Personalmente non tengo troppo in considerazione i premi internazionali e vedendo qualche vincitore del passato – tipo il Pecorino Unico 2008 della Tenuta Ulisse come miglior vino bianco d’Italia – mi assalgono dubbi che la metà basta per cambiare sport. Detto questo, io sono un italiano atipico e quando l’Italia vince qualcosa all’estero sono contento a prescindere da tutti i dubbi di sorta: il prestigio della competizione è acclarato ma assaggiare 10.000 vini da tutto il mondo divisi in così tante categorie è una pratica che dovremmo discutere. Anche la premiazione racconta qualcosa.
Quando vedete premiato il Secano Rosé Pinot Noir 2009, Leyda for Marks & Spencers (al minuto 2:15), miglior rosé per qualità-prezzo, ricordate che in una competizione simile il collegamento tra degustazione e commercio è stringente, anche parlando di Lambrusco: Marks & Spencers sono gli stessi del Lambrusco bianco e dubito che nel lotto ci fossero etichette che piacciono tanto a noi di Intravino. Quindi un Lambrusco vincitore, per dire, non è IL miglior Lambrusco in assoluto ma solo tra quelli assaggiati nella categoria. Con tutto il rispetto, gli inglesi avranno il concorso fico e i tipi con lo smoking, ma se io cittadino dei media-mondo voglio sapere quale lambrusco bere o farmi inviare dall’Italia, vato a farmi una ricerca sui siti da enostrippati o digito l’hashtag #lambruschi su Twitter. Dettagli, forse, ma giusto ricordarli. A parte questo, sempre benvenuto un premio all’Italia. Se sono due pure meglio.
[Immagine: Stefano Caffarri/Appunti di gòla]