Gaiole in Chianti (FI): Castello di Ama

Jacopo Cossater per dissapore


È quasi Vinitaly, quel periodo dell’anno durante il quale le aziende mandano più email possibili per annunciare, quasi sempre, la loro presenza in fiera – ricordate? In ordine cronologico, l’ultimo comunicato stampa che è spuntato nella casella email di Intravino è quello di Castello di Ama, già famosa per i suoi Chianti Classico e per l’Apparita, da molti considerato come il più grande merlot prodotto in Italia. Contenuto del messaggio: l’invito all’imminente presentazione del nuovo vino nato a Gaiole, Haiku.

Dice: “Castello di Ama celebra i suoi 40 anni con un regalo speciale, pensato da Lorenza Sebasti e Marco Pallanti per i propri estimatori nel mondo. Nasce così HAIKU, il nuovo Grand Vin non “Chianti Classico” del Castello di Ama – uno degli “chateau” italiani più amati dagli enofili internazionali – che sarà presentato in anteprima il prossimo Sabato 24 Marzo a Verona in occasione di OPERA WINES, il prestigioso palcoscenico di Vinitaly e Wine Spectator che raduna, per l’occasione, le 100 migliori aziende italiane. (…) Haiku 2009 è il frutto di un assemblaggio tra tre varietà: il 50% circa è rappresentato dal Sangiovese, vitigno principe della Toscana chiantigiana, mentre la parte restante è stata equamente divisa tra il Cabernet Franc e le uve Merlot di due piccole parcelle impiantate nel 2001 sulle colline di Ama, nel vigneto Montebuoni, a seguito di una selezionate clonale molto accurata.

Insomma, Castello di Ama ha scelto di puntare forte su un blend tra sangiovese, merlot e cabernet franc, un vero e proprioSupertuscan. E sì, certo, la domanda è tanto spontanea quanto legittima: ha senso proporre oggi un nuovo vino di questo tipo? Ho controllato e sul calendario c’era scritto 2012, impossibile sbagliarsi con – chessò – il 2002. Nel frattempo le parole che si continuano a leggere più spesso in giro sono ancora autoctono e territorio, più difficile imbattersi in termini quali barrique e vitigni internazionali. Ma tant’è, Haiku è definito nello stesso comunicato stampa come un “vino che rappresenta la sintesi del nostro Territorio“. Giuro.

Poi, ad un secondo sguardo, l’occhio è caduto su una particolare dicitura, quella di Grand Vin non “Chianti Classico”, come se la (non) appartenenza alla denominazione di riferimento fosse una sorta di qualità intrinseca del vino stesso. E va anche bene, ci mancherebbe. Conosco persone che in diverse parti d’Italia ed in riferimento alle proprie denominazioni la pensano esattamente così. L’unica nota che suona appena stonata è che Marco Pallanti di Castello di Ama è lo stesso Marco Pallanti del Consorzio del Vino Chianti Classico anche detto del Gallo Nero. Il Presidente, per inciso.

Gaiole in Chianti (FI): Castello di Amaultima modifica: 2012-03-09T10:56:20+01:00da minobezzi1
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