Prato: Carlo Guaita

fino all’11.VII.2009
Carlo Guaita
Prato, Galleria Gentili

Il viaggio estetico come parte d’un Compendio filosofico.

Per l’artista palermitano, le opere non sono un punto d’arrivo,

ma una perenne e libera ricerca. Potenzialmente tendente al nulla…

 

Non a caso la personale di Carlo Guaita (Palermo, 1954; vive a Firenze) alla galleria pratese s’intitola Compendio. Chi intraprende il percorso estetico delle quattordici opere esposte con millimetrica logica assiste a una sofisticata trattazione teorica, intrisa di rimandi filosofici. Ognuno dei lavori dell’artista è parte di un ciclo concettuale, descritto alla maniera di Diderot e D’Alembert: nove gruppi di cui uno, le Prosopopee, diventa didascalia del corpus di opere presenti.
La serie di collage che richiamano l’Illuminismo e il Romanticismo, sovrapposti a elementi tecnici dei progressi scientifici del Novecento, sono un eccesso di narrazione, quasi l’allegoria dell’allegoria, il carico del passato senza cui il postmoderno non sarebbe potuto apparire così leggero e inconsistente.
Che dire dei Vuoti (2008) deposti nella saletta laterale, simmetricamente visibili fin dall’ampio spazio centrale della galleria? L’autore spiega essere “sculture nate intorno all’idea di vuoto e di pieno”: il vuoto della cultura occidentale, che concepisce il nichilismo come “impossibile risposta e soluzione al mondo”, e quello della cultura orientale, che viceversa si relaziona costruttivamente con il senso del mondo e della sua interezza. Da lì, la scatola contenitore grigia e amorfa (Occidente) regge e sostiene il suo contrario di casa-pagoda (Oriente).

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Prato: Carlo Guaitaultima modifica: 2009-07-04T08:55:17+02:00da minobezzi1
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