranno anche bene, però, a quei ritmi, capirai la concorrenza. Ma niente paura, non c’è nessunissimo problema: quando i volenterosi stilisti cinesi incontrano uno stilista italiano che ha imparato a pensare in cinese, i primi, siano quanti siano, non hanno scampo.

Lo dimostra la speciale classifica stilata pochi giorni fa dagli esperti del settore e pubblicata sulle riviste fashion più lette in città: tra i sessanta nuovi protagonisti del vestire giovane, tra i sessanta nuovi negozi di moda assolutamente da non perdere per chi si trova a “guardare in faccia Shanghai” (avrebbe cantato Paolo Conte), c’è anche Marco Galluzzi col suo piccolo, irresistibile “MG”. Al primo posto, per l’esattezza. Gli altri 59, forse tutti cinesi, arrancano dietro. Se vi trovate da quelle parti, fate un salto a trovarlo: i connazionali sono trattati con un occhio (a mandorla) di riguardo.

Andrea Lanini per ognisette

Pisa: Marco Galluzziultima modifica: 2011-06-30T10:14:07+02:00da minobezzi1
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