Se il territorio bolgherese incida o meno sul profilo di cabernet e merlot o se, invece, venga travolto dal varietale dei due nobili vitigni francesi, è questione spinosa, in grado di dividere come pochi tra strenui difensori del taglio bordolese in terra toscana e fautori dell’autoctono a tutti i costi. Il Volpolo di Sapaio è uno di quei vini che può destare interesse per le sue due dimensioni: un naso decisamente fedele a quel 70% di cabernet che lo compone, una bocca di carattere, dinamica, con tannini mordenti, solo in parte domati dai 14 mesi di affinamento in barrique ed un allungo fresco e di bella fattura. Uscito come IGT Toscana nel 2003, a partire dall’annata successiva è stato classificato all’interno della DOC locale: nasce dal mix di cabernet sauvignon, merlot e petit verdot e, dell’annata che abbiamo assaggiato, ne sono state prodotte 83mila bottiglie. Note piraziniche in evidenza con cenni di mora, un vegetale contenuto ed un bagaglio di spezie di bella eleganza, con bei richiami alla macchia mediterranea. In bocca colpisce la bella grana del tannino, succosa e un ritorno di spezie dolci di buona finezza. Uso del legno piccolo intelligente, finale sapido e una muscolarità di razza.
Alessandro Franceschini per lavinium
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