Montalcino (SI): Claudio Tipa


 per l’acquabuona

 

Durante Benvenuto Brunello, nello scorso Febbraio, Claudio Tipa ha svolto non senza emozione il ruolo  di  padrone di casa a Poggio di Sotto. Il suo percorso circolare fra le vigne di Toscana si è chiuso alla fine dell’anno scorso con l’acquisizione di questa preziosa azienda di Montalcino che produce un Brunello (ed un Rosso, ed una Riserva) di culto. Le cifre circolate riguardanti la compravendita  sono molto alte, soprattutto se viste in relazione all’estensione dei vigneti e al numero di bottiglie prodotte, segno evidente che Piero Palmucci, che la fece nascere alla fine degli anni ’80, ha avuto l’abilità costruire un brand di grande valore.

Percorso circolare, perché la discesa in campo di questo big dell’industria farmaceutica nel mondo del vino doveva iniziare proprio da Montalcino, ma la notizia che un soggetto con una capacità di spesa fuori di dal comune stesse lavorando per una acquisizione ebbe un deciso effetto-rialzo sui prezzi della zona e consigliò di cambiare la strategia di un progetto che all’origine vede sicuramente il gusto di entrare nel vivo di uno comparto di punta dell’agroalimentare italiano e quindi dell’economia nazionale, ma nel quale ha contato molto anche il ricordo di quella grande tenuta di famiglia in Tunisia dove si producevano vino ed olio, ed andata a visitare di nascosto da giovane perché abbandonata dopo la morte tragica dei nonni.

Meglio spostarsi dunque nella vicina Montecucco, con Colle Massari e poi più su, a Bolgheri, per il primo colpo “mediatico” di Grattamacco, acquisto che seguì un lungo periodo di affitto. E se la prima realtà si trovava in un territorio poco conosciuto e da scoprire, per la seconda la questione era più delicata, perché alla creatura di Piermario Meletti Cavallari erano e sono affezionati in molti, come lo sono al vino di Grattamacco. Dunque occhi puntati sulla “nuova gestione” che, come viene raccontato nel video più in basso, ha avuto come passo importante la creazione e valorizzazione del Bolgheri Rosso, un secondo vino funzionale anche alla stabilizzazione della qualità del primo. Invece a Poggio di Sotto tutto era già stato studiato perché la qualità fosse di granitica consistenza, in una azienda nata nel 1989 con i primi quattro ettari di vigneto a 400 metri di altitudine, ai quali se ne sono aggiunti altri sei fra i 200 e i 600, e che ha preso subito la direzione dell’agricoltura biologica.

Nella “costellazione Tipa” gli staff tecnici sono stati conservati: Maurizio Castelli a ColleMassari e Grattamacco, Federico Staderini a Poggio di Sotto e poi Luca Marrone a fare da jolly nelle tre realtà. Senza dimenticare la presenza storica di Giulio Gambelli, primo artefice della grandezza di queste perfette espressioni del sangiovese di Montalcino, e che nel dicembre 2011 ha firmato forse il suo ultimo vino presenziando alla riunione per l’imbottigliamento del Rosso 2008, il momento cruciale per decidere quali uve, tutte dello stesso straordinario livello, danno vita al “piccolo Brunello” e quali al Brunello “ufficiale”.

E all’assaggio, il Rosso di Montalcino 2008 ha la consueta eleganza di una ciliegia leggera, minerale, ed un finale brillantissimo e vibrante. Il Brunello di Montalcino 2007 è compatto, saporitissimo e di grande ampiezza nel finale; la Riserva 2006 poi è un vino monumentale, di intensità stordente, grande impatto e progressione nella beva, ed ampiezza immensa.

Ed ora? “Certo, mi piacerebbe trovare qualcosa in Piemonte, perché no… Ma le mie tre aziende toscane si possono raggiungere in un’ora l’una dall’altra, e per fare i vini come si desidera bisogna essere presenti, non c’è niente da fare”. Parola di Claudio Tipa.

Nelle immagini: Poggio di Sotto, Claudio Tipa, Luca Marrone

Montalcino (SI): Claudio Tipaultima modifica: 2012-04-26T15:47:42+02:00da minobezzi1
Reposta per primo quest’articolo