……..e ancora San Gimignano (SI): Macchi e Morgantini

Galleria Continua ospita nei suoi spazi espositivi Rendez vous, la nuova personale di uno degli artisti di maggior rilievo del panorama artistico latino americano, Jorge Macchi. La mostra si articola intorno ad un gruppo di opere inedite -sculture, video, fotografie, disegni -appositamente realizzate per questa occasione espositiva.

Il lavoro di Jorge Macchi resiste a ogni tipo di esegesi. Piu’ che seguire una progressione lineare, le sue opere si presentano come delle reti semantiche dense e intricate. L’informazione e’ una conoscenza che viene da ogni luogo e non finisce in nessun posto. L’artista utilizza spesso i giornali, paradigmi degli archivi informativi basati su dei fatti. Al di là della semplice informazione, gli scritti e la poesia svolgono un ruolo importante all’interno del suo lavoro cosi’ come la musica che, anche in questa mostra, si palesa come linguaggio formale completo nell’opera video 12 short songs.

Le opere di Jorge Macchi nascono anche dall’aneddoto, dal caso, dalla vita di tutti i giorni. I segni sono silenziosamente scomposti e poi ricomposti secondo un processo di -s-familiarità-. Per l’artista, piu’ l’oggetto e’ semplice e pulito, piu’ potrà contenere dei riferimenti e piu’ la sua relazione con noi sarà personale e sentimentale. Questa -strategia dell’obliquo- e un acuto senso dell’umorismo nero sono dei tratti tipici del suo lavoro.

Jorge Macchi ama suggerire nelle sue opere l’esistenza di un mondo parallelo al nostro, nascosto sotto il velo della banalità: la realtà e’ elusiva. L’artista e’ interessato dalla ricreazione di una realtà parallela e il suo lavoro e’ un’elegia in onore dell’assenza di un’unica visione del mondo. L’incontro tra oggetti e materiali produce nell’opera di Macchi nuove letture della vita quotidiana. Emblematica, in questo senso, Rendez vous, l’opera che dà anche il titolo a questa mostra: un vecchio armadio di legno e’ precariamente collocato sullo specchio al termine della prima rampa di scale della galleria. I due specchi si incontrano attivando inaspettate riflessioni.

Jorge Macchi mostra un chiaro interesse per i margini, i confini, i cocci, tutto quanto e’ caduto dietro di noi. Nel suo universo tutto e’ in transito, tutto e’ precario. Niente e’ mai permanente. Le sue opere fanno eco alle assenze, vere padrone delle scene, forti come delle presenze. È un artista della perdita e della nostalgia. I segni di una memoria collettiva, assortiti di connotazioni, sono utilizzati da Jorge Macchi per sviluppare la sua -Caverna-, la sua visione personale del mondo contemporaneo. I ricordi sono frammentati, proprio come le realtà o le immagini. Con lui, l’atmosfera acquisisce un non so che di metafisico, una misteriosa tranquillità, serietà o calma. La verità emozionale vi sembra solida come una verità scientifica e le sue immagini sono tutte delle storie che lo ossessionano. Senza alcun dubbio, la sua opera e’ una finzione che medita sulla comunicazione e sull’aldilà del linguaggio, patria dell’indicibile.

Jorge Macchi nasce a Buenos Aires nel 1963, città dove vive e lavora.
Macchi e’ uno degli artisti argentini piu’ in vista tra quelli venuti alla ribalta nel corso degli anni ’90. Nel 1993, trasloca a Parigi, dando inizio a un periodo di cinque anni durante il quale viaggia in tutta Europa, partecipando a numerose residenze artistiche, tra queste Rotterdam, Amsterdam e Londra. Nel 1998, Jorge Macchi ritorna a Buenos Aires. Nel 2005, le sue opere sono esposte alla Biennale di Venezia, dopo essere stato scelto come rappresentante dell’Argentina. Le sue opere sono state inoltre esposte in occasione delle Biennali de La Avana, di San Paolo e di Istanbul, nonche’ presso il Credac di Ivry-sur-Seine, il 10Neuf, Centro Regionale d’Arte Contemporanea di Montbe’liard, il MUHKA di Anversa, il Walker Art Center di Minneapolis, lo Sculpture Center di New York, il MUCA di Roma, ecc.

MARGHERITA MORGANTIN

Galleria Continua presenta anche una nuova mostra personale di Margherita Morgantin, una delle piu’ interessanti rappresentanti del panorama artistico italiano degli ultimi anni.

La ricerca dell’artista veneziana parte dall’osservazione e dalla descrizione delle cose o situazioni concrete, per aprirle ad una condizione interiore. La sua poetica si esprime attraverso fotografie, disegni e opere video anche queste spesso realizzate attraverso il susseguirsi di sequenze fotografiche, dissolvenze e sovrapposizioni. Pause e silenzi attraversano le sue opere mettendo cosi’ lo spettatore in condizione di ricostruire le parti mancati attivando, inoltre, quella capacità immaginativa che offre nuove possibilità e nuove visioni.

Untitled (2009), la grande installazione che Margherita Morgantin presenta all’interno di questa personale, sembra far riferimento alla condizione del naufragio e alla possibilità, sempre e comunque, di poter riemerge. -Rifletto ancora sulla sicurezza, il controllo, l’autocontrollo, il colore, la geometria e dio, e la parte dei miei pensieri che non conosco razionalmente e’ sempre la maggiore, la tensione che si crea per questo e’ uno dei materiali fondamentali della mia ricerca- dichiara Margherita Morgantin e prosegue -Poi ci sono i salvagenti arancioni, che con la propria forma specifica, che rimanda alla forma di un corpo e insieme alla sua assenza, smentiscono la geometria pura del cubo-.

In un testo di recente pubblicazione la critica d’arte Emanuela De Cecco commenta cosi’ l’opera: -Questo lavoro e’ la risultante di un incontro/scontro che parte dall’assunzione di un modello forte attraverso l’impiego di un segno appartenente ad un altro universo ma altrettanto fortemente connotato. Ancora, si intravede lo spazio per tornare a pensare ad una possibile ulteriore articolazione del rapporto tra assoggettamento e venire al mondo del soggetto, passaggio, sempre in relazione al pensiero della Butler, necessario per continuare a dire. I salvagenti, tanti, rimandano alla sopravvivenza, ad una salvezza terrena non intesa come fatto individuale ma riferita ad una collettività. Potrebbe essere metafora di una condizione esistenziale che potenzialmente ci riguarda tutti ma, tenendo conto degli effettivi indizi messi in campo, un riferimento direttamente politico, sarebbe riduttivo: Margherita Morgantin, come detto in apertura, non orienta l’interpretazione chiudendo su una lettura univoca. Piuttosto ci sono elementi per pensare che questo lavoro partecipi di una eredità riconosciuta per reinventarla dall’interno. E’ qui che la scelta e’ politica, in questo senso una lettura politica concentrata sull’oggetto salvagente sarebbe riduttiva-.

La natura e gli elementi atmosferici sono spesso luogo di indagine e soggetti della ricerca di Margherita Morgantin. I paesaggi raccontati dall’artista non sono solo registrazioni dello sguardo, esprimono piuttosto un rapporto sincronico tra esperienze personali e funzioni tecniche, come nel video Air Drawing (2009) che compone questo percorso espositivo. Il montaggio e’ costituito da una serie di sequenze ricavate dai rilevamenti termografici che rendono visibili gli effetti del vento sul terreno. Gli spostamenti del vento producono disegni sul paesaggio: bianche le correnti calde, nere le correnti fredde; turbolenze e vortici si prestano ad essere letti come rilevazioni di carattere emotivo evidenziando la capacità dell’artista di unire mente e cuore, visione artistica e influenza scientifica.
Il vento torna ad essere protagonista nell’inedita installazione che Margherita Morgantin colloca nel giardino della galleria.

Margherita Morgantin e’ nata a Venezia nel 1971, si e’ laureata in Architettura, dipartimento di Fisica Tecnica, all’istituto Universitario di Architettura di Venezia, vive e lavora a Milano, Venezia, Palermo. Tra le principali mostre personali ricordiamo: Palermo_zen (white rainbow), a cura di H.Marsala, quartiere ZEN 2, Palermo (2009); Download-now #4, Fondazione Olivetti, Roma, a cura di F.Comisso (2005); Codice Sorgente, Galleria Continua, San Gimignano (2004); Baggage identification tag, a cura di D.Bigi, Casa Musumeci Greco, Roma (2004); Spazio Aperto, Galleria d’Arte Moderna, Bologna, con Davide Tranciana, a cura di C.Bertola (2003); Arte all’Arte 7, progetto del Teatro dei Leggieri di S.Gimignano, Palazzo delle Papesse, Siena (2002). Molte le mostre collettive realizzate in Italia e all’estero, tra queste segnaliamo: Piove dentro a l’alta fantasia, Museo Marino Marini, Firenze (2007); D’ombra, a cura di L.Vergine, Compton Verney Art Museum, Warwickshire e MAN, Nuoro (2007); Videoreport Italia 2004-05, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (2006); Biennale Donna, a cura di E.De Cecco, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, Ferrara (2006); Il potere delle donne/The Power of Women, Galleria Civica di arte contemporanea, Trento (2006); Con altri occhi, a cura di K.Anguelova, R.Pinto, Palazzo della Ragione, Milano (2005); Aperto per lavori in corso, a cura di di F.Pasini, PAC, Milano (2005); Alineamenti, a cura di L.Aiello, S.Risaliti, Trinitateskirche, Köln (2005); Sweet taboo, a cura di R.Pinto, Kompleksi-Goldi, Tirana, Albania Tirana Biennale 3 episode II (2005); Empowerment, a cura di M.Scotini, Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, Villa Bombrini, Genova (2004).

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……..e ancora San Gimignano (SI): Macchi e Morgantiniultima modifica: 2009-09-13T09:00:22+02:00da minobezzi1
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