Firenze: Premio Ennio Macconi

Quasi un centinaio di giornalisti, precari e disoccupati, hanno partecipato al Premio Ennio Macconi,  che si è chiuso il 30 settembre. La giuria – composta dall’ex rettore Paolo Blasi, dall’imprenditore Luigi Salvadori, e da tre giornalisti, fra cui il presidente dell’Ordine Carlo Bartoli e  il capocronista della Nazione  Luigi Caroppo – ha avuto il suo da fare per scegliere i vincitori. Molti erano i pezzi meritevoli di riconoscimento, a testimonianza dell’impegno profuso dai colleghi in tutti i campi. Per questo motivo non  c’è una graduatoria. Ci sono il primo, il secondo e il terzo premio, mentre tutti gli altri sono da considerarsi al quarto posto.

I nomi dei vincitori saranno resi noti lunedì  6 febbraio alle 18 presso la sede del  Rotary Club Firenze, a Palazzo Borghese, in via Ghibellina 110 ( telefono 055-284921, mail rotaryfi@tin.it). Alla cerimonia sono state invitate le autorità e i direttori dei giornali. I premi saranno consegnati lo stesso pomeriggio, mentre i nomi dei vincitori saranno pubblicati sul sito dell’Ordine dei giornalisti e su quello del Rotary.

Il premio – per complessivi ottomila euro, suddivisi in quattromila al primo, duemilacinquecento al secondo e mille e cinque al terzo –  è uno dei più alti del nostro Paese. Vuole essere un incoraggiamento a non mollare  la strada intrapresa da Ennio Macconi.

La cifra è stata  raccolta grazie ai due sponsor – Bassilichi e Arval-Bnp Paribas Group – e allo spettacolo “Amore, tradimenti e… Woody Allen”,  ha detto Alberto Fraschetti, past president del Rotary Club Firenze. La sera del 6 maggio  undici professionisti fiorentini, quasi tutti del Rotary Club Firenze, hanno sfidato uno dei  palcoscenici più prestigiosi della città, quello del Teatro Verdi, facendo divertire le centinaia di persone che avevano riempito la sala,

L’iniziativa – come ha ricordato il presidente del Rotary Club Firenze Maria Oliva Scaramuzzi – è stata promossa dal Rotary  e dalla Nazione con il patrocinio del Comune e della Provincia.

Ennio Macconi, scomparso tre anni fa,  aveva cominciato questo mestiere giovanissimo. La sua prima passione era stato il teatro d’avanguardia. Aveva interpretato il Caligola e recitato nel Gulliver.  In televisione era stato diretto da Lina Wertmuller nel «Giornalino di Giamburrasca», interpretato da Rita Pavone. Lasciò il teatro per completare gli studi universitari alla Cesare Alfieri e dedicarsi completamente al giornalismo. All’inizio lavorò al Nuovo, a Radio Libera, Tele Libera, La Città, ‘Toscana qui’. Nell’82 venne assunto da La Nazione.  Era  obiettivo, equilibrato, sensibile,  colto e ironico, ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli. Ennio era uno dei migliori cronisti della Nazione. Seguì i delitti del mostro, le inchieste sul terrorismo, la politica di Palazzo Vecchio. Venne inviato dal giornale a seguire la guerra a Gibuti,  un dirottamento aereo a  Tunisi, la tragedia del Moby Prince a Livorno e la misteriosa morte di due giovani fiorentine in Francia.

Aveva viaggiato in lungo e in largo. Per Bonechi aveva scritto un libro su Marrakech, tradotto in molte lingue. Rimase  legato  a  sola una terra, l’Eritrea, dove era stato la prima volta alla fine degli esami di maturità. Ad Asmara tornò tutti gli anni, anche nell’estate  del 2008, mentre lavorava e lottava con un tumore.

La professionalità di Ennio Macconi nel raccontare la storia degli ultimi trent’anni è un esempio di ciò che possono fare i giovani cronisti e  la buona carta stampata.

 

Firenze: Premio Ennio Macconiultima modifica: 2012-01-31T15:23:20+01:00da minobezzi1
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